Capitolo 41

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La gioia, l'eccitazione, il sollievo, la beatitudine, la dolcezza, l'amore... Un misto di emozioni, quelle più deliziose e pure, mi travolgono mentre corro senza fiato verso l'esterno della villa Baker.
  J è appoggiato alla sua auto e getta a terra il mozzicone della sigaretta non appena mi vede correre verso di lui, accogliendomi tra le sue braccia.
  Affondo il viso nel suo petto, stringendo con forza le mie mani dietro la sua schiena. «Non andare più via» mormoro tra le lacrime e lui stringe le dita nei miei capelli, stampandomi innumerevoli baci sulla fronte, stando attendo a non sfiorarmi la parte lesionata sulla tempia ancora in via di guarigione per via di quella caduta contro la cassa di legno nel furgone.
   «No. Non andrò più via. Il mio posto è con te» mi sussurra portando il mio viso a livello del suo.
   E restiamo a guardarci negli occhi per un tempo che mi sembra indefinito, ascoltando le capriole gioiose dei nostri cuori. E infine mi attacco alle sue labbra, mormorandogli ripetutamente che lo amo e quando sento pronunciare dalla sua voce le mie stesse paroline, quasi potrei morire per le forti sensazioni che provo.
  «Ti amo, Eleanor, ogni giorno sempre di più»
  E mi stacco dalle sue labbra per continuare a guardarlo negli occhi mentre le scandisce sinceramente e finalmente mi rendo conto che è tutto finito. Non c'è più nulla da temere ormai... anche se: «Credo che dovremmo parlare un po'» rompo la magia perché il bisogno di sapere tutto della sua vita e dei suoi pensieri è importante per lasciarci tutto definitivamente alle spalle.
  «Sì. Facciamo due passi?» mi indica la strada curata e illuminata del quartiere per bene e accetto aggrappandomi al suo braccio.
  «Già sai quanto Maddy è stata importante per me. Be', così tremendamente importante da organizzare un rapimento e un omicidio premeditato... ma forse è stato il destino a mettermi di fronte a te, perché da quando i tuoi occhi hanno incrociato i miei ho capito che sarebbe stata la fine, anzi l'inizio di una possibile svolta nella mia vita»
  Resto in silenzio con lo sguardo fisso sul marciapiede mentre passeggiamo indisturbati sotto le luci natalizie. È la prima volta che si apre con me, ed è la prima volta in cui non si rifugia nei suoi silenzi...
  «Io e Maddy ci siamo conosciuti quando eravamo due bambini. Entrambi provenienti da un quartiere malfamato e entrambi componenti di una famiglia disastrosa. Dopo l'episodio di adozione e del collegio, mia madre fece di tutto per riportarmi a casa. Si trovò un lavoro decente, una casa pulita e ottenne il mio affidamento... ma non è mai riuscita ad allontanare Richard da noi. Quel pazzo diventava ogni giorno sempre più violento, e...» si interrompe per qualche secondo. Prende un profondo respiro e continua «Ed era lo zio di Maddy. Per questo l'ho conosciuta quando ero solo un bambino...»
  «Maddy era sua nipote?» chiedo confusa.
  «Sì, di consegue siete state cugine... anche se non si è mai capita una cosa...»
  Ho paura a chiedergli cosa e mi fermo per guardarlo negli occhi.
  «Richard aveva un fratello, un altro ubriacone del cazzo, ed entrambi scopavano con la madre di Maddy. Lei era una schifosa prostituta e non si è mai scoperto Maddy a chi fosse figlia...»
  «Quindi potrebbe anche essere che Maddy era la mia sorellastra?» chiedo scioccata.
  «Io non avevo idea del vostro legame di parentela anche se la somiglianza è notevole fra voi, ma non ci avevo mai pensato fin quando non si è presentato Richard da me» mi riprende sottobraccio e mi spinge a proseguire la passeggiata.
   Mi zittisco completamente e preferisco ascoltare il continuo della verità.
   «Eravamo a cena con i tuoi quando Richard ha pensato bene di minacciarmi. Mi stava aspettando fuori dal ristorante per rivelarmi la scioccante informazione di essere tuo padre. E gli ho subito creduto perché era da quando avevo solo dieci anni che lui seguiva costantemente una donna e una bambina. Ed eravate tu e tua madre. E lo faceva ogni giorno, ogni mese e ogni anno, fin quando non capii che stava seguendo sua figlia... ma tua madre lo aveva pagato profumatamente per non farlo avvicinare. Lui aveva mantenuto la promessa ma sfogava la frustrazione su di me, su mia madre, sulla madre di Maddy e infine anche su Maddy...» deglutisce e lascia il mio braccio per avvolgerlo sulle mie spalle e tirarmi verso di lui.
   «Richard ha cominciato ad abusare di Maddy. Lei aveva solamente sedici anni e io gli sparai, dando fuoco alla sua casa. Tutta la rabbia accumulata in tanti anni di violenze verso di me e mia madre esplose quel giorno, ma quel pezzo di merda non morì. E dopo poco scappai di casa con Maddy. Andammo a vivere insieme e da allora non ho fatto altro che collezionare guai, giorni di galera e nemici... Ma Maddy ha sempre puntato in altro. Ha sempre pensato che quella vita non le appartava e che avrebbe dovuto meritare di più. Troppe volte Maddy mi ha chiesto di scappare da quella merdosa periferia, di lasciare i nostri amici e di smetterla con quella vita... ma io le ho sempre detto di no. Io non avevo nulla da offrirgli e lei ha conosciuto Andrew. Facile per una ragazza innamorarsi di uno come lui. Di uno che ti promette la luna con tutte le stelle dell'universo e per lei che non ha mai avuto nulla è stato facile credergli. E poi... sai bene cosa è successo dopo e credo tu sappia anche quello che è successo quattro giorni fa»
   «Andrew l'ha appena raccontato... me l'aspettavo una reazione del genere da parte di Maddy. Sapeva bene di poterti punire solamente in questo modo, ovvero facendoti sentire in colpa...»
   «Ma stavolta non voglio incolparmi di nulla. Per me Maddy è morta esattamente quel giorno che l'ho ritrovata nel cassonetto della spazzatura. Rivederla adesso è stato come riaprire una vecchia ferita ma non mi ero accorto che quella ferita era già bella che rimarginata... ed il merito è stato soltanto tuo» si interrompe e mi stringe ancora di più a sé.
    «E dove sei stato in questi giorni? Ho temuto il peggio...». E non voglio pensare alla scioccante rivelazione che mi ha appena rivelato, perché Richard non è mai stato mio padre. Uno come lui non merita neanche lontanamente essere un genitore e per quanto riguarda Maddy, farò finta che non sia mai esistita.
   «Mi sembrava doveroso informare sua madre dell'accaduto. Sono ritornato in quel vecchio postaccio e l'ho aiutata a dare alla figlia una sepoltura decente»
   Mi si stringe il cuore.
   La vita di J è stata un completo disastro e ora tocca a me rendere migliori i suoi giorni a venire.
   «E mi dispiace di averti trascinato in tutta questa merda, tu non c'entravi nulla... e soprattutto mi dispiace per non essere mai stato sincero con te. Non lo meritavi... e adesso ho sentito il bisogno di dirti tutto e di liberarmi una volta per tutte dal casino che è stata la mia vita» si ferma nel bel mezzo del marciapiede mentre alcuni fiocchi di neve cadono silenziosi sopra di noi.
   Lo zittisco con un dito sulle labbra «È finita. La nostra vita comincia adesso. Dimentichiamoci tutto quello che è successo e ripartiamo da zero»
   Mi sorride e mi abbraccia «Sì, hai ragione. Dimentichiamo tutto... insieme ci riusciremo»
   Insieme.
   Quante cose si fanno in due? Tantissime!
   In due si ama, si migliora, si cresce, si fa l'amore... ci si completa. Uno è il sostegno dell'altra. Si dà forza, coraggio, comprensione, attenzione...
   In due si può sbagliare, cadere, ma sempre in due ci si rialza, ci si aiuta, ci si fida e ci si affida.
   Uno è lo specchio dell'altra.
   L'amore è condivisione.
   L'amore è due.

    Ci rifugiamo in un hotel che troviamo lungo la strada per ripararci dalla nevicata.
   Avviso i miei con un rapido messaggio e poi spengo il telefono, mentre J si richiude la porta alle spalle.
    «Adesso siamo soli e con un nuovo inizio da dover inaugurare» mi dice mentre mi libera dal cappotto e dalla sciarpa. «Acciaccati e malconci ma pur sempre felici» aggiunge baciandomi i segni ormai permanenti della bruciatura sul collo. Gli stessi che adesso ha anche lui sulla superficie della spalla sinistra, coperto da uno strato di garza sottile.
   Correre a salvare Andrew è stato un grande rischio, ma soprattutto una prova d'amore che supera tutti i limiti della ragione.
    «E questo invece cos'è?» indico un nuovo tatuaggio comparso sul suo avambraccio.
   «Non sai leggere?» mi spinge sul letto, liberandomi dal maglione e dai pantaloni.
   «Certo che so leggere. Volevo intendere quando l'hai fatto» mi aggrappo alle sue spalle mentre si posiziona tra le mie gambe.
   Mi stampa un bacio sulle labbra «La sera che Maddy è venuta da me. Lì ho compreso che tu eri molto più importante di qualsiasi altra cosa»
   Il mio nome è scritto con l'inchiostro indelebile sulla sua pelle, accostato ad un'ala aperta in volo colorata con gli acquerelli più belli.
    E comprendo all'istante il suo significato. I colori chiari e luminosi che rappresentano tutto l'amore più puro e innocente, e la sua voglia di spiccare il volo solo se io gli tengo la mano.



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A martedì con l'epilogo 😭❤️

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora