Capitolo 15

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Lasciare J al suo lavoro è tanto dura quanto straziante.

   Mi aggrappo alle sue labbra ancora per qualche minuto, staccandoci poi con la promessa di vederci questa sera dopo la chiusura del locale, il che sta a significare in tarda serata, anzi a notte inoltrata. E sinceramente non so proprio come fare per uscire di nascosto.

   «Verrò io da te» mi tranquillizza con una carezza sulla guancia.

   «Okay, allora ti aspetto» gli sussurro, stringendo la sua mano sul mio viso, pur sapendo perfettamente che quello che avverrà stanotte sarà un incontro del tutto clandestino.

   Ma il mio cellulare in borsa comincia a squillare e J mi stampa ancora una bacio per poi aprire la portiera della mia auto.

   Sono restia ad entrarci, ma non posso trattenerlo oltre e mi accontento di stringergli la mano e di rivolgergli un gran sorriso felice.

   «Ricordati ti lasciare la finestra aperta» mi sussurra sul dorso della mano per poi stamparci un tenero bacio.

«Solamente se resti a dormire con me» ammicco.

«Non potrei desiderare altro»

Ed io inizio già a fantasticare sul nostro incontro mentre percorro la strada verso casa. Ma le chiamate insistenti di mia madre mi danno una svegliata e la informo che sto per tornare a casa, e per avere un alibi di queste due lunghe ore fuori casa mi fermo nel primo negozio che trovo per fare un po' di acquisti. Sì, esatto. Io e J siamo stati per due ore rinchiusi nel deposito tra baci e carezze, nella dolcezza più totale, a guardarci negli occhi e a farci promesse. Non mi ha chiesto nulla di Andrew e del fidanzamento, ma ha solamente voluto tenermi tra le sue braccia a sussurrami tutto l'amore che prova per me, stando attento a non dire nulla di sbagliato per non rovinare il momento. E io l'ho ascoltato, parola per parola, emozionata come non mai. Ritrovarlo è stata la cosa più bella che mi potesse capitare.

Ritorno a casa con un sorriso a trentadue denti e mia madre se ne accorge. «Che ti succede?» Mi scruta curiosa, sbirciando poi nelle mie buste.

«Nulla» faccio spallucce e sfuggo al suo sguardo con la scusa di dover andare in bagno. E una volta sola mi sciacquo la faccia per tenere a bada i bollori e l'eccitazione di dover incontrare J più tardi nella mia camera, di nascosto. E già non vedo l'ora di aggrapparmi alle sue spalle e baciarlo fino a domani mattina... magari a fare pure l'amore e a recuperare tutto il tempo perduto. E a stare a guardarci negli occhi, a toccarci e baciarci ogni centimetro di pelle, a regalarci brividi caldi ed emozioni intense... Ma mia madre interrompe i miei pensieri con un forte colpo di nocche alla porta.
«Eleanor, c'è Andrew a telefono» mi avvisa.

«Lo richiamo» mi affretto a rispondere per poi buttarmi altra acqua fredda sul viso ed esco non appena il rossore sulle mie guance si è dissolto. E quando raggiungo mia madre la trovo intenta a chiacchierare con Andrew al cellulare.
   Mi schiarisco la gola per farla smettere e lei mi passa subito l'apparecchio, per poi prendere la busta dei miei "complici" acquisti e raggiunge la mia camera.

   «Ehi, hai lavorato tutto il giorno?» Mi lascio cadere sul letto e cerco di assumere un tono più trasparente possibile.

   «Sì, mio padre mi ha spremuto come un limone» la sua voce infatti sembra molto stanca.

   «Be', allora fai un bel bagno e poi vai a riposare...»

   «No, vorrei passare a prenderti. Che ne dici di cenare insieme?»

   «Sì, per me va bene». Non mi conviene sembrare distaccata e fredda, potrebbe insospettirsi e tenermi sotto controllo. Quindi mi conviene essere la Eleanor di sempre, almeno fino a quando non avrò consolidato il mio legame con J e trovato le parole giuste da dire ai miei e a Andrew.

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora