Capitolo 28

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Mi fiondo in bagno a cercare le mie pillole perché il senso opprimente di un attacco di panico mi toglie il fiato e mi fa girare la testa.
Le trovo in fondo alla pochette dei miei cosmetici e ne ingoio una insieme a dell'acqua che prendo dal rubinetto.

Chiudo per un momento gli occhi, cercando di domare queste orribili sensazioni ma è impossibile. Non riesco a calmarmi. Respiro a fatica e la paura mi sta divorando.
   Ma paura di cosa? Che io sia diventata pazza o che Maddy è viva ed è pronta a riscattare tutto quello che ha perso?
   Cosa ne sarà di me e J? Lui mi lascerà se la vedrà perché lei è tutto quello che ha sempre voluto... e io non conterò più nulla.

Mi rannicchio contro il muro seduta sul pavimento in preda alla disperazione e singhiozzo così forte che a fatica riesco a respirare, ma sento la porta che si apre e la voce di J che entra pronunciando il mio nome.
Io però non riesco a rispondere, ma continuo solamente a singhiozzare e sento poi i suoi passi che corrono fino a raggiungere il bagno e inginocchiarsi di fronte a me per stringermi tra le sue braccia.
«Eleanor, ma che ti succede?» mi accarezza la testa e io continuo a piangere sul suo petto. «Calmati, adesso. Non sei più da sola» cerca di tranquillizzarmi e io provo a chiudere gli occhi per qualche istante ma li riapro subito perché il viso di Maddy ricomincia subito a tormentarmi.

«I-io... io no... non sono pazza» singhiozzo «Lei c'era. Fuori. Era lei. Non l'ho immaginata» cerco di mettere insieme delle frasi sensate ma gli occhi di J sono più confusi che mai. Non mi crede.

«Okay, non sei pazza. Ma non è possibile... lo sai» fatica a pronunciare l'ultima frase, ma solo perché non vuole che io pensi al peggio. Ma maledettamente chiaro che non mi crede.

Lo spintono «Lo vedi? Tu lo pensi!»

«No che non lo penso»

«Sì, tu pensi che io sia pazza, che vedo cose che non esistono... ma lei c'era, cazzo! Proprio fuori da questa casa ad aspettarmi. Mi perseguita e mi minaccia. Mi vuole morta!» parlo senza neanche respirare con la voce strozzata dai singhiozzi e J non riesce a crederci, mi guarda sempre più confuso.

«Forse sarà meglio andare a riposare. Una tazza di tè caldo ci può aiutare...» propone ma io lo interrompo.

«No! Perché non capisci? Anzi, perché non mi credi? Ti sto dicendo che quella psicopatica mi sta minacciando di uccidermi se non mi levo da torno e tu non dici nulla?»

   «Cosa dovrei dirti? E tutto così assurdo e lo sai...»

   «Io non ho parlato da sola fuori da questa casa e la sua voce non esiste solamente nella mia testa! Dillo anche Andrew! Lui l'ha vista nella registrazione delle telecamere quando ci ha rigato la macchina... l'ha vista!»

   «Eleanor, lei è morta! Non c'è più!» Sbotta adirato e la cosa mi fa innervosire ancora di più.

   «E se fosse viva? Tu cosa faresti, eh?» mi si bloccano le lacrime e il respiro, e resto fissa a guardarlo negli occhi.

   I secondi che passano sembrano ore.
   E alla fine lui cede, facendomi morire dentro. Abbassa per un attimo lo sguardo sulle sue mani e alza le spalle. Non sa cosa dire... questa domanda lo turba. Ancora.

   Scuoto la testa per riprendermi e mi strofino gli occhi, dopodiché mi alzo da terra con l'intenzione di andare via.

   «Dove vai adesso?» mi chiede con la voce incerta. Non sa cosa dire e non sa cosa pensare, e ancora una volta si affida al silenzio. Quel silenzio che non fa altro che lacerarmi dentro.

   «Via» mormoro uscendo dal bagno e non mi volto a guardarlo, ma sento che si alza dopo di me e mi raggiunge stringendo il palmo sul mio polso.

   «Eleanor, aspetta. Non puoi andare via così... È assurdo quello che stai dicendo...»

   «Non mi toccare!» sbotto tirando via la mano con forza e lui preferisce non fare pressione «Non è assurdo quello che dico. Io non ho sognato nulla ed è tutto vero quello che ti ho raccontato e tu, tu... tu...Ah, ma vaffanculo. Tanto non mi credi e sei uno stronzo schifoso bastardo» cammino a passo spedito verso la porta e me la richiudo con forza alle spalle. Gli sento urlare il mio nome e riaprire la porta per raggiungermi ma io mi chiudo in macchina evitando di guardarlo e scappo letteralmente via, prima che mi raggiunga.
   Non sono pazza!
   Non sono pazza!
   Non sono pazza, per l'amor del cielo!
   Io l'ho vista e ho toccato le sue mani, perché nessuno vuole credermi?
   E poi l'ho notato lo sguardo spaesato di J non appena gli ho fatto notare una probabile resurrezione di Maddy. Lui ancora non la dimentica. Lui ha ancora un posto riservato per lei nel suo cuore. E io ancora una volta mi sono illusa! Maledetta me!

   Spingo il piede sull'acceleratore e percorro la strada di casa. La mia casa. Quella dove sarei dovuta rimanere lo scorso mese e anche sei mesi fa. Avrei evitato tante rogne e delusioni.
   Le luci sono accese e tiro su con il naso, preparandomi ad una sfilza di domande da parte dei miei. Ma quando entro trovo solo mio padre sul divano che sorseggia un tè davanti al monitor del computer che regge sulle gambe.

   «Ehi, che sorpresa» mette via tutto per venirmi incontro.

   «Ciao papà. E la mamma?»

   «Cena con le amiche... tutto bene?»

   Di sicuro il mio viso arrossato non passa inosservato «Be', sì... più o meno... preferirei andare a riposare»

   «Okay, camera tua è sempre al piano di sopra» mi sorride e mi fa una leggera carezza sulla testa, mentre io abbasso lo sguardo e sgattaiolo via.

   Lo ringrazio mentalmente per non avermi chiesto nulla e per non aver menzionato il nome di J, ma non appena arrivo in camera mia mi chiudo a chiave e mi rannicchio sul letto, ricominciando a piangere ormai sopraffatta dalla paura che Maddy mi abbia fatta impazzire per davvero.

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Qui la situazione sta degenerando 😱

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora