2.

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Finalmente l'acqua è tornata e devo ringraziare mio zio. Se non fosse stato per il suo piccolo prestito, starei puzzando di marcio. Stamattina ho deciso di truccarmi.
Che idea del cavolo! 
Sono brava, sia chiaro. Ma non ho molta pazienza e poi continuo a ripetermi che tanto non mi calcolerà nessuno comunque. Sono troppo sfigata perchè Alessandro si accorga di me.
Probabilmente l'unico che mi farà i complimenti sarà Stefano come al solito.
Oh e poi c'è il Coglione del Marciapiede, quasi dimenticavo.
Sono settimane che non faccio altro che disegnarlo su ogni fottuto spazio bianco. Stefano dice che mi sono presa una cotta, ma non è così. Sono solo un artista che apprezza la bellezza e la ritrae, com'è giusto che sia.
Certo, quegli occhi farebbero girare la testa a chiunque, ma non credo che mi farebbero lo stesso effetto che mi fanno quelli di Alessandro. Quelli sono occhi che ti portano dritti in paradiso.
Mi scrollo di dosso il pensiero di Alex e mi do una mossa.
Non posso arrivare in ritardo anche quando mi sveglio in anticipo.
Esco dal bagno e mia madre mi guarda in modo strano.
"Che c'è?" dico afferrando lo zaino "Perchè mi fissi?"
"E' la prima volta che ti vedo vestita e truccata come una ragazza" è quasi trasognata e se non fosse che non l'ho mai vista scomporsi più di tanto, direi che è quasi emozionata.
"Non dire cavolate, dimentichi la comunione di Jacopo"
Alla comunione di mio cugino in effetti, mi sono vestita come non avevo mai fatto. Forse perchè volevo sentirmi fare un complimento dai parenti per una volta, o forse era solo per far contento papà.  Ma a parte quella volta, neanche io ricordo di essere mai stata femminile o sofisticata.
Esco di casa, entro in auto e aspetto che mia madre metta in moto.
Oggi mi accompagna lei a scuola.
Finalmente, quasi un mese fa ha trovato un buon lavoro come bidella nel liceo da parte al mio. Ora che ci penso, forse lei vede Damiano tutti i giorni. Chissà se ci ha mai parlato. Chissà che voce ha. In fondo non l'ho sentita che per mezzo secondo.
Oh, per favore!
Devo smetterla di pensare a quel tipo.
In dieci minuti siamo di fronte alla scuola. Mia madre mi fa scendere qualche metro indietro, perchè i compagni non mi vedano arrivare accompagnata da lei, o avrebbero un motivo in più per prendermi in giro.
Faccio l'ultimo pezzo di viale, come sempre in cerca di Alessandro o quanto meno di Stefano, ma nessuno dei due c'è. A dire il vero non c'è nessuno e la cosa è parecchio strana.
Guardo l'ora sull'orologio: è giusta.
Ma allora perchè non c'è anima viva? Lancio uno sguardo al liceo linguistico e noto che il loro piazzale è pieno di gente.
Ma che succede?
Noto il professor Vitali, scendere dalla sua auto e gli vado incontro.
"Mi scusi, prof" gli grido.
Si ferma, mi osserva e mi sorride:"Tu sei l'artista dell'ora buca"
"Già sono io" dico nervosa "Senta mi chiedevo...Come mai davanti al mio liceo non c'è nessuno? E' tutto chiuso!"
"Vuoi dirmi che non lo sai?"
"Sapere cosa?"
"Dello sciopero" passa la cartelletta nell'altra mano "Il vostro riscaldamento non funziona e per oggi era previsto uno sciopero generale, da quello che mi hanno detto"
Porca puttana, lo sciopero! Ma come diamine ho fatto a dimenticarmene? Anzi, non solo lo ho scordato, ma mi sono anche svegliata prima oggi.
Ma si può essere più sfigati di me, santo cielo?
"Ecco, io....Sono stata assente per un pò" dico mentendo "Probabilmente hanno scordato di avvisarmi, ma non c'è problema"
"Abiti qui vicino? Se vuoi un passaggio ti riaccompagno" mi dice paternamente "Ci metto un attimo"
"No, la ringrazio" rispondo "Farò una passeggiata"
Tanto ormai sono sveglia. Sbuffo mentalmente e faccio per andarmene, ma mi ritrovo il naso schiacciato contro il  petto di qualcuno.
Alzo lo sguardo e il cuore per poco non si ferma.
Il ragazzo del marc...Damiano è di fronte a me, alto quasi una spanna in più di me ed io gli sono appena finita addosso.
Ditemi che è uno scherzo, vi prego.
Ditemi che sono in una grande candid camera, lunga una vita intera.
Altrimenti la mia sfiga non si spiega.
"A' ragazzì e daje! Vedi de stà più attenta!"
Cerco di darmi un'aria seria ma non è semplice. Ogni molecola del mio corpo mi sta ordinando di scappare, ma i piedi sono piantati a terra e non si muovono di un millimetro.
L'ultima volta che mi sono sentita così ero in terza media, era la festa di fine anno e Alessandro Cella mi aveva chiesto di ballare.
È una sensazione orribile. Sei immobile di fronte ad un ragazzo che trovi disperatamente carino, cercando di controllare le tue espressioni facciali, per fare in modo che lui non se ne accorga. Hai la gola in fiamme e pensi a duemila cose al secondo. Dovrebbe essere l'incubo di ogni donna.
"Stare attenta? Vogliamo parlare di te?"
Mi scruta ed in un secondo sono come nuda di fronte a lui. Sembra che riesca a leggermi l'anima con quegli occhi arroganti.
Di colpo sorride.
Non mi ha riconosciuta vero?
"Tu sei la ragazza che ho travolto sul marciapiede qualche settimana fa" dice spocchioso "Mi ricordo di te, avevi lo stesso maglioncino disperato"
Disperato? Io lo prendo a schiaffi, giuro.
"Non è affatto disperato" rispondo acida "È vintage"
"Che alla fine vò dì che è vecchio"
Ma come si permette? Ma chi lo conosce?
"Prenditi meno confidenza la prossima volta" lo sorpasso e faccio per andarmene.
"Quindi ci sará una prossima volta?"
"Seh, credici" gli grido allontanandomi.
"Più che altro ci spero, ragazzì" mi urla in risposta.
Sorrido.
È un riflesso involontario delle mie labbra, che mi porta a coprirmi la bocca con la mano. Non volevo farlo, lo giuro. E lui non lo deve sapere.
Che diavolo mi sta succedendo? Sorridere per le affermazioni di sto narcisista maleducato? Non è da me.
Eppure mi sento come se avessi fatto una foto con il mio attore preferito. Scombussolata e soprattutto accaldata. E la cosa non va bene per niente.
Respiro profondamente, cercando di scacciare i pensieri che mi frullano per la testa ma non è semplice. Soprattutto dal momento che dopo pochi metri mi ritrovo l'idiota di fianco.
Eh no, stavolta me sente!
Mi volto e lo fulmino con lo sguardo:"Se pò sapè che voi?"
"Che hai, ragazzì? La strada è di tua proprietà?"
"Mi stai seguendo?"
Ma non va a scuola questo?
"Ma chi te conosce? Ma chi te se fila?" si mette a ridere ed io ho l'istinto di prenderlo a calci, ma mi trattengo.
"Tranquilla, devo solo fare lo stesso pezzo di strada fino alle poste e poi te saluto. Sia mai che me quereli perchè t'ho rubato er marciapiede"
Adesso basta, ne ho abbastanza. Ma chi cavolo si crede di essere per parlarmi così?
Mi fermo e mi paro di fronte a lui, cercando di sembrare sicura di me. Ma tutti i miei buoni propositi crollano quando lui alza la testa e mi ricorda quanto sono bassa rispetto a lui.
"Sei sempre maleducato con tutti o è un privilegio che riservi solo a me?"
Damiano, o come cavolo si chiama, mi guarda come un leone potrebbe guardare un topolino impaurito ed in trappola. Con un ghigno compiaciuto mi si avvicina e per la seconda volta nella mia vita, dopo il ballo con Alex, il mio corpo è totalmente in fiamme.
Accosta le labbra al mio orecchio. Vorrei levarmi, tirargli uno schiaffone ed andarmene e invece rimango bloccata qui come una fessa.
"Perchè? Er principe azzurro lo cerchi raffinato?"
È solo una domanda. Una semplice domanda.
Ma arriva al mio cervello come la più sensuale delle provocazioni. La sua voce farebbe invidia ad un demone dell'inferno per quanto è profonda e sexy.
Nella mia testa gli sto rispondendo, giuro, lo sto insultando e prendendo a pugni. Ma in realtà non riesco nemmeno a muovermi . Sento solo le scariche elettriche provocate dalla sua voce, trapassarmi e darmi i brividi, nient'altro.
Si scosta dal mio orecchio ed in meno di un secondo mi ritrovo il suo viso a pochi centimetri dal mio. Le sue iridi hanno delle sfumature dorate che prima non avevo notato.
Rimango imbambolata a guardarlo, senza parlare. Che diavolo potrei dire tanto? In questo momento è già tanto se ricordo il mio nome.
Un rumore alle mie spalle mi distoglie dal suo sguardo e finalmente mi ritorna l'ossigeno nei polmoni.
È mia madre, in auto che si ferma ed abbassa il finestrino. Guarda me e poi inizia a fissare Damiano, come se fosse il peggiore dei criminali che sta provando a rapire sua figlia.
Senza smettere di guardarlo si rivolge a me:"Sali in auto Alice, ti accompagno a casa"
Ma come mai è qui? Non sono del tutto certa di essere felice che abbia interrotto questo momento. Ma forse è stato meglio così.
No...È stato ASSOLUTAMENTE meglio così. Certi tipi sono da evitare come la peste e lui deve solo starmi lontano.
"Si, salgo subito"
"A quanto pare la principessa va in auto" mi sorride "Ho il marciapiede tutto per me"
Quanto è odioso!
"Sei insopportabile" gli dico, prima di salire in macchina.
Non so perchè ma spero che mia madre abbia sentito.
Chiudo la portiera ed in pochi secondi lui è solo un miraggio lontano e il mio cervello sembra tornato a funzionare. Certo, ora capisco perchè tutte ci cascano!
"Non era necessario il passaggio, potevo andare da sola"
"Io dico che è stato meglio così invece!" Mi risponde "Come diamine hai fatto a dimenticarti dello sciopero, si può sapere?"
"È capitato"
"Ma certo, è capitato. Forse se leggessi meno romanzi e ti concentrassi sul mondo reale, non capiterebbe"
Ascolto il suo rimprovero, ma non le rispondo. Continuo a fissare fuori dal finestrino e cerco di pensare ad altro.
"Stai uscendo con Damiano?" mi chiede mamma guardando la strada. Non sembra felice della cosa.
"Anche tu sai il suo nome? A quanto pare ha una certa fama"
"Si, quella del donnaiolo" mi risponde secca "In tre settimane che lavoro in quel liceo, lo ho già beccato a pomiciare con quattro ragazze diverse sulle scale anti-incendio"
Ah...
Pomiciare? Da quando mia madre parla in questo modo?
È davvero lieve, ma sento comunque una leggera punta di fastidio nello stomaco.
No, Alice! Non pensarci nemmeno!
"Me lo hanno già detto tranquilla, sono già stata avvisata"
"Quindi non c'è bisogno che ti dica che devi stargli alla larga?"
"Mamma sta tranquilla" la rassicuro "Sogno un uomo come Mr. Darcy, non un tronista coatto"
"Brava la mia bambina" sorride, mentre imbocca il viale di casa nostra.

BEGGIN -(IN REVISIONE PRE PUB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora