Capitolo 76

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Un mese e tre settimane dopo. Cinque mesi e mezzo di gravidanza.

Ero già al quinto mese di gravidanza e mi sentivo tremendamente ingombrante. I miei piedi mi facevano male anche dopo qualche passo ed era difficile addormentarsi in una posizione comoda.

Justin si sforzava per farmi sentire il meglio possibile e usualmente ci riusciva, ma quella notte proprio non ci riuscivo.

Justin stava già dormendo profondamente e l'unica cosa che sentivo era la sua respirazione tranquilla, mentre continuavo a rigirarmi nel letto.

Sentii il mio stomaco grugnire e mi ricordai di non aver mangiato nelle ultime cinque ore. Maledizione, avevo fame.

Gemetti cercando di alzarmi, posizionai una mano sulla mia schiena e scesi le scale lentamente. Avevo sempre pensato che il modo in cui camminano le donne incinte dei film, fosse solo recitazione.

Quando arrivai in cucina, un coro di angeli che cantano 'Alleluia', risuonò nella mia testa. Camminai verso il frigorifero, che era pieno di prelibatezze.

Le mie voglie principali erano il cioccolato e il gelato; se a casa non c'erano, scatenavo l'inferno. Justin capiva perfettamente il mio essere cattiva per via degli ormoni, e usciva anche alle tre del mattino a comprarmi cose da mangiare.

Aprii il frigorifero e presi il gelato. Quando sistemai il gelato nella coppetta, un liquido scese lungo le mie gambe e bagnò il pavimento.

Non ebbi neanche il tempo di gemere che un dolore tremendo si fece spazio nel mio corpo. Non ero neanche riuscita a mangiare il mio gelato.

"Justin Drew Bieber!" Gridai quando sentii il dolore intensificarsi. Sentii i suoi passi lenti scendere le scale e avvicinarsi.

"Non dirmi che è finito il gelato, sono andato ieri a comprarlo." Disse strofinandosi gli occhi ancora assonnato.

"Mi si sono rotte le acque. Ospedale. Adesso." Grugnii per il dolore.
Lui sembrò svegliarsi immediatamente e andare nel panico.

"Vado a prendere la borsa." Iniziò a correre su per le scale e sbatté il viso contro la parete. "Quando cazzo è finita lì?" Cercai di ridere ma un'altra contrazione mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Mi lamentai stringendo il bancone di granito.

"Bene, finalmente sei-" Sospirai felicemente vedendo Justin, camminare lungo il corridoio e dirigersi alla porta. Lo guardai con gli occhi spalancati. Dove stava andando? Aprì la porta e uscì, per poi rientrare dopo qualche secondo.

"Cazzo, piccola. Mi ero dimenticato di te." Mormorò con il viso rosso, avvicinandosi a me e prendendomi in braccio.

[•••]

"Bieber, abbiamo prenotato una stanza." Disse Justin all'infermiera, mentre spingeva la sedia a rotelle sulla quale mi aveva piazzato.

"Certamente, seguitemi." L'infermiera sorrise e ci diresse alla nostra camera. Dopo mi misero una vestaglia dell'ospedale e mi sistemarono su una barella.

Presi la mano di Justin e la strinsi fortissimo, provocando che lui facesse un gemito. "Sì, voglio che provi dolore. Tu mi hai fatto questo quindi meriti di soffrire, cazzo!" Dissi e vidi Justin spalancare gli occhi e sospirare dispiaciuto. "Mi dispiace, amore. Ti amo da morire." Ribattei.

"Va tutto bene, piccola. Ti amo anch'io." Sorrise.

[•••]

"Molto bene, signorina Rossi. Sono già dieci centimetri di dilatazione. È pronta a spingere?" Domandò la dottoressa.

Justin fece una smorfia quando un dottore entrò in camera e cercò di esaminarmi. Quando si rese conto che Justin era un Alien, si fermò.

"Diavolo, sì." Quasi piansi dalla felicità. Justin sorrise e si passò una mano sulla fronte sudata.

"Signor Bieber, ho bisogno che tenga uno dei suoi piedi." Lui annuì felicemente e mi prese un piede, mentre la dottoressa prese l'altro. "Uno... due... tre! Spinga!" Disse il medico ed io lo feci con tutta la mia forza.

"Lo stai facendo bene, amore." Sussurrò Justin ed io gli sorrisi.

"Uno, due, tre, spinga!" Disse nuovamente il dottore ed io cercai di spingere più forte di prima.

All'improvviso sentii una pressione fortissima. Justin urlò emozionato, vedendo la testa della bambina.

"La testa è già fuori, signora Bieber. Adesso ho bisogno che lei continui a spingere, in modo tale che possa tirarla fuori." Annuii con la testa e spinsi ancora.

All'improvviso mi sentii libera e la stanza si riempì dal pianto di un neonato. Immediatamente, scoppiai a piangere dalla felicità e dal sollievo.

Justin pianse insieme a me, senza mai smettere, mentre il dottore passava la bambina all'infermiera, affinché potesse pulirla. "È una bellissima bambina." Sorrise la dottoressa.

"Sei stata bravissima, piccola. Sono fiero di te." Disse Justin baciando le mie labbra.

"Ecco la vostra piccoletta." Sorrise l'infermiera, collocando Juliet tra le mie braccia. La piccolina aprì gli occhi, permettendoci di guardare il suo sguardo dolce e spaesato

"Siamo mamma e papà, piccolina." Sussurrò Justin accarezzando con le dita i capelli della bambina, facendole fare le fusa.

Scoppiai a ridere. "Oh sì. È tua figlia al cento per cento." Dissi guardando mia figlia con occhi sognanti.

Juliet boccheggiò, prima di stringere l'indice di Justin e chiudere gli occhi. Dopo neanche qualche secondo, la sentimmo respirare profondamente e fare le fusa. Segno che si sentiva contenta e al sicuro.

"Vorrei riuscire ad addormentarmi così velocemente." Rise Justin, mentre i suoi occhi brillavano di meraviglia.

Juliet Rayne Bieber.

16/ 11/ 4098.

Alien (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora