Capitolo 13

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Ed ora che sono stesa sul mio letto a contemplare il soffitto con la lettera di J poggiata sul petto, penso davvero che il mio posto sia con lui. Nel calore e nella serenità di una coppia normale, umile e innamorata. A vivere sotto lo stesso tetto, lavorare, farci le coccole e preparare la cena insieme ogni sera.
   In fondo non è quello che ho sempre desiderato?

   Ma come lo spiegherò ai miei? A mio padre gli verrebbe un colpo se mi sentisse parlare di J e di un futuro con lui, e mia madre ne rimarrebbe profondamente delusa, anche perché l'ha accolto in casa nostra come un figlio e lui l'ha ripagata lasciandomi senza motivo, spezzandomi il cuore.

   Ma ora voglio che sia lui stesso a ricucire tutti i pezzi e a rimetterli insieme. Voglio che si prenda cura di me. Che mi ami. Che si rispecchi nei miei occhi e che veda un ragazzo diverso, nuovo e spensierato, con un futuro limpido davanti a sé e il passato solamente un lontano ricordo.
Voglio che sia grato a me del suo cambiamento e della sua rinascita. E che maturiamo insieme. Che insieme superiamo ogni ostacolo. E sempre insieme darci la mano e sostenerci l'un l'altro.

   Mi rannicchio sul letto riponendo la lettera sotto il cuscino e chiudo gli occhi sentendo ancora la morbidezza e il calore delle sue labbra sul mio viso.
   Ora penso proprio di non aver alcun dubbio.

Il giorno seguente, mi risveglio fresca e risposata come non mi succedeva da tempo immemore. Da quando J è ripiombato nella mia vita, bombardandomi la testa dei nostri ricordi, ho fatto anche a meno di assumere le pillole per stabilizzare il sonno e per tenere a bada gli attacchi di panico. Praticamente, non ne ho avuto più bisogno.
   La mia testa sembra essersi resettata e adesso non aspetta altro che essere riempita con la gioia di una nuova vita.

   Andrew non si fa vedere e non si fa sentire neanche al cellulare. È impegnato col lavoro e io sono impegnata ad escogitare un piano per raggiungere il bar di J. E mentre sto per uscire di casa con la scusa dell'appuntamento consueto dallo psicologo, Brenda piomba in camera mia «Dove vai di bello?»

«Psicologo» sorrido sarcastica, prendendo la borsa.

«Devi andarci per forza?»

   «Purtroppo sì»

   «Dai, non puoi disdire? Così andiamo al centro commerciale. È da tanto che non passiamo un pomeriggio insieme...» e si accomoda sul mio letto.

   «Dopo la seduta sono libera. Magari ci incontriamo là tra un'ora o due...» Ma anche tre, o quattro. Forse starò anche tutto il pomeriggio con J...

   «Okay... Ti aspetterò allora. Dobbiamo un po' parlare io e te» e mi lancia un'occhiata strana.

   «E di cosa?»

   «Di quanto sei strana»

   «Strana? Io?»

   «Sì, da quando ti è arrivata la lettera» affila lo sguardo e io rido nervosamente.

«Ma no, non sono strana. E la lettera non c'entra nulla...»

«Quindi non l'hai letta?» Chiede sospettosa.

Evito di guardarla in faccia «No!» Trillo e mi avvio alla porta.

«Tu l'hai letta!» Sbotta «E ora stai andando da lui!» Mi afferra per un braccio e le tappo la bocca con una mano.

«Ti vuoi stare zitta?» Le intimo e tendo l'orecchio fuori dalla porta, sperando che mia madre lì fuori non abbia sentito nulla.

«Quindi vai da lui, adesso?» Mi chiede sottovoce con gli occhi sgranati.

«Sì, e sei pregata di non dirlo a quel carotino del tuo fidanzato!» L'avviso minacciosa.

«E Andrew? Cosa vuoi fare con lui? Vi siete appena fidanzati...»

«Non lo so» la interrompo «So solo che per il momento devo vedere J e parlare con lui»

«No. No. No. Non voglio essere una tua complice. E non posso tenere un segreto del genere e nasconderlo ai tuoi, a Andrew e a Walter...»

«Allora fai quello che ti pare» sbotto, fregandomene altamente e lei sonda per un momento il mio sguardo, come se volesse capire quanta verità ci sia nelle mie parole. E non appena si rende conto che sono più che determinata e che non c'è verso di farmi cambiare idea, scuote la testa ed esce dalla mia camera, sbattendo perfino la porta. E il rumore assordante mi fa stringere lo stomaco in una morsa lancinante, dandomi la sensazione che a breve si scatenerà una catastrofe apocalittica.

Nessuno appoggerà la mia decisione e so perfettamente che se adesso corro da J dovrò fare i conti con la delusione dei miei genitori e la rabbia dei miei amici. Ma neanche questi pensieri riescono a fermarmi, perché mi ritrovo a percorrere di corsa il salone e il corridoio, per poi urlare a mia madre che sto uscendo e che sarò di ritorno tra qualche ora. E prima che riesca a chiedermi qualcosa, sono già entrata in macchina.

***
Eleanor ha preso la sua decisione 😍
E per farmi perdonare di aver pubblicato un capitolo così breve, interrompendolo sul più bello, domenica aggiorno il prossimo 😘
Buona immacolata

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Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora