5. (Damiano)

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Siamo praticamente alla fine del nostro piccolo live. La gente balla, si diverte e balla a tempo di musica. Non è stato decisamente lo spettacolo che ti cambia la vita, anzi, dubito che in mezzo a questa bolgia di fessi che ballano in preda all'alcool troverò qualcuno con un produttore cazzuto tra le sue conoscenze. Certo io ci spero sempre. Ma anche se dovessi rimanere all'asciutto per altri cento anni, non smetterei mai di credere in questo sogno. Perchè, proprio come dice la mia canzone: Sono nato per questo.
Piazzo di nuovo il mio sguardo su Alice e vedo che è ancora da sola. Credo che il suo ragazzo dovrebbe controllarla di più, visto che da quel che ho potuto vedere, è già al terzo o quarto cocktail. Forse hanno litigato e ognuno se ne sta per i cavoli suoi? Avranno litigato per me?
Devo ammettere che, anche se non dovrebbe, l'idea un pò mi diverte.
Sono una persona così cattiva se dico che je farebbe bene a quella de sta con uno un pò meno donna? Credo che andrò all'inferno.
Tanto meglio per me che me divertirò pure dopo morto!

Mi viene un'idea, ma non so se sia fattibile. Con la scusa di bere faccio una pausa e parlo all'orecchio dei miei colleghi. Ethan mi fa un sorriso, adora questo pezzo e adora quando faccio dei cambiamenti all'ultimo minuto nella scaletta. Victoria come sempre è un pò scettica su questa canzone, perchè crede di avere ancora qualche lacuna, ma sono tutte stronzate. Lei è una forza  con quel basso tra le mani e deve capirlo prima che arrivino le audizioni.
"E adesso l'ultima canzone. E' parecchio bollente, quindi ora voglio che prendiate la vostra ragazza e che la stringiate per bene"
Ecco Vicky che parte con il basso e poi attacca Thomas.
Vedo Alice sgranare gli occhi. Sapevo che avrebbe riconosciuto la canzone.
"Hey yo! This is Maneskin, this is...Sex on fire"
Mi sdraio sul palco a pancia in su e inizio a guardare le persone all'incontrario.
Adoro mettere sottosopra le cose. Quando sono dritte sono troppo noiose, mentre se cambi la prospettiva, cambi tutto.
Inizio a fissare quella dolcezza di una rompipalle negli occhi truccati di nero e sporco di poco la voce, giusto per far cascare qualche mutandina in più. Le sue.
Poi rotolo verso destra fino a tornare dritto, a pancia in giù. Mi metto gattoni e incateno lo sguardo al suo. 
Ha due occhi meravigliosi e due labbra che sarebbero meravigliose sulle mie...O un pò più giù.
Damià, datte na sistemata, su! Nun se pò annà in fissa con un estranea in sta maniera!
Chiudo gli occhi e mi concentro sulla canzone.
Ma quando li riapro e guardo nella sua direzione, Alice non è più da sola.
Ha un compagno di ballo che le tiene le mani sui fianchi e che balla al suo stesso ritmo.
E normale che mi dia così fastidio? E' normale che voglia spaccare la faccia a quel tizio?
Non sarà che forse....
Naaaah, sono solo incazzato per non averla avuta vinta. Ora però non capisco, dove diavolo è il suo ragazzo?
La canzone finisce ed io in cinque minuti mi precipito giù dal palco nella direzione di Carboncino. So già di avere lo sguardo di Victoria su di me, ma non importa. L'ultima volta sono stato chiaro e anche lei era d'accordo.
La folla mi copre la vista di Alice e del suo nuovo amico, ma più mi avvicino e più riesco a scorgerli. Sembra che lui stia cercando di baciarla, ma lei nun me pare molto convinta.
Parte una canzone di Britney Spears e vedo che il coglione riparte all'attacco dopo averle detto qualcosa.
Ma è stupido per caso? Non vede che non vuole?
Mi avvicino e li sento parlare.
"Lasciami andare" ci sento male o sta biascicando? 
"Ma almeno un bacio me lo poi dà?"
"Piantala, ho detto no"
Ecco appunto, come pensavo, non vuole. Ma dov'è il fidanzato, si può sapere?
Quel coglione le stringe i polsi e continua a sporgersi verso di lei.
Quanta voglia di mettergli le mani addosso, a sto pezzo di merda.
"Eh daje!" insiste lui.
Adesso basta, ci penso io.
"A' sorcio, che 'n ce senti?" gli grido, stringendo i pugni per non non fargli del male "A occhio e croce, me pare c'abbia detto de no, eh...Poi magari me sbaglio"
Lo stronzo le lascia i polsi ed il mio cuore si calma. Alice mi guarda ma non ha il suo solito sguardo. Credo che per sta volta sia davvero felice di vedermi.
Vedo quel tale dirgli qualcosa all'orecchio ma non riesco a sentire. Poi se ne va incazzato e mi guarda male.
Se non fossimo in un posto pubblico e non dovessero ancora pagarci....
"Tutto bene, Carboncino?"
"Solo Stefano può chiamarmi così" non avevo sentito male, biascica sul serio.
Deduco che Stefano sia il suo ragazzo, che nemmeno ha avuto la decenza di salvarla dal polipo che aveva a fianco. Che sfigato!
"Ma quanto cazzo hai bevuto, se pò sapè?"
"Soltanto tre cocktail" mi risponde, imitando il numero tre con le dita.
"E sta già messa così?" 
Sono schifato dal genere maschile, lo giuro.
Di sicuro hanno litigato, per colpa de sto Stefano di sicuro e ora lei sta bevendo come una scema.
"Non bevo quasi mai....Non così tanto"
Le afferro il braccio e me lo metto attorno alle spalle.
"Caspita, allora sei più noiosa de quello che pensavo" le dico sorridendo. È solo una battuta che so già la farà arrabbiare.
"Dove andiamo?" mi chiede.
Devio la domanda. Mi basta portarla via da li e da quella merda del suo fidanzatino.
"Hai la macchina?"
"No, io..." mi basta il suo no per decidere.
"Dai, ti porto a casa!"
Facciamo qualche passo, poi si ferma.
"Ma me stai a sentì?" mi chiede da brava coatta. Sono certo che se non fosse ubriaca, certe cose non le farebbe e soprattutto non le direbbe. Ecco perchè me sto a divertì er doppio.
"Sto qua con Stefano, devo avvisarlo"
Stefano? Ma che cazzo vuole che me ne freghi de Stefano?
"Seh, ok, senti...Stefano lo avvisi quando sei in macchina, ok?"
Mi guarda inebetita, spero abbia capito.
"Ma se non mi trova..."
Ancora co sto scemo?
"Dai, dimmi dove abiti che ti riporto a casa, prima che vomiti per strada"
"Due vie più in là della scuola" mi risponde sorniona.
Una volta in macchina la aiuto con la cintura, stando bene attento a non dare troppo nell'occhio mentre faccio scivolare lo sguardo nella sua scollature.
Non sei niente male, Carboncino.
"Tu e il tuo ego smisurato riuscite a stare in una macchina così piccola?"
"Senti, senti...Pure quando stai fuori riesci a lanciarmi certe frecciate?"
Non mi ha offeso per nulla, ma forse...Fingendo che le sue parole mi abbiano colpito e affondato, potrei ottenere una resa momentanea.
Proviamo. Sfodero il mio sguardo offeso e avvilito e mi sporgo in avanti.
"Alzo la musica così nun te sento, ok ragazzì?" alzo il volume e parto. So che il tragitto sarà breve e onestamente mi dispiace. Vorrei passare più tempo con lei. Avrei quasi la tentazione di allungare la strada, ma se ne accorgerebbe.
Damià ma che cazzo stai a fà? Massì, che me frega?
Svolto a sinistra e prendo la via più lunga. So già che non cambierà nulla, ma l'improvvisazione è tutto nella vita, giusto?

Dopo circa una ventina di minuti arriviamo nella sua via. Mi indica il suo palazzo e ci parcheggio davanti.
Con la coda dell'occhio la vedo guardare preoccupata verso l'alto. Forse per paura che sua madre la veda tornare? O forse per paura che la veda con me?
"Eccoti qua, principessa"
"Non sono una principessa" sapevo che avrebbe risposto così.
"Bhe allora andremo d'accordo perchè neanche io sono un principe" rispondo secco. Me l'ero preparata? Può darsi!
Seguono un paio d'attimi di silenzio ed imbarazzo e poi finalmente dice qualcosa.
"La tua band è fantastica, sai?" biascica un poco.
Sul serio? Devia il discorso sulla band?
Poverina, è in imbarazzo.
Dalle tragua, Damià.
"Ti siamo piaciuti?" le domando mentre scendo per aprirle la portiera.
"Siete fantastici e tu..."
Io?
"Hai una voce stupenda"
"Addirittura?"
"È infernale, calda e...Bellissima"
'Mazza se sta svalvolata stasera! Non fosse per l'alcool, non troverebbe mai il coraggio di dire quelle cose.
"Ce le hai le chiavi?" le domando per torglierla dall'imbarazzo. Anche se il rosse sulle guance le dona parecchio.
Le tira fuori dalla borsa ma le trema la mano. S'annamo avanti così famo mattina!
"Da qua, faccio io!" le dico prendendo le chiavi.
Le nostre mani si toccano appena e nella mia testa parte il delirio.
È come prendere la scossa e subito dopo sentire il sollitico.
Ma che cazzo me sta succedendo? Mi sta guardando negli occhi. So cosa mi sta silenziosamente chiedendo con quello sguardo.
Cazzo, che situazione!
Non posso...Non posso baciarla.
Damiano, controllati!
La guardo tergiversare, mordersi il labbro, guardare in basso e poi il vuoto.
D'improvviso, il buio.
Si sporge in avanti e mi bacia, prendendo lei l'iniziativa.
Questa si che è una sorpresa.
Vorrei rispondere subito al bacio ma sono parecchio allibito da tanto coraggio, molto probabilmente dovuto all'alcool.
Ha le labbra carnose che sanno ancora di Gyn tonic. Il suo profumo mi entra nel naso, va dritto al cervello e poi parte di nuovo per andarsi ad infilare sotto la pelle, nell'anima.
È uno di quei profumi che quando non ci sono più te li senti addosso comunque. Come quello del mare quando torni a casa dopo l'estate.
Si stacca prima ancora che possa fare qualcosa e mi guarda come se fosse persa.
"Scusami io....Non volevo, Damiano, scusa"
Damiano.
Com'è che non mi sono mai reso conto di quanto sia bello il suono del mio nome?
O è solo lei che lo pronuncia in un modo che mi manda in fumo il cervello?
Fa un passo indietro per allontanarsi ma non glielo lasvio fare. La voglio vicino, molto più vicino di così.
Le prendo il viso tra le mani e mi tuffo sulla sua bocca. Le nostre lingue giocano per un pó, mentre io allungo la mano sotto il suo giacchetto e la avvicino a me. La pelle della sua schiena è bollente ed il suo vestito è di troppo. Anche i miei lo sono.
Specialmente i miei pantaloni che all'improvviso sono diventati parecchio stretti.
Potrei continuare per tutta la notte, ma si stacca prima di una batter di ciglia.
È confusa. Forse non avrei dovuto?
"Io...Io devo andare"
Magari dovrei dire qualcosa.
DECISAMENTE dovrei qualcosa, ma cosa?
"Non è il caso di..."
Di?
"Insomma io...."
Tu, cosa? Perchè farfuglia in quel modo?
"Grazie del passaggio" mi dice, poi frettolosamente sfila le chiavi dalla serratura, si lancia al di la del portone e se lo chiude alle spalle.
Sono solo.
Quanto cazzo di tempo era che non succedeva? Che Damiano David rimenesse all'asciutto, solo come un cane, fuori da un portone?
Ora che ci penso...È mai successo davvero?
Questo si che è un gran bel calcio in culo alla noia e alla normalità. Ma in fondo Carboncino è tutto fuor che normale, no?
Mi siedo in macchina e fisso il vuto qualche secondo.
È strano: sono appena andato in bianco, ma sono felice come se avessi fatto l'amore per ore.
Ma che sto a combinà? Gli altri stanno alla festa, è meglio se li raggiungo e alla svelta.
Metto in moto e sorrido.
Ma che davvero sta succedendo?
Proprio così.
Sto guidando, è notte e sto sorridendo come un bambino.




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