Capitolo 3

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Le docce le trovo subito. Sono in una stanza subito dietro il Casolare con all'interno due di esse, un water e un lavandino. Tutti in pessime condizioni, ma almeno usabili.
Mi spoglio e mi infilo subito sotto il getto d'acqua. È piacevole stare qui sotto, a riflettere su tutto quello che mi è successo. Come situazione è bizzarra ma allo stesso tempo inquietante. Chi metterebbe mai un gruppo di ragazzi dentro ad un posto del genere? È vero, la Radura è un posto meraviglioso, dal punto di vista estetico, escludendo il Labirinto, perché a quanto pare ci deve essere qualcosa all'interno da cui è meglio stare alla larga. Insomma, le porte si chiudono la sera, non ce ne sarebbe bisogno se non ci fosse qualcuno all'interno. 
Ad un tratto, qualcuno interrompe il mio flusso di pensieri aprendo la porta.

"C'è qualcuno?" chiedo, appoggiando la schiena alla fredda parete che circonda la doccia.

"Ehi, sono Alby, sono venuto a portarti dei vestiti puliti" dice con voce chiaramente imbarazzata.
Sono completamente rossa, immobile, ma riesco comunque a parlare.

"Ok grazie Alby, a dopo" dico, chiudendo la conversazione lì.
Sento la porta aprirsi di nuovo e poi il silenzio. Esco dalla doccia, prima controllando che non ci sia nessuno. Mi vesto alla svelta e scappo da quell'abitacolo. Mi sento quasi come nuova, quasi.
Mi avvio all'interno del Casolare e lì, attorno ad un tavolo, ci sono Alby, Minho e Newt che stanno mangiando. Credo sia l'ora di pranzo. Mi avvio verso di loro e, appena mi notano, Minho e Newt mi sorridono, mentre Alby alza un angolo della bocca, senza scomporsi.

"Posso sedermi?" chiedo cortesemente, giocando nervosamente con il lembo della maglia.

"Finalmente si è decisa ad essere gentile" risponde Newt ridendo. Gli rivolgo un'occhiataccia e mi siedo. "Vieni qui Fagio" dice Minho avvicinandosi a me. Io mi allontano, ma lui mette subito un braccio attorno alle mie spalle, scompigliandomi i capelli con l'altra mano. È più che chiaro che non hanno mai avuto a che fare con una ragazza. Mi scanso il più gentilmente possibile, con un mezzo sorriso.

"Allora, hai intenzione di mangiare qualcosa?" mi chiede, e io accenno un 'sì' con il capo.

"Allora, cosa ne facciamo di lei?" interviene qualcuno da lontano. Gally. E, come in precedenza, ha uno sguardo minaccioso. Che simpatia questo ragazzo.

"Non so, dobbiamo tenerla d'occhio, questo è certo." afferma Alby, altrettanto minaccioso.

"Ehi, io sono qui" dico irritata, incrociando le braccia.

"Io non mi fido. Andiamo Alby, siamo tutti maschi, poi arriva lei, scombussola i nostri modi di fare e tutti la guardano come se fosse una stella caduta dal cielo!" sbraita Gally, allargando le braccia.

"Lo so, e dobbiamo evitare anche che a qualcuno di noi vengano in mente strane idee" dice Alby.
Sento la rabbia crescere dentro di me. Cerco di reprimerla, ma le troppe emozioni prendono il sopravvento.

"Allora, ora mi sono stufata" dico con voce apparentemente calma "Non sono la vostra cavolo di Fagiolina e non sono la 'vostra' prima ragazza. Eh no, cari, con me non funziona così. Lavorerò, farò quello che volete, non mi importa se poi non mi integrerò nel gruppo, ma non mi farò trattare come una bambina. Adesso, se non vi dispiace, tolgo le tende." Sputo fuori parole a raffica, troppo presa dalla rabbia del momento.
Detto questo, esco infuriata dal Casolare e mi dirigo verso il bosco. Già da prima avevo deciso che sarebbe stato posto in cui mi sarei rifugiata in caso fossi rimasta qui.
Corro e corro, finché per poco non vado a sbattere contro il muro del Labirinto. Cerco un albero abbastanza alto, mi arrampico fino in cima molto facilmente e mi lascio abbandonare alle mie emozioni. Piango, non mi importa di nulla e di nessuno; odio questo posto, voglio ricordare chi ero, perché sono qui e che cosa vogliono da me i cosiddetti Creatori.
Resto qui sull'albero per circa una mezz'oretta. Ho finalmente smesso di piangere e ora osservo il verde davanti a me con indifferenza.

"Ehi, Fagio!" mi chiama qualcuno.
Newt.
Aguzzo la vista verso il basso, riconoscendo la sua chioma bionda.
Un brivido di irritazione mi corre giù per la schiena.

"Scendi, dai, lasciali perdere" continua lui, ma io scuoto la testa.

"No Newt, sali te, ma io non scendo"  rispondo.

"Ok, salgo io" dice rassegnato. Accidenta a me.
Vedo che fa un po' di fatica a salire, ma mi raggiunge e si mette accanto a me.

"Ehi Fagio, lasciali stare, sono due idioti. Alby ha la mania di fare il capo e Gally è una testa di caspio. Capiscilo poverino, non vede una ragazza da 2 anni" dice ridendo, strappandomi un sorriso.

"Ok, ok, mi hai convinto, però per favore, basta chiamarmi Fagio" dico con un falso tono serio.

"Ma ti sta bene! E poi finché non ricordi il tuo nome..."

Julia

Julia? Una vocina nella mia testa mi ha urlato questo nome. Il mio nome è Julia! Sì, è quello!

"Julia! Mi chiamo Julia!"

•Angolo autrice•

Ehi pive!
State trascorrendo bene questo week-end?
Io ho fatto un po' di acquisti per il Black Friday,e intanto mi è arrivato da Amazon il libro "Il Codice" e sono troppo euforica!

Spero che la storia vi stia piacendo e lasciate un commento se volete qualcosa o qualcuno di particolare nella storia❤

Day One Greenie?Where stories live. Discover now