16.

5K 238 65
                                    

La luce del lampione illumina la parte destra del viso di Damiano ed io non so se disegnare o continuare a guardarlo inebetita.
Al di là del fatto che mi piaccia, non si può negare che i suoi lineamenti creino una figura di una bellezza disarmante.
"Piega leggermente la testa, per favore" gli chiedo.
Lui fa come dico e fa un mezzo sorriso.
Questa situazione è assurda.
Io sto fissando lui e lui non smette un attimo fissare me e la cosa mi manda il cervello in paralisi. Quegli occhi scuri sono come una droga e quegli sguardi sono una dose che non smetterei mai di farmi.
"Lo sai, questa cosa mi ricorda un pò Titanic" mi dice divertito, osservando la mia reazione "A parte per quello che succede dopo. Ma per quello abbiamo tutta la sera"
Che...Che cos'ha detto?
Nascondo il viso dietro l'album da disegno e mi fingo concentrata per non dare a vedere che sono arrossita ed accaldata quanto un'undicenne di fronte al suo attore preferito.
Lui sorride e scrolla la testa. Probabilmente si è accorto che sono in imbarazzo e la cosa lo diverte.
"Resta fermo, per cortesia" dico perentoria.
Lui si fa serio e torna in posa.

Circa mezz'ora dopo il mio ritratto è finito

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Circa mezz'ora dopo il mio ritratto è finito. Non è venuto esattamente come mi aspettavo, ma non è semplice riprodurre tanta figaggine.
"Posso vederlo?"
"Non...Non credo sia il caso. Non è venuto come doveva" rispondo, un pò in imbarazzo.
"Eddai, me ne sono stato fermo e zitto per un eternità, almeno fammi vedere se tanta dedizione ha dato buoni frutti" mi fa gli occhi dolci e di certo io non riesco a dirgli di no.
Gli passo l'album, lui lo apre ed io non riesco bene a decifrare il suo sguardo.
"Allora? Ti piace?"
"È bellissimo, sul serio. Sei bravissima" mi dice "Posso tenerlo?"
Tenerlo? Sul serio?
"Se...Se ti va, d'accordo"
"Mi togli una curiosità?" mi chiede "Perchè mi disegnavi di nascosto?"
"Bhe, di certo non potevo venire a chiederti se potevo ritrarti"
"Perchè no? Mi avrebbe fatto piacere"
"Giusto...quasi dimenticavo il tuo ego"
Lui mi afferra la mano e mi attira a se:"Non centra il mio ego"
"Ah...ah no?" balbetto io, per l'improvvisa vicinanza.
"È che mi avrebbe fatto piacere se mi fossi venuta a parlare qualche volta, di fronte a scuola" risponde scavandomi nell'anima con gli occhi "Ma stavi sempre con Stefano e non ti voltavi quasi mai nella mia direzione"
"In realtà si"
"Si?"
"Ogni tanto ti guardavo e facevo dei fermo-immagini da usare per i ritratti"
Oddio...Non posso averglielo detto sul serio. Gli sembrerò una specie di maniaca.
"Io ti vedevo dalla finestra, sai?"
Che cosa? Ma...
"E come?"
"La mia aula di informatica da sulla vostra classe ed ogni tanto di guardavo mentre disegnavi invece di seguire la lezione" risponde sorridendo "Non eri mai attenta. Sempre intenta a fare ritratti"
"Bhe è questo che fanno gli artisti, giusto?"
"È vero" mi dice, facendosi serio "Anche io metto sempre la musica prima di tutto. E infatti sono già stato bocciato due volte"
"Sul serio?"
"La verità è che la scuola non mi interessa. Non è della matematica che ho bisogno" mi dice deciso "Ho bisogno solo di un microfono e di buona musica"
"Ti capisco..." gli rispondo malinconica "Quest'anno sta andando malissimo a scuola. Per colpa della mia testa sempre persa tra i disegni ed i romanzi" ripongo l'album nella borsa.
"Con mia madre è un continuo litigio. I ritratti non ti porteranno da nessuna parte, mi dice sempre"
"Anche i miei professori mi dicono la stessa cosa. Dicono che dovrei fare qualcosa di serio, invece che pensare alla musica. Ma non capiscono che questa è la mia vita. DEVE esserlo, cazzo! Sono nato per fare questo, me lo sento"
"Hai una voce formidabile" gli dico, dal momento che siamo in vena di confidenze.
"Intendi quella sensuale ed infernale?" mi prende in giro, riferendosi alle cose che gli ho detto mentre ero ubriaca.
"Arriverai in alto, vedrai" gli dico, evitando la frecciatina.
Si alza in piedi e mi da la mano per aiutarmi a fare altrettanto.
"Allora, Carboncino...Ti ho fatto da modello. Ora tocca a te rispettare il patto" mi sorride sfidandomi.
"Dove vuoi portarmi?"
"In un posto un pò distante da qui, ma credo che ti piacerà"
Sono così nervosa che il cuore praticamente non lo sento più. Ho mille dubbi e nonostante tutto ho le farfalle nello stomaco come una ragazzina al primo appuntamento.
"D'accordo allora, ti seguo"

Abbiamo guidato per più di un'ora e mezza e per qualche istante non ho davvero avuto idea di dove fossimo. Ma poi l'ho riconosciuto, il lido di Ostia. Uno dei posti più belli che abbia mai visto. Ogni tanto il padre di Alessandro mi ci portava e noi ce ne stavamo tutto il giorno a passeggiare con lui. Io scritavo ogni minimo dettaglio e poi, tornata a casa, lo disegnavo e lo appendevo in camera. Ho sempre adorato questo posto.
"Come mai mi hai portata fin qui?"
"Bhe, io non sono un esperto di appuntamenti, è vero. Ma credo non ci sia un posto più bello in questa città"
"Sono d'accordo. Non ci sono mai venuta di sera"
"Allora vieni con me" mi dice, allungandomi la mano "C'è una cosa che non ti puoi perdere"
Camminiamo per circa dieci minuti tra la folla e poi finalmente lo vedo. Il pontile di Ostia, uno dei posti più suggestivi, dove venivo spesso con Alex.
Certo ora è parecchio diverso. Sono qui con Damiano, è un appuntamento e onestamente la cosa mi sta mandando in subbuglio lo stomaco. Sono elettrizzata e spaventata allo stesso tempo. Specie per il fatto che da lui non si sa mai cosa aspettarsi.
"Ti piace?"
"È bellissimo" dico, poggiandomi alla ringhiera e guardando verso il mare.
"Tu sei bellissima" mi risponde.
"E tu sei ceco"
Sbuffa, mi afferra per un gomito e mi fa voltare a guardarlo.
"Non lo riesci proprio ad accettare un complimento eh?"
"Certo che ci riesco, è solo che per me è assurdo che tu mi dica una cosa del genere" dico giocando nervosamente con i capelli.
"Andiamo, guardami...Sono uscita con te con addosso una  felpa ed un paio di jeans. Tu sei abituato a ben altro!"
"E se invece preferissi te con un maglione della nonna, ad altre cento bambole di plastica con il vestito da sera?" mi domanda "È così difficile accettare che qualcuno ti trovi attraente?"
"Io...Non sono per nulla attraente" balbetto per l'emozione. Nessuno mi aveva mai detto certe cose.
E sentirmele dire da lui, qui, su questo pontile è una sensazione difficile da gestire.
"Perchè? Perchè non hai la piega perfetta ai capelli? O perchè ti vesti come cazzo ti pare, invece che agglomerarti alla massa?" domanda "Non sei attraente perchè non hai quei cazzo di stivaletti uguali agli altri? O perchè preferisci stare a casa a disegnare un estraneo, piuttosto che andare a sfasciarti di alcool in discoteca? Spiegami"
Non sono in grado di rispondergli, ne di fare nient'altro se non di guardarlo, mentre si avvicina a me. Porta una mano al mio viso e lo accarezza, poi la passa tra i miei capelli, li afferra tra le dita e li tira un poco.
"Sei sexy" dice avvicinando il suo viso al mio. Poi un altro pò "mi mandi fuori di testa" e infine è di nuovo con le labbra ad un soffio dalle mie "Abituatici, Carboncino!"
Lo dice di fretta. Perchè non ha voglia di parlare, ma solo di baciarmi e lo fa. Lo fa con un urgenza che mi fa tremare le ginocchia. Come se gli servisse quel bacio per rimanere in vita. Come se la sua esistenza dipendesse dalle mie labbra.
I miei pensieri si annebbiano, i dubbi scompaiono. Ci siamo solo io ed un estraneo, davanti al mare.
Portando una mano dietro la mia schiena mi attira a se e spinge il bacino contro il mio, facendomi subito capire che quello che diceva è vero. Mi trova davvero attraente ed il suo corpo non mente. E nemmeno il mio, che si ritrova a cercare il suo con un'intensità che francamente un pò mi spaventa.
Ma che ci sta succedendo?
Si stacca da me e mi guarda.
Mi guarda come si guardano quelle cose che desideri da impazzire. Mi guarda come se volesse mostrarmi i suoi pensieri.
Mi sta fissando, ma nella sua testa siamo già nudi, glielo vedo negli occhi. Siamo già una cosa sola.
Appoggia la fronte alla mia ed abbassa finalmente lo sguardo, dandomi modo di respirare di nuovo.
"D'accordo, senti...So che ti ho portata qui per un appuntamento e so che siamo qui solo da cinque minuti e che il mare lo hai si e no intravisto...." mi dice con il fiato corto "Ma ora abbiamo due alternative: possiamo restare qui a guardare il mare e conoscerci, oppure possiamo andare a casa mia..."
Casa...Casa sua? Lui, vuole...Santo cielo!
"Non voglio sembrarti un maniaco e credimi, mi vanno bene entrambe, io....Sono solo un ragazzo di diciotto anni che è parecchio agitato
e che ti vuole da morire"
È così diverso dalle altre volte. Sembra sincero, vulnerabile, dolce. Non ha quasi nulla del Damiano che conosco.
Ora la domanda è solo una: Che cosa voglio?
È tutto cosi assurdo!
Fino a qualche mese fa, avrei immaginato una scena completamente diversa per la mia prima volta. Mi sarei immaginata con Alessandro, sempre ad Ostia certo, ma in modo completamente diverso.
Di certo non con un estraneo, che per giunta mi stava pure sui coglioni.
Per non parlare di tutti i dubbi che ancora sono li, silenziosi, che spingono per riemergere dal mio subconscio.
Potrebbe essere solo una scopata per lui, ma per me sarebbe la prima. La mia prima, vera, volta.
Voglio davvero che sia con lui? Mi fido così cecamente?
Ho voglia di fare l'amore con lui?
E nello stesso momento in cui me lo domando, so già la risposta.
Consapevole di una sensualità che non sapevo di avere, o come usare, lo guardo negli occhi, ammiccando un poco.
"D'accordo, andiamo!"

E domani, alle 14:00 circa, la prima volta dei #Damice! Non perdetevela! Perdonatemi ma la finale è stata immensa, sono uscita solo ora dal taxi e sto cercando di postare più che posso.
Un abbraccio e grazie di cuore di supportare così questa storia e la band.
Vi voglio bene.




BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora