43- Gazes

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<<Come ti senti?>> chiedo a Luke, dopo minuti interminabili passati a mangiare ed a scambiarci brevi sguardi, furtivi ma intensi.

Le risate delle ragazze al piano di sopra si sono placate, così come si sono placati i brontolii delle nostre pance, dopo aver spazzato tutto il cibo dal piatto ed averlo mandato nei nostri stomachi.

<<Va meglio, rispetto a prima, se escludiamo il fatto che ho male ovunque! Tu invece?>> risponde Luke con fare leggermente sarcastico; i suoi occhi, più vivi che mai, mostrano uno sguardo sveglio ed arguto, tutto il contrario rispetto allo sguardo che aveva prima di schiantarci con la barca; la sofferenza sembra essersi calmata, lasciando spazio ad un sorrisetto furbo e vivace.

Osservo ogni tratto del suo viso, tracciando con lo sguardo il delicato confine della sua mascella sulla quale si trova l'ispida barba; la sua piccola fossetta rientra in scena, scatenando un me un'immensa felicità nel rivederla ancora lì, viva; le sue folte ciglia proteggono i suoi attenti occhi.

L'immagine di lui, cadaverica ed inespressiva, mi torna in mente, come un lampo a ciel sereno, interrompendo la gioia ed il sollievo nell'averlo vivo davanti a me , e provocando, in una frazione di secondo, una terribile sensazione di angoscia.

Anche se sul suo viso non traspare più nessun segno di sofferenza, i lividi ed il sangue sono ancora lì, più vigliacchi che mai;  il pericolo di morte, per ora,l'abbiamo scampato ma il suo corpo è ancora profondamente scosso e traumatizzato. Cosa mi dice che stia realmente bene?

Dopotutto non sempre tutto appare come è realmente; la realtà, troppo spesso, viene nascosta per coprire una menzogna; una menzogna che possa ferire l'orgoglio, i sentimenti o semplicemente le emozioni.

La sua espressione s'incupisce; il suo sorriso si spegne, lasciando spazio ad una linea sottile e dritta; i suoi occhi si oscurano, diventando di un colore blu notte; la sua fronte si corruga ed i muscoli si contraggono.

Una sua mano si appoggia sulla mia, quest'ultima lasciata inconsciamente sul tavolo; la sua pelle, più calda di prima ma più fredda di quanto dovrebbe essere, accarezza la mia.

Le osservo.

Al suo tocco, la sua immagine inerme e priva di emozioni, riappare nuovamente ai miei occhi: la sua pelle gelida, attaccata al mio; il suo corpo pesante come il piombo; il suo sorriso spento.

Il mio respiro si blocca, strozzato dalla paura; dopo aver scoperto che fosse ancora vivo, dopo averlo baciato ed abbracciato, dopo averlo sorretto nelle mie braccia, non avevo ancora osservato ogni suo tratto del viso con attenzione.

Il cuore inizia a battere velocemente nel mio petto e per la prima volta, da quando mi trovo assieme a lui, provo una sensazione spiacevole ed opprimente: disagio.

La sua mano sulla mia, anziché rassicurarmi, mi risucchia lentamente in un vortice di terrore e dolore, dove un'immagine pallida ed inespressiva è tutto ciò che vedo.

<<Oddio, ragazzi, ci voleva proprio una bella doccia!! Se volete, il bagno è libero!>> irrompe Carly nella stanza, con un tono frizzante e gioioso.

Scivolo via la mia mano da sotto quella di Luke e la nascondo stretta al mio corpo.

Distolgo lo sguardo da quello di Luke ed osservo Carly; i lunghi capelli sembrano neri da bagnati e le cadono con delicatezza sulle spalle; i suoi occhi grigi sono più illuminati che mai e le sue gote sono arrossate.

Quegli Occhi Color Destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora