Scrollo le spalle. <<Già, una vera rottura>> mi limito a dire, mostrandomi piuttosto indifferente all'argomento, senza scendere nei particolari: non ho il tempo né, tantomeno, la voglia di parlarne. Nel frattempo, le persone in fila cominciano ad irritarsi, incitando di darci una mossa, tuttavia il brusio iniziale viene messo a tacere da Mike che intima loro di fare silenzio, se non vogliono restare fuori ad aspettare tutta la notte.
<<Senti, devo vedermi con una persona. Puoi farmi entrare?>> gli chiedo, poi, tagliando corto.
<<Certo!>> esclama lui lasciandomi passare, non senza prima averlo salutato con un "Stammi bene, amico", lui, in risposta, mi dà una pacca sulla spalla che per poco non mi fa sputare un polmone per la forza esercitata sulla mia schiena.
Tuttavia, prima di varcare la soglia del locale non riesco a trattenermi e mi volto verso il ragazzo rimasto dietro di me sfoggiando un sorriso divertito. <<Ci si vede, bello>>.

Una musica tecno che non mi dispiace affatto giunge alle mie orecchie, una volta messo piede all'interno. Il Gray è pieno, il che non gioca affatto al mio favore, considerando che non so nemmeno quale aspetto abbia quell'uomo e che potrebbe, perciò, essere chiunque di questi idioti. Eppure, qualcosa mi dice che saprò riconoscerlo quando lo vedrò.

Dove sarei se fossi un pazzo sociopatico che deve incontrare una persona, probabilmente altrettanto sociopatica?

Sicuramente non me ne starei in pista a scatenarmi come un sedicenne.
E non me ne starei nemmeno al bancone, col rischio che qualcuno, magari il barista, possa origliare la conversazione o che una persona che abbia alzato fin troppo il gomito venga ad importunarmi. Probabilmente, da paranoico, cercherei un posto appartato, lontano dalla folla, ma non così tanto da dare l'impressione di nascondere qualcosa.

Mi guardo intorno, in cerca di un luogo simile, individuando immediatamente i divanetti dall'altra parte della sala. Allora, deciso a raggiungere quella determinata zona del locale, mi faccio largo in mezzo alle persone a suon di spintoni e spallate.

<<Justin>> per un attimo penso di essermela solo immaginata, quella voce, ma quando mi volto scopro che non è così e non posso fare a meno che la preoccupazione e la rabbia, nel realizzare la realtà, si mescolino dentro di me dando vita ad un miscuglio letale.

<<Cassie, come...>>

<<Ti ho visto parlare col bodyguard, mi è bastato dirgli che ti conoscevo per farmi entrare>> fa lei, interrompendomi ed intuendo il mio quesito.

<<Non dovresti essere qui>> dico a denti stretti, controllando a stento l'impulso di caricarla in spalla e portarla il più lontano possibile da qui, subito. Questo posto non fa per lei.
I tratti del suo dolce viso si induriscono, dando origine ad un'espressione contrariata.
<<Nemmeno tu dovresti>> ribatte, poi. È troppo concentrata su di me per poter accorgersi di un ragazzo che le ammira il culo, fasciato nei suoi soliti skinny jeans. Contraggo la mascella più forte che posso, intimandolo col solo sguardo di starle alla larga. Non è la prima volta che mi capita di beccare qualcuno guardarla con fin troppa insistenza e bava alla bocca e non c'è nemmeno da stupirsi: Cassie è bellissima senza dover essere appariscente come molte delle ragazze che conosco e che, prima di incontrarla, mi portavo a letto, perché sapevo che con loro potevo divertirmi senza che si aspettassero altro da me. No, quella di Cassie è una bellezza acqua e sapone che, però, lei sembra volere in tutti i modi nascondere, quasi come se, per lei, quello fosse un peso e non un dono. Ma, comunque, non mi va a genio che qualcuno faccia pensieri perversi su di lei, non mi andava a genio nemmeno prima che diventasse la mia ragazza e Dio solo sa quante volte, per questo, sono stato sul punto di spaccare la faccia ad Aaron, solo perché avevo notato subito il modo in cui pareva pendere dalle sue labbra. Lei, ovviamente, non se ne è resa conto fino a poco tempo fa, perché era troppo cieca o troppo ingenua per capirlo.

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