46- Pictures

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Fino a poco fa, non avevo fatto caso alla reale dimensione della casa, ma ora, sull'ultimo gradino dell'imponente scalinata, posso ammirare la maestosità di questa abitazione.

Un lungo corridoio collega le due ale del piano superiore, divise centralmente dalla scalinata.

Il pavimento è lo stesso del piano inferiore, in pietra grezza, coperto in tutta la sua lunghezza da un lungo tappeto; quest'ultimo è un antico persiano, chiamatasi "Kamseh" dai colori in netto contrasto con l'ambiente circostante; infatti vengono utilizzati colori caldi, come il rosso mattone, in un ambiente freddo; mia nonna paterna mi ha insegnato ad osservare con attenzione gli antichi oggetti ed a captarne ogni minimo dettaglio, tant'è che le figure geometriche, che lo caratterizzano, assieme alle rifiniture, fitte e minuziose, danno l'idea che sia stato creato nella seconda metà dell'Ottocento; segni d'usura gli conferiscono un pregio che solo il tempo può creare.

Nell'ala est, oltre al bagno, ci sono altre due porte dello stesso colore; tutte le porte si trovano sulla stessa parete, quest'ultima di un bianco semplice e fresco; sulla parete parallela, non ci sono porte ma tre quadri, ritraenti la bellezza italiana nella sua natura, dai paesaggi appenninici con i dolci monti protagonisti, al mare sardo, fino alle coste rocciose del Lago di Garda con gli aguzzi monti sullo sfondo.

L'ala ovest è identica all'ala est; ci sono sempre tre porte e sulla parete parallela, tre quadri, senza finestre o aperture; i tre quadri dell'ala ovest, rappresentano antichi monumenti simbolo dell'Italia come: l'antico anfiteatro di Roma, il Colosseo; l'unica Torre Italiana che con gli anni e con gli ostacoli, contrasta la forza di gravità e non crolla, la Torre di Pisa; infine, la Basilica di San Pietro, che con la sua maestosità sovrasta Roma e sorveglia la Città del Vaticano.

Salgo l'ultimo gradino, ammaliata dalla bellezza di quelle immagini; la natura è in grado di donarci bellezze che, essendo troppo impegnati a vivere una vita fin troppo frenetica, non riusciamo ad ammirare; forse, dovremmo fermarci ad osservare ciò che la natura ci regala o semplicemente immaginare un Mondo diverso da quello che viviamo, un Mondo nel quale la mattina, a svegliarci, non è il suono stridulo della sveglia, ma un dolce canto di un tenero uccellino; un Mondo in cui è l'aroma del caffè ad inebriare l'aria e non lo smog delle automobili; un Mondo nel quale i colori del tramonto sono gli unici veri protagonisti e non i colori che il display di un telefono genera.

Un cieco potrebbe essere l'unica persona ad apprezzare tutto ciò che la natura ci dona, usando la sola immaginazione perché è l'immaginazione il potere più potente che ci è stato donato. Non è cieco colui che non sa vedere, ma lo è colui che non sa immaginare.

Incantata dalla bellezza della natura, i miei piedi si muovono senza che la mia mente li comandi ed arrivo alla prima porta dell'ala ovest.

Metto una mano sulla maniglia e, dando un'ultima occhiata alle bellezze ritratte nei quadri, apro la porta.

Un flebile raggio di sole mi colpisce il viso, accogliendomi nella stanza.

La gigantesca finestrata posta frontalmente a me, mostra il panorama esterno alla casa; nubi di un grigio scuro incombono sul mare cristallino, rendendolo cupo e triste; uno spiraglio di sole infrange le nubi, ravvivando l'acqua e la stanza attorno a me.

Le pareti della stanza sono semplicemente bianche, come in un'ospedale psichiatrico.

L'arredamento della stanza è essenziale, proprio come al piano inferiore; un maestoso letto in ferro battuto bianco padroneggia nella stanza, con il suo copriletto di seta bianco.

Non vi sono comodini o scrivanie; gli unici mobili presenti sono un'armadio, verniciato in bianco lucido, posto frontalmente al letto ed una cassettiera affianco al letto, appoggiata alla stessa parete sulla quale si trova la porta.

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