Capitolo 1

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Tutto iniziò nel 2050.
Gli alieni vennero dal loro pianeta, Zereteel, per creare la pace sulla Terra.
Adesso nel 4097 alieni e umani sono un tutt'uno.

Non ne ho mai conosciuto uno, peró spero di poterlo fare presto. Sono una ragazza timida e non esco molto spesso di casa; tranne, ovviamente, per andare a scuola o andare in biblioteca a cercare qualcosa da leggere e questa era la ragione per cui sono fuori adesso.

Dopo aver trovato il mio nuovo libro, durante il traggitto verso casa sentii un lieve gemito proveniente da un vicolo lì vicino.
Vidi una piccola, però muscolosa, figura attorcigliata su se stessa. Mi avvicinai per vedere se stava bene o se gli serviva aiuto.
Camminando più vicino notai che si trattava di un ragazzo, aveva i capelli biondi scuri quasi castani e i suoi vestiti erano completamente sporchi e bagnati per via della pioggia. Sembrava avere 19 o 20 anni.
Notando la mia presenza alzò la testa verso di me e immediatamente mi trovai in un'altra dimensione.
I suoi tratti sembravano essere stati scolpiti, aveva un adorabile nasino retto, labbra rosa che sembravano essere veramente morbide e guancie arrossate.
Sono sicura che stesse piangendo perché tracce di lacrime nere continuavano ad cadere sul suo bellissimo viso.
Quando mi avvicinai lui sembrò spaventato dal fatto che io fossi lì però anche curioso e intrigato. Lentamente iniziai a parlare.

"C-ciao. S-stai bene? Ti sei perso o qualcosa del genere?" chiesi.
Rispose in modo rude in una lingua che non capii, dedussi che non era della Terra.
"Mi dispiace ma non ti capisco." Lui piagnucolò.
Notai la sua pelle sporca e il suoi capelli tremendamente arruffati, gli tesi la mano e quando lui la prese avvertii una forte connessione e necessità di proteggerlo.
Lui strinse la mia mano e si alzó, era di circa 5-6 cm più alto di me. Instantaneamente avvolse le mia vita con le sue braccia e mi sorrise timidamente. Sorrisi debolmente. "Ti porto a casa, così...uhm, potrai mangiare e lavarti. Sembra che tu abbia bisogno di queste cose." Dissi con la mia silenziosa voce.

So che la mia amica non potrà crederci. I suoi genitori e i miei morirono in un incidente aereo mentre tornavano da un viaggio di lavoro, così che lei è l'unica persona che ho.
Lui annuì come se avesse capito ciò che dissi e prese la mia mano lentamente, intrecciando le nostre dita.

Quando finalmente arrivammo a casa, mi guardò.
"Casa?" Piagnucolò.
Sorpresa dalla sua voce roca lo guardai divertita.
"Si tesoro, questa è la tua nuova casa." Aprii la porta e lui osservò l'interno della casa come un bambino, si girò verso di me e mi abbracciò mormorando cose incomprensibili nella sua lingua. Risi e lui smise di parlare per guardarmi con i suoi occhi color miele, adesso piedi di umore. Camminando all'interno della casa gli lasciai la mano cosa che lo fece gemere e provare a riprendermela.
Facendo una smorfia per il suo atteggiamento, gli strinsi la mano facendolo avvicinare a me e lui si calmò all'istante.
Per via del rumore appena causato dall'alien, la mia amica, Victoria, scese le scale. "Isabella cos'è tutto questo rumor-" si fermò appena vide l'alien e le sue sopracciglia si archearono. "Chi è lui?" chiese.
"Non so come si chiama, è un alien che ho trovato in un vicolo vicino alla biblioteca e non potevo lasciarlo lì, così che l'ho portato qui per farlo lavare e fargli mangiare qualcosa." Dissi guardandolo dolcemente mentre lui continuava a guardarsi attorno confuso.
"Oh mio dio! Un alien? Torno subito." Strillò eccitata salendo nuovamente le scale, mentre l'alien si tappava le orecchie per la sua voce stridula.
Piagnucolò e nascose la testa sulla mia spalla ed io gli sussurrai parole confortanti mentre ci sedevamo sul divano più vicino.
Victoria scese con un grande libro tra le mani.
"Fammi vedere il suo viso." Disse lei. Lui sporse la faccia verso di lei, continuando però ad essere a abbracciato a me. Lei strillò un'altra volra. "È un Herokan! Vedi quella voglia sotto l'orecchio?" Esclamò e segnalò una macchiolina che avevo già notato prima. "Lui sembra un bambino. Wow! È fortunato ad aver trovato la sua anima gemella così presto."
"Anima gemella?" Chiesi confusa.
"Oh! Non lo sai? Quando un Herokan trova la sua anima gemella, loro all'istante sentono una specie di connessione. Vivono dell'amore e dell'affetto della loro anima gemella. È ovvio che tu sia la sua, Isabella."
"Che? No! Non sono d'accordo. Digli che non sono la sua anima gemella, Victoria!" Urlai.
Sentendo la mia ira, l'alien piagnucolò e cominciò a singhiozzare sulla mia spalla.
"Non posso. Questa cosa lo distruggerebbe." Disse Vicky tristemente. "Lascia che gli chieda qual è il suo nome." Disse e cominciò a parlare con lui in quella lingua così strana. Lui smise di piangere e le rispose. "Si chiama Justin e ha 19 anni." Piagnucolai per i tre anni di differezza.
"Suppongo che dovrò abituarmi a tutto questo." Dissi alzandomi. "Andiamo a fare la doccia, Justin." Dissi mentre Justin si avvicinava a me e prendeva piano, però possessivamente, la mia mano.
Gli diedi una delle vecchie camicie di mio padre e dei pantaloni di chándal e lo portai in bagno. Lui cominció a spogliarsi. I miei occhi si spalancarono. Santo Dio, il ragazzo era messo bene. Sorridendo a sé stesso mi guardó profondamente e cominciò levarsi i pantaloni e i boxer. "No!" Strillai forse troppo forte. Lui si spaventò ed iniziò a piangere. "No, non piangere tesoro, solo...aspetta che io esca prima di spogliarti completamente." Parlai abbracciandolo piano e baciai la sua guancia morbida bagnata dalle lacrime nere. All'istante arrossì e si lasciò abbracciare. Il suo petto nudo si posò contro il mio facendomi arrossire.
Gli insegnai come usare la doccia, presi i suoi vestiti sporchi, baciai la sua guancia destra e camminai fuori dalla stanza.
Sentendo il rumore dell'acqua, mi buttai sul letto esausta.

15 minuti dopo, mi ero quasi addormentata quando sentii la porta aprirsi. Il letto si abbassò accanto a me, Justin si distese e avvolse i miei fianchi con un braccio. "B-buonanotte, bellissima." Sussurrò al mio orecchio, lottando con il suo italiano/inglese*. "Buonanotte Justin." Sussurai a mia volta.
L'ultima cosa che sentii fu il confortante suono del battito del cuore di Justin e la sua respirazione tranquilla.
Lui si inclinò per baciarmi una guancia prima di nascondere la testa nell'incavo del mio collo.

*Italiano/inglese perché beh, è una traduzione quindi nella storia orginale la lingua che parlano è l'inglese ma visto che qui siamo in Italia non sapevo cosa mettere...capitemi, please ahah.

Alien (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora