Capitolo 25

4.9K 272 74
                                    

Sono solo le cinque del pomeriggio, ma è stata una giornata stressante e tutto ciò che voglio adesso è il calore del mio letto e magari una cioccolata calda; l'inverno inizierà ufficialmente solo il 21 dicembre, però è un po' come se fosse già arrivato.

«Ehi, che fine avevi fatto?» così mi accoglie Tyler mentre trascino il mio corpo in soggiorno.
Mi getto sul divano accanto a lui, intento a vedere una replica di Friends. «Ho avuto un contrattempo» dico, «Due contrattempi, per la precisione», aggiungo, poi, senza voler andare nel dettaglio.

Il rumore di un paio di chiavi che girano all'interno della serratura interrompe la nostra entusiasmante conversazione, portandomi inevitabilmente a voltarmi in direzione dell'ingresso.
«Papà? Non avevi il turno?» domando stupita all'uomo in divisa che appare dal corridoio. In un altro momento sarei stata felice di vederlo rientrare prima, ma ora come ora avrei di gran lunga preferito che fosse in centrale; non mi sono dimenticata delle sue menzogne, solo che non ho ancora pensato a come dovrei comportarmi a riguardo: se ignorare la faccenda o instaurare una sorta di conflitto tra padre e figlia.
«Cambio di programma», annuncia. Io e mio fratello ci guardiamo confusi, prima di rivolgere nuovamente l'attenzione verso di lui, invitandolo a dirci di più.

«Allora? A chi va un po' di sushi?»

***

«Sembra tutto delizioso, vero?» domanda papà per fare conversazione tra un piatto di riso e uno di pesce crudo.
Non rispondo; non sono in vena di dialogare adesso; per quanto apprezzi il suo tentativo di accantonare, per una volta, il lavoro non posso dimenticare che mi ha nascosto il fatto che mia madre lo chiamasse costantemente dal centro di riabilitazione. Qualcuno potrebbe pensare che siano solo delle stupide telefonate ed infatti lo sono, ma non mi piace che mi si nascondino le cose, soprattutto se a farlo è mio padre, l'unico uomo che, in teoria, non dovrebbe mai mentirmi.
«Allora, a cosa dobbiamo quest'occasione?» chiede Tyler con scetticismo. Prima di salire in macchina mi ha rivelato di temere che possa spedirlo alla scuola militare; dubito che questo sia il motivo, ma, se così fosse, non gli permetterei di farlo.
Il più anziano lo guarda stupito ed inclina la testa di lato. «Un padre adesso non può più passare del tempo coi suoi figli senza un motivo particolare?» gli risponde. Risposta a cui non si può obbiettare, eppure,non so perché, non mi convince.

Cala un momento di imbarazzante silenzio. Poi l'uomo prende nuovamente parola «È da un po' che non ci sediamo ad un tavolo tutti insieme», osserva.
«Già», mormoro senza staccare gli occhi dal mio piatto, anche se vuoto.
«Allora? Che ne dite di raccontare al vostro vecchio come vi vanno le cose ultimamente?»

Davvero sta chiedendo a degli adolescenti di parlare della propria vita con il proprio padre?

Il ragazzo accanto a me alza gli occhi al cielo. «Oh, se vuoi torturarmi, ti prego, sparami ora».
«Sarebbe una soluzione troppo facile», gli dice ironicamente. Si volta verso di me, nel momento in cui alzo lo sguardo e «E tu, Cassie? Hai qualcosa da dire?» domanda cogliendomi di sorpresa.
Mi metto dritta con la schiena sulla sedia e «No, niente di nuovo», asserisco con tono piatto.

«Quindi a scuola è tutto okay?»

Perché mi sta chiedendo proprio questo? Il mio campanello di allarme inizia a suonare invitandomi a stare in allerta; ho proprio il sospetto che sappia più di quanto vorrei che sapesse.

Nonostante i dubbi, però, cerco di sembrare calma e tranquilla. «Sì, perché non dovrebbe?» chiedo con finta ingenuità.

Ed è allora che scoppia la tempesta: «Non lo so, forse perché ho ricevuto una strana telefonata dal preside per scoprire che mia figlia è stata messa in punizione», si assicura di marcare bene quel ''mia figlia'', facendomi cadere le bacchette nel piatto.
«Uh, qualcuno è nei guai e quel qualcuno non sono io», sghignazza, a quel punto, mio fratello sorseggiando la sua soda, guadagnandosi, così, un'occhiata di fuoco dal nostro genitore, «Non intrometterti Tyler».

DisasterWhere stories live. Discover now