La ragazza che in questo momento era cresciuta, ma che con la mente ed il cuore sarebbe sempre rimasta ancorata al suo passato.
Perché io ero certo che fosse così, che lei fosse ancora avvolta in una bolla di ricordi, proprio come lo ero io.
Ero certo che ogni notte rivivesse i momenti più brutti di quel periodo, proprio come succedeva a me.
Ed in questo momento, l'unica cosa che avrei voluto fare, sarebbe stata quella di abbracciarla e dirle che andava tutto bene e che Dio non ce l'avesse con noi, come facevo di solito, anche se a queste parole non ci credevo neppure io, e lei lo sapeva, ma cercava lo stesso di far finta di niente e di farmi pensare che stesse bene, che l'avessi minimamente tranquillizzata.
Ma sapevo che non era così: anche se sorrideva e rideva con la bocca e i denti, i suoi occhi non lo facevano mai, ma io mi accontentavo e intanto mi rilassavo ascoltando la dolce melodia che usciva dalla sua bocca.

La ragazza che mi faceva incantare a guardare la sua bellezza. Adoravo i suo capelli: di un colore così semplice ma allo stesso momento bello, che la facevano sembrare una principessa.
E i suoi occhi. Dio, i suoi occhi erano l'universo: così profondi e intensi che, a volte, riuscivo a perdermici dentro per la bellezza. Essi custudivano un mondo, il suo mondo, però  sembravano che portassero degli scudi perché erano così inespressivi a volte, che era difficile capire che emozioni provasse in quel momento, come se volesse cercare a tutti i costi di non farsi capire dalle persone, di non far capite il suo mondo, perché se lo avresti fatto, se lo avresti capito, saresti rimasto incastrato lì dentro e sarebbe stato difficile uscirci. E sarei rimasto lì, ore, a guardare i suoi occhi, per cercare di capire cosa provasse e come riuscisse ad essere così....così perfetta.
Per cercare di capire quel mondo che tanto custodiva dentro di sé.

E ci ero riuscito.
Ero riuscito a scoprire il suo mondo.
Ero riuscito a farle togliere quello scudo e ad entrare dentro il suo mondo.
Ero riuscito a vedere la vera Hay e a vedere quanto in realtà soffrisse per tutto quello che le era capitato, anche se non lo dava a vedere spesso. Cercava sempre di sviare il modo in cui i suoi genitori l'avessero lasciata, facendola rimanere sola con la sua nonna, per poi lasciare pure essa.
Cercava sempre di nascondere quel grande macigno che si portava dietro per la Loro morte ed io ero riuscita a toglierglielo. Mi aveva raccontato tutto e si era sfogata con me.
Il fatto che una ragazzina avesse visto morire i suoi genitori di fronte a sé era una cosa orribile, e io la capivo, perché era successa la stessa cosa a me, ma io ormai riuscivo a convivere con quel macigno di ricordi, lei no.
Mi aveva raccontato di quanto si fosse sentita inutile in quel momento e di come avrebbe voluto essere in grado di correre e chiamare un'ambulanza al più presto, ma non ci era riuscita. Era rimasta paralizzata dallo shock, shock nel vedere la propria famiglia essere spazzata via da dei pazzi, shock nel vedere due pallottole piantate nel corpo dei propri genitori, ed io la comprendevo, comprendevo il suo stato perché tutto quello che aveva vissuto lei in quel momento, era successo anche a me qualche anno prima, purtroppo.

Si, ero riuscito ad entrare nel suo mondo e, purtroppo, ci ero pure rimasto incastrato dentro.
L'avevo scoperta fino in fondo e il mio legame con lei si era unito ancora di più, fino a, forse, innamorarmi di Lei.
Poteva sembrare strano, ma non lo era.
Forse, il mio affetto profondo verso i suoi confronti era dovuto solo al fatto che lei avesse reso anche quell'Inferno più bello, fino a farmi toccare il Paradiso più volte con un dito , e se avessi potuto cancellare quel momento della mia vita, non lo avrei fatto, perché avevo avuto la fortuna di conoscere una persona come Lei, che aveva trasformato quel dolore opprimente che provavo ogni giorno là dentro, in un bellissimo dolore. (Beautiful Pain).

Beautiful Pain Kde žijí příběhy. Začni objevovat