Capitolo 12

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Non appena le labbra di J vengono allontanate bruscamente dalla mia fronte, una sorte indescrivibile di freddo gelido e penetrante mi fa raggelare e pietrificare all'istante.
   Ora ho decisamente paura di quello che sta per succedere.

   Andrew ansima come un toro. J, di fronte a noi, alza le mani in segno di scuse e di arresa, sottraendosi ad una eventuale rissa.
   Ma è davvero così cambiato?
   Qualche tempo fa sarebbe stata un'occasione d'oro per lui trovarsi faccia a faccia con Andrew per massacrarlo di botte, ma adesso preferisce chiuderla qui, arrendendosi senza nemmeno parlare e guardandomi con la luce della speranza negli occhi, implorandomi di porre fine al calvario che è stata la sua vita fino ad oggi, dandogli modo di alleggerire il peso degli sbagli accumulati che porta sulle spalle.

«Posso capire qual è il tuo cazzo di problema?» sbotta Andrew.

J alza superficialmente le spalle, tenendo le mani nelle tasche dei jeans «Avevo solo una cosa da dirle. Ora abbiamo finito» e non stacca gli occhi dai miei.

Andrew mi nasconde dietro la sua schiena e io gli afferro prontamente un braccio «Lascialo stare» gli sussurro e lui mi rivolge uno sguardo confuso e infastidito, con tanto di sopracciglia aggrottate.

«Non deve più romperci il cazzo!» Mi risponde con il veleno sulla lingua.

«E non lo farà più» ribatto, stringendo la presa sul suo braccio. «Stava giusto andando via» aggiungo e lancio un'occhiata implorante a J di non rispondere con qualche frase insolente.

«Ci ha seguiti fin qui. E un pazzo e non può passarla liscia...» Andrew non riesce a trattenersi e si volta verso J con la rabbia che fuma dalle orecchie.

«Non ci ha seguiti», lo correggo. «Quello è il suo locale» e indico l'insegna luminosa del Liberty Bar a pochi metri da noi.

Andrew saetta lo sguardo tra noi e il bar, e forse si sta chiedendo come mai sono al corrente di questa informazione. Effettivamente non dovrei sapere nulla di J e del lavoro che sta intraprendendo, eppure ne sono a conoscenza, e lui si sta infastidendo parecchio.

   Le voci di Walter e Brenda che ci raggiungono, mi salvano in calcio d'angolo e Andrew mi stringe a sé, puntando l'indice contro J «Non voglio più vederti gironzolare intorno ad Eleanor. Sparisci! Lei non ha bisogno di te» gli intima con uno sguardo furioso e J si limita solamente ad annuire per niente spaventato, ma mi lancia un ultimo sguardo. Lo sguardo più intenso e profondo che mi fa battere forsennatamente il cuore, e intuisco all'istante quello che vorrebbe dirmi: "Ricordati che ti amo".

   «Perché lui è qui?» Sbotta Brenda guardandomi confusa, ma J ci dà semplicemente le spalle e si avvia verso il bar, senza più aggiungere nulla e lasciando Andrew ancora fumante di rabbia.

   Non so cosa dire, ma mi limito a depistare Brenda con qualche scusa per non dovermi sottomettere ad un elevato quantitativo di domande che sarebbe capace di propinarmi. «È stato un caso... J è il titolare del bar dove vi siete fermati a bere e ci siamo scambiati qualche chiacchiera. Nulla di preoccupante» forzo un sorriso tranquillo, ma Andrew emette un verso roco e animalesco per poi prendermi per un polso e trascinarmi via, mentre mi sussurra «La sua cazzo di bocca era sulla tua faccia!»

   Una fitta mi trapassa lo stomaco. E non perché Andrew mi ha beccata, ma perché le labbra di J riescono ancora ad avere un potere disarmante su di me.

   Mi riporta in macchina e Brenda, sui sedili posteriori, non smette di fare osservazioni su J.
   «Mi dispiace avervi portato in quel posto. Non sapevo fosse di J. E certamente non avrei mai pensato che un giorno sarebbe stato in grado di gestire un posto così frequentato. Insomma, è J...» ridacchia incredula e io, sul mio sedile anteriore, stringo i pugni e serro le labbra per non dover ribattere qualcosa di compromettente.

   «È un pazzo criminale. Un manipolatore. Spero abbia capito di stare alla larga» aggiunge Andrew con tutto l'odio che possiede, ma Walter si inserisce nel discorso.

   «Non me ne volete, ma mi è sempre sembrato un tipo a posto. Andiamo, è un tipo cazzuto con la testa sulle spalle. Non teme nulla e se ne frega altamente di quello che la gente pensa di lui...»

   «Ma da che parte stai, ciccione di merda!» Sbotta Andrew ancor più infastidito, inchiodando l'auto nel bel mezzo della strada.
   Sobbalzo e mi guardo intorno allarmata, mentre loro continuano a battibeccare.

   «Non dimentichiamoci che è un ladro...» interviene Brenda.

   «È un assassino...» aggiunge Andrew, voltandosi verso Walter che ha deliberatamente zittito.

   Vorrei urlare che J non è un assassino e che non ha ucciso nessuno. E che lui non è nelle condizioni adatte per giudicare dato che non ha un passato di cui vantarsi, e che ha fatto decisamente di peggio. Io in primis!

   E ora che vorrei difendere J a spada tratta, ancora una volta, mi accorgo di quanto ne sia ancora perdutamente innamorata. E rivederlo così calmo e bisognoso di me, mi ha senz'altro smosso qualcosa dentro che mi porta a ragionare sul fatto di dovergli dare una seconda possibilità.

   E sono così totalmente immersa nei miei pensieri da non rendermi conto che Andrew ha ripreso a guidare e che ha già riaccompagnato Walter e Brenda, e che siamo rimasti soli.
   Ferma l'auto poco distante da casa mia e si lascia andare sul sedile con le mani sulle tempie, massaggiandole.
   «Devo sapere cosa sta succedendo» sospira sfinito dai troppi dubbi.

   «Niente» mi affretto a rispondere.

   «Eleanor, non sei più tu da quando è riapparso quello lì, e devo capire». Non mi guarda nemmeno e resta con lo sguardo incollato fuori dal parabrezza.  

   «Lui non c'entra nulla» mi giustifico «Voleva solamente sapere come me la stessi passando. Non ha fatto nulla di male...»

   «Ti stava baciando» puntualizza.

   «Era un bacio innocente sulla fronte. Una sorta di addio... Non ci ha nemmeno provato a darmi un bacio diverso. Te lo posso garantire» Chiudo la conversazione con una punta di fastidio nella mia voce e ingioio tutte le restanti parole che vorrei dire, ma prima di fare il passo  verso J devo esserne sicura.

   Sospira ancora e si volta verso di me «Eleanor, okay. Non voglio litigare. Ti credo, ma devi giurarmi che non lo vedrai mai più e che non gli permetterai di intromettersi tra di noi» mi accarezza le mani e mi bacia le nocche «Stiamo così bene insieme. Non fare in modo che qualcuno rovini tutto questo solo per dispetto» aggiunge e si posa sul viso il palmo della mia mano.

   «Non succederà» lo tranquillizzo, ma dentro di me so che sto per deluderlo ancora e che sto per deludere anche i miei, mettendomi contro di loro ancora una volta... solo per amore.

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Non trovate che sia meraviglioso? 😍
Il loro amore non ha bisogno di troppe parole, ma si capiscono guardandosi solamente negli occhi.

A venerdì con il prossimo aggiornamento 😘

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