Capitolo 9

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Sarebbe stata una vita meravigliosa se solo J non avesse avuto il barbaro coraggio di lasciarmi, mentirmi e trasformarmi nella sua ex.
Avremmo potuto vivere una vita tranquilla e spensierata, a base di baci e carezze. Dove la nostra unica preoccupazione sarebbe stata quella di decidere in quale capitale europea volare per il weekend o in quale ristorante cenare.
Ma lui ha preferito la sua vita piena di rischi, costruendosi una corazza dura contro quelli che l'avrebbero voluto diverso, vivendo con il peso del passato e con il tormento di un fantasma che non sarebbe più tornato in vita.
Ed io gli avrei dato tutto quello che sarebbe servito per renderlo felice. Ma ora che ci penso: io l'ho già fatto. Gli ho già dato tutto, facendomi ridurre in tanti minuscoli pezzetti.
J ha preso la parte migliore di me e l'ha calpestata. E adesso non credo di avere altro da offrirgli.
Ha avuto la sua occasione di cambiare e di migliorarsi e non ha saputo sfruttarla, preferendo cambiare me in quella che non avrei mai pensato di essere.
Eppure c'è quella lettera.
Cosa ci sarà mai scritto?

   «Sì, il vino rosso va bene, giusto amore?» La voce di Andrew si fa strada nei miei pensieri e annuisco e sorrido al cameriere dell'hotel che è pronto a servirci la cena.
   Gli porgo il menù e dedico la mia attenzione a Andrew, il ragazzo con cui sono legata e fidanzata, e con il quale sto trascorrendo il weekend in una delle migliori spa svizzere.

   «Direi che oggi ci siamo rilassati parecchio. La piscina riscaldata all'esterno è stata un'esperienza davvero benefica» mi accarezza il dorso della mano.

   «Sì. Due giorni sono davvero pochissimi. Dovremmo venirci di nuovo...» gli sorrido e penso a come sarebbe stato questo weekend se ci fosse stato J al suo posto, magari dopo la nostra festa di fidanzamento, mettendomi sulla bocca di tutti per la sfacciataggine di scegliere un ragazzo che non c'entra nulla con il mio ceto sociale. Ooh, ma che vado a pensare!

   «Sicuro. Organizzerò i miei impegni in banca e prenoteremo per il mese prossimo. O forse potremmo passare qui il Natale o il capodanno...»

   «Sarebbe magnifico» gli stringo la mano e il cameriere arriva con il vino. Stappa la bottiglia e ne versa un po' nel calice di Andrew che assapora da vero esperto. E dopo il suo consenso viene riempito anche il mio calice e un altro cameriere arriva con la prima portata.

   E la cena scorre tranquillamente con tante buone pietanze e una piena dose di vino che mi colora le guance e che mi fa sorridere senza motivo.

   Mi spalmo sul letto a pancia in un giù e Andrew si stende accanto a me «Hai ragione. Dobbiamo assolutamente tornarci», commenta facendomi voltare e poggia la testa sulla mia pancia.

   Affondo le dita nei suoi capelli chiari e punto il mio sguardo al soffitto illuminato fiocamente dalle abat-jour accese sui comodini.
   Il vino mi fa vorticare leggermente la testa, ma non mi cancella i pensieri che si concentrano ancora una volta su J. Ma perché?

   Andrew si sposta lentamente sul mio petto per guardare i miei occhi più da vicino e piano mi accarezza la guancia. «Sai, stavo pensando...» comincia, rigirandosi una mia ciocca di capelli tra le dita «Che potremmo andare a vivere insieme». I suoi occhi si immergono nei miei e io lotto per non far agitare il mio cuore sotto il suo orecchio, ma c'è l'urgenza di una mia risposta.

   «Be'... è una bella idea. Dovrei prima parlarne con i miei...» azzardo alzandomi sui gomiti e lui si sposta per mettersi al mio fianco.

   «Non dovrebbero esserci problemi. Ti hanno lasciata andare a vivere con quel criminale da quattro soldi, non vedo perché non dovrebbero lasciarti venire a vivere con me» mi lancia una fugace occhiata e sa che non posso controbattere.

   «Ma certo» sorrido «Non dovrebbero esserci problemi»

   «Bene, perché ho già chiesto a mio padre l'attico che ha comprato per una sede privata, ma potrebbe diventare comodamente casa nostra. Basta fare qualche piccola modifica e sarà pronto nel giro di un mese...»

   «Wow, è magnifico» mi crogiolo sul suo petto e lo abbraccio per ringraziarlo, ma solo per mascherare la faccia confusa che sto facendo.
   Ho capito perfettamente il motivo di questa decisione. Lui vuole tenermi lontana da J e dubito che abbia già chiesto a suo padre di cedergli l'attico, altrimenti non avrebbe perso tempo a dirmelo. Ora gli preme solamente la priorità di tenermi il più vicino possibile a lui. Ha capito perfettamente che J è diventato di nuovo una minaccia con la sua ricomparsa e teme che io possa cedere da un momento all'altro. Ed ha ragione?

   Qualunque sia il suo piano, cerco di rimanere comunque rilassata e sorridente per il resto del giorno dopo ed eliminare ogni briciolo di ricordo che appartiene a J nella mia mente sempre più confusa. E quando ritorno a casa, ovviamente non riesco a scampare alla potenza sconvolgente della lettera in fondo al cassetto della scrivania.

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SORPRESAAAAAAA 🎊🎉

Madonna, questa benedetta lettera ci sta facendo sudare.
Sarà finalmente arrivata la volta buona di leggerla?

Scusatemi se non ho risposto ai commenti nel capitolo di venerdì 😔

A martedì 😘

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora