83. UN DRAGO ROSA NON S'É MAI VISTO

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Bisogna fare della realtà un sogno

e del sogno una realtà.

Pierre Curie

Sono certa che i lettori mi scuseranno per l'eccessiva aria di trionfo che - non c'è alcun dubbio - pervaderà interamente questo capitolo, dalla A alla Z. Come sarebbe possibile altrimenti?
La vita si vive anche per queste estremamente soddisfacenti, piccole rivalse personali.

Vi ricordate le mie amiche Patrizia, Veronica, Monica, e la biondissima Claudia? Come no? Mah sì, le mie carissime amiche! Ma certo, quelle belle ragazze vestite Dolce e Gabbana che l'altro ieri si ritrovarono, appena alzate dal letto, affette loro malgrado da quella falsa carità cristiana in nome della quale, spesso e senza diritto, ci consideriamo i felici strumenti scelti dalla giustizia divina per riparare i torti che gli innocenti, ingenui abitanti della Terra subiscono di quando in quando...!

Ma certo, quelle che sentirono il bisogno di mettermi al corrente della scommessa, adeguatamente istruite da Alessia e Davide...

Ecco, sì, proprio loro.

Questa mattina mi sono aggirata, come per caso, dalla loro parte.

Si sono mostrate tutte estremamente cordiali e gentili, come non lo erano mai state. Fino a due giorni fa, naturalmente.
Qualcuna ha avuto persino il coraggio di assumere un tono di voce lamentoso e mesto, e di dire cose come: «É così triste, che oggi i ragazzi siano tutti così insensibili».

Le altre le hanno fatto eco, convenendo pienamente con lei.

Subito, hanno passato in rassegna uno ad uno tutti i ragazzi della scuola, trovando per ciascuno un difetto abominevole e disgustoso, ma aggirando, chiaramente, l'argomento tabù.

Purtroppo il loro argomento tabù oggi non aveva alcuna intenzione di lasciarle disperarsi in pace e ben presto lo vedemmo venire dritto verso di noi. Le mie care amiche, sentendosi tutte egualmente ferite da questa nuova prova di oltraggiosa arroganza maschile, hanno assunto varie pose che volevano esprimere tutto il loro disprezzo. L'irrigidirsi del braccio destro sul fianco sinistro di Monica esprimeva il più puro e completo disinteresse. La mano sinistra di Veronica chiusa attorno al cellulare, come sull'elsa di una spada, era pronta a difendere le sue amiche e sé stessa da possibili molestie da parte di mostri ciclopici e sputafuoco. Claudia ha voltato alteramente la testa dall'altra parte, scuotendo i suoi bei capelli biondi, ma solo dopo essere stata ben certa che lui - l'Argomento Tabù - avesse incrociato i suoi occhi e avesse avuto tutto il tempo necessario per leggervi un chiaro, profondo disprezzo. Patrizia è esplosa invece in un borbottio esterrefatto fra cui ho distinto chiaramente queste parole: «Se viene da questa parte, sappiamo come riceverlo!».

E Lui veniva proprio da questa parte.
Ha infatti ignorato il gruppetto di amici alla sua destra che chiedevano il suo punto di vista su un'interessante questione di urgentissima importanza. Poi ha evitato con accortezza le due ragazze alla sua sinistra, che, a parer mio, necessitavano dell'immediata soluzione di un problema di matematica che non riuscivano assolutamente a portare a termine, ma per il quale non avevano tuttavia perso neppure un'ora del proprio sonno per timore delle occhiaie.
Infine, ha attraversato l'esatto centro di una compattissima schiera di ragazzi e di ragazze che procedevano per tutto il corridoio l'uno a braccetto con l'altra.
Tutto questo... soltanto per venire dalla nostra parte!

Cosa voleva da noi? Chi di noi sarebbe stato il suo bersaglio, questa volta? Nessuno dubitava che ne avrebbe scelto uno nuovo, e che si sarebbe dimenticato totalmente di quello vecchio (ovvero me). Chi di noi doveva aspettarsi di essere finita nelle sue mire? Che cosa veniva a dirci?

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