Capitolo 15

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Sei tu Nekochan.
Mi alzo di scatto e porto le mani alla bocca per bloccare i singhiozzi.
Scuoto la testa e guardo il pavimento.
Le mie gambe sembrano cedere, ma non voglio cadere proprio adesso.
Vernon mi prende per le spalle e mi trattiene in vita senza lasciarmi andare.
<Tranquilla.>
Sussurra.
Scuoto ancora la testa cercando di negare che sia io a farlo soffrire.
Provo vergogna e sono talmente scossa da questa rivelazione che vorrei fuggire. Scappare. Correre.
Vorrei non giocare con Suga che mi ama veramente e vorrei non far soffrire Vernon che ho scoperto ora provare i miei stessi sentimenti. Però... Non so cosa fare.
<T-Ti prego. Dimmi che n-non sono veramente io.>
Annuisce dandomi la conferma che invece è così che stanno le cose. Io sono la colpa della colpa. La sofferenza della sofferenza. Il male che si è insidiato nel suo cuore.
<Nekochan.>
Sussurra.
Io mi scanso e cado a terra piegandomi e appoggiando la mia testa a terra.
Non può essere vero.
<Nekochan!>
Esclama preoccupato Cho Cho kun.
Tengo le braccia legate allo stomaco. Sto per cedere.
<Scusami.>
Sussurro prima di svenire a terra per lo stress accumulato.
A quel punto sento ancora delle voci. Delle persone che chiamano il mio nome e non è solo Vernon a farlo.
Hoshi. Jeonghan. Mingyu. Woozi. Wonwoo e tutti gli altri.
Allora eravate nascosti... Grazie.

Sei solo tu la colpa. Solo tu.
Qualsiasi cosa tu faccia non è mai giusta e ti assicuro che... Dovresti smetterla di intrometterti nella loro vita.
Apro gli occhi di scatto e alzo il busto col fiato corto.
Subito delle braccia mi circondano le spalle.
<Nekochan.>
Sussurra una voce famigliare.
È Hoshi.
<Finalmente ti sei svegliata.>
Sorrido e lo guardo negli occhi.
<H-Hoshi, cosa è successo?>
<Ti sei accasciata a terra e sei svenuta.>
Vernon.
<Dov'è?>
Chiedo impulsivamente.
<Lo vado a chiamare.>
Finalmente potrò rivedere Vernon.
Appena vedo una figura maschile passare la porta bianca mi accorgo di trovarmi in ospedale.
<Ciao piccola.>
Mi giro e vedo Suga.
Accanto al muro bianco c'è Hoshi che mima uno "scusa" e se ne va lasciandoci soli.
<Piccola, so cos'è successo.>
Lo abbraccio.
<Scusami.>
Mi accarezza la schiena.
<Lo ami e non voglio rovinare i tuoi sogni. Puoi stare con chi vuoi e sicuramente non eri tu quella giusta come io non lo ero per te.>
<Scusami Yogi.>
Sorride e mi guarda dritto negli occhi.
<Da ora in poi saremo solo amici.>
Annuisco.
Mi batte il cinque e poi il pugno, infine mi abbraccia.
<Amici.>
Sussurro felice.
Con lui tutto si è risolto.
<Mi dispiace Yogi, ma Vernon ha qualcosa che nessuno riesce ad avere.
Lo guardo e vedo un uomo pronto a proteggermi come nessuno saprebbe fare.
Quando piange io mi sento distrutta e quando sorride mi migliora la giornata.
Non ero io la tua luce alla fine del tunnel, troverai di sicuro chi lo sarà. La mia l'ho trovata, forse.>
Mi abbraccia.
<Sarai sempre la mia piccola.>
<Tu il mio Yogi.>
Si alza e mi stampa un bacio sulla guancia per poi uscire dalla camera e lasciare spazio al prossimo: Jeonghan.
Sorriso vedendolo. È da un po' che non parliamo.
<Hey Hiki.>
Mi saluta dolcemente sedendosi accanto a me.
<Hey Jeje.>
Allargo il sorriso.
Mi abbraccia di slancio.
<Ero così preoccupato che potessi farti male.>
Scuoto la testa.
<Tranquillo. Sono solo svenuta.>
Rido.
<Non importa.>
Si guarda attorno.
<Questa stanza è deprimente. Per fortuna tra una settimana sarai dimessa.>
<Una settimana?>
<Si.>
Indica la mia gamba e solo ora mi accorgo che non l'ho ancora mossa.
<Ti sei rotta il ginocchio quando sei caduta giù.>
Annuisco sentendo un pizzico di dolore.
<Verrai dimessa, ma ti serviranno delle stampelle. A scuola ci andrai ugualmente... A questo proposito.>
Lo vedo girarsi verso l'ingresso e scruto l'immagine di Joshua che entra titubante.
<Mi dispiace darti questa notizia. Sei qui da un giorno intero, non sei solo svenuta, hai accumulato i compiti non fatti nel weekend con quelli di oggi. Sono molti e ogni giorno te li porterò.>
Sbuffo ma lo ringrazio e poggia tutti i quaderno sul comodino vicino al letto.
Anche Jeonghan esce e io mi corico sospirando.
<Ciao Nekochan.>
Vedo Vernon avvicinarsi e arrossisco.
Ho tutti i capelli scompigliati e di sicuro una bruttissima cera, come diceva Min-Jung.
<Come stai?>
<Bene.>
Rispondo timidamente.
Accanto a lui mi sento sempre piccola e impotente. Solo lui riesce a farmi questo effetto.
<Mi dispiace che ti sia fatta male.>
<Non importa.>
Sento un peso sul cuore.
Non si è ancora risolto nulla e Vernon lo sa bene, ma sicuramente ora non vuole parlarne.
So che quando non sa cosa dire o fa domande semplici ha un argomento in testa, ma non vuole parlarne. Fa sempre così.
<Cho Cho kun.>
Lo chiamo.
Si gira sorridendomi.
<Mi dispiace di averti fatto male. Sono io quella che dovrebbe preoccuparsi.
Ti sto distruggendo e questa cosa affligge persino me.
Non voglio che tu soffra e se vorrai che finisca così...>
Prendo un grande respiro e penso bene a cosa sto per dire.
Non sono sicura che sia la scelta giusta, ma devo farlo perché non voglio che soffra.
Staremo tutti meglio.
<Se tu lo vorrai non saremo più amici.>
<No!>
Mi prende le mani e se le porta al cuore.
<Non devi allontanarti da me, capito?!>
Mi guarda dritta negli occhi, come se volesse farmi capire che ora si è tutto risolto, ma non è così.
<Il mio sole non può spegnersi. Chi mi scalderà?>
Ripete quasi le stesse e identiche parole che gli dissi io.
Sorrido abbracciandolo.
<Vernon.>
<Hikary, io non ti ho detto tutta la verità. Non credo tu voglia ancora saperla dopo tutto questo, ma io->
Lo zittisco.
<No, non dire nulla. Voglio godermi questo momento in cui potrò finalmente sentire il tuo dolce odore.>
Sorride stringendomi più forte.
Sento il suo cuore a mille assieme al mio.
Siamo sincronizzati e questo mi fa sentire finalmente vicina a lui, non sono più lontana.
Finalmente ho Vernon.

♡Seventeen♡ [COMPLETA]Where stories live. Discover now