Mi sentivo vuota senza di loro e sapevo che loro non sarebbero potuti tornare da me, ma io un giorno sarei riuscita a raggiungerli e non ci avrebbero ma più separati.
Nessuno sarebbe riuscito più a separarci.
Mi mancate.
Dio, quanto mi mancate.

Presi tra le mie mani la collana che avevo appesa al mio collo e aprì il ciondolo, trovandoci dentro la mia felicità, quella cosa che è sempre stata la mia ragione di vita e che lo sarà sempre, anche ora.
La mia famiglia.
La foto della mia famiglia.
Mio padre e mia madre con in braccio una me di poche mesi e con accanto la mia adorata nonna, l'unica che è rimasta con me su questo mondo ma che non potrò vedere lo stesso, forse per sempre.

《Mi mancate tutti.》 Sussurrai alla foto, come se loro, attraverso essa, potessero sentire le mie parole.
Come se sentendo quelle parole avrebbero pensato a me,e mi sarebbero stati vicini con l'anima e il cuore, difendendomi da tutto il male che mi circondava, che ci circondava.

Piansi, e continuai a piangere per quelle che mi sembrarono interminabili ore,
piansi pensando che forse tutto questo me lo meritavo anche se non sapevo perché, ma di una cosa ero certa:
non si sarebbero presi la mia vita per qualche loro stupido gioco malato.
Non glielo avrei permesso.

All'improvviso la porta si aprì, rivelando le figure di quei due psicopatici.
Già dai loro sguardi riuscivo a capire cosa sarebbe successo da lì a poco,
niente di buono.
Si avvicinò a me l'uomo, con ancora stampato in faccia quel suo schifoso ghigno che mi fece venire i brividi.
Iniziai a indietreggiare, fino ad arrivare con le spalle al muro e a quel punto provai a gridare, ma subito una mano si posò sulla mia bocca per impedirmelo.
《Shhh! Stai tranquilla!》 Mi disse quel viscido, continuando a tenere sul suo viso quel maledetto ghigno.
Appena mi resi conto del fatto che la sua mano fosse ancora sulla mia bocca, gliela morsi in modo che lui la togliesse all'istante, e così fu.
Sputai per terra, sentendo la nausea salire per aver appena morso la mano di quello schifoso essere umano.
Appena si riprese dal dolore, mi diede uno schiaffo che mi fece girare la testa di 180º.

In quel momento non sentivo dolore, tristezza o altro, ma solo un'emozione: la rabbia.
Appena mi fui ripresa, lo guardai negli occhi con tutto l'odio che avevo in corpo e gli dissi:
《 Sappiate solo una cosa. Potrete farmi quello che volete,
ma io non mi farò portare via la mia vita da degli psicopatici come.
Non morirò per voi.》
Appena finì quella frase, entrambi gli squilibrati si misero a ridere e si avvicinò a me anche la donna.
《Oh tesoro, noi non vogliamo assolutamente ucciderti...》 A quelle parole quasi tirai un sospiro di sollievo, ma non ne ebbi tempo perché subito continuò a parlare.《...Ma stanne certa, che con tutto quello che ti faremo passare qui dentro, tu vorrai il contrario; e ci implorerai, ci pregherai in ginocchio di far in modo che la tua vita finisca, perché cara mia, da questo momento in poi quello che vivrai sarà la tua rovina, non solo fisica, ma anche, e soprattutto, mentale.》

Mi svegliai di soprassalto, dopo l'ennesimo incubo fatto in queste notti.
Non ne potevo più.
Ogni notte era sempre la stessa storia:
cercavo di non dormire per non fard l'ennesimo incubo, mi addormentavo verso le 4 della mattina per la stanchezza e mi svegliavo,dopo neanche un'ora, tutta sudata per colpa degli incubi che facevo.
Ormai la mia era una routine, un'orribile routine, che se avessi potuto, avrei cambiato sicuramente.

Beautiful Pain Where stories live. Discover now