58. SAPPI CHE TI ODIERÓ, SE TE NE VAI -1

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voce narrante: Tommaso

L'amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce.
Francis Bacon

Quando l'ho visto uscire dalla biblioteca, ho subito capito cos'era accaduto.
Sono passati anni, mi sono sbagliato su di lui molte volte e mi sono lasciato confondere sulla sua vera identità, ma ora mi sembra come se tutto questo non fosse mai accaduto. Come se questi quattro-cinque anni non fossero mai trascorsi davvero.
Adesso tutto è tornato esattamente come prima, come quando ci chiamavamo «fratelli» e io passavo tutte le giornate a casa sua. Non credevo sarebbe più stato possibile, ma è così.

Solo un po' di tempo fa, avevo davanti agli occhi un velo che mi impediva di capire quello che Edmund voleva dirmi. Non ero più in grado di comprenderlo. Quel velo era principalmente composto di risentimento, ma anche di paura.

Adesso, lo vedo esattamente come è in realtà: Edmund Lloyd è tornato ad essere l'Edmund che io conoscevo e che chiamavo fratello.
Per questo, non ho avuto alcuna difficoltà a capire cos'era accaduto in quella biblioteca.
L'ho visto entrarvi con Diana, ed ho capito. Avrei voluto però che Edmund non fosse stato così impaziente e ora so il perché.

Lo ha rifiutato: Diana ha rifiutato sia Edmund che Il Corrotto.
So che Diana è prevenuta nei suoi confronti, ma per un momento ho davvero sperato che passasse sopra a tutti i suoi preconcetti, superasse quel suo carattere sostenuto.

Perché non ha voluto capire?
L'ho letto negli occhi di Edmund quando è uscito dalla biblioteca: Edmund Lloyd ha vinto, e Il Corrotto ha perso.
Diana ha pensato che Edmund Lloyd la stesse prendendo in giro, e che Il Corrotto non era che un altro modo per farlo, forse solamente più efficace.
Ho cercato di parlarne con Ed, per fargli capire che mi dispiace...
Non so più cosa pensare: sono arrabbiato e risentito nei confronti di Diana per avergli fatto questo. E, allo stesso tempo, però, le sono grato perché è grazie a lei che Edmund e io siamo tornati amici. Se non fosse stato per lei, Edmund non sarebbe tornato quello di sempre. Ma, se non fosse tornato quello di sempre, ora non soffrirebbe così.
La mia è una brutta situazione, non so mai chi dei due abbia più bisogno di me, e chi invece se ne voglia stare per i fatti suoi.
A dir la verità, so benissimo chi ha davvero bisogno che gli sollevi il morale.
Diana ha altro a cui pensare...
Ormai sono passate settimane. Diana sembra un'altra persona, così assente, così... innamorata!
Davvero, non sopporto di vedere quello stupido girare attorno a Dy in quel modo. Non pensavo che fosse tanto ottusa. Vorrei poterle spiegare che razza di persona è Davide e chi è invece Ed in realtà. Non capisco proprio come faccia a detestarlo ancora dopo aver scoperto che è Il Corrotto.
Ero sicuro che una volta scoperto questo, ogni antipatia fra di loro si sarebbe dissolta nel nulla. Ma è evidente che mi sono sbagliato. Dy sembra ignorare del tutto Edmund, come se si fosse già dimenticata di lui. E Edmund...
Beh, per lui è diverso: non riesce a passarci sopra. Io lo so, lo conosco da troppo tempo.

Era abituato a nascondere i propri veri sentimenti, e così è convinto che nessuno sappia cosa gli sta passando per la testa.
Per gli altri, in effetti, è così: un enigma. Lo nasconde fin troppo bene. Ma con me non ci riesce. Io so benissimo che cosa prova adesso, e quello che più non sopporto è non poter fare nulla...
Ho provato a dirgli di lasciarmi fare: se io potessi dire a Dy che sono Jolly e che conosco Edmund da una vita... Sono sicuro che mettendoci una buona parola - ...o forse due - riuscirei a farle capire come stanno davvero le cose. E sono convinto che tutto si sistemerebbe.
Ma Edmund mi ha fatto promettere che non le avrei detto niente.
E non posso andare contro a questa sua promessa. Devo lasciargli un po' di tempo per riprendersi.
Io lo conosco. Questa volta è una cosa seria. Non gli passerà in qualche giorno, come sempre.
E temo neppure in qualche mese...
Per di più ce l'ha sempre davanti agli occhi. Per non parlare poi di tutti i cambi d'ora, e durante la ricreazione, e all'entrata e all'uscita da scuola, quando Davide compare sulla soglia ad aspettarla. Non poteva proprio andare meglio di così!
Ma tutto sommato anche Dy ha perso un bel po'... Ora non va più sul giornale. E io so quanto ci teneva. Timida e riservata com'è, il giornale era perfetto per lei, perché poteva dar libero sfogo alla sua tendenza a dire sempre tutto quello che le passa per la testa.
So che le manca molto il giornale, ma sono felice che l'abbia lasciato a Edmund. Lui ne ha più bisogno di lei.
Edmund avrebbe voluto che non lo facesse, ma io le sono grato per aver fatto questo sacrificio.
É stata gentile, nei confronti di Ed, considerando il fatto che lo detesta: si è fatta odiare da tutti nel giornale, pur di non sconfessarlo...
Lo Spettatore: «Ciao ragazzi. Non sapete quanto mi dispiace, ma non posso più continuare con il giornale. Vi devo dire addio... Per fortuna siete tutti presenti, mi sarebbe dispiaciuto non poter salutare qualcuno».
Veramente non erano tutti presenti: Il Corrotto mancava.
The West Wind: «Ma di che diavolo stai parlando?! Ci vuoi lasciare?!».
Dreamer: «Non ci credo! Ma non può esserci un motivo così grave da dovertene andare! Se è per colpa nostra, diccelo... Possiamo risolvere tutto! Te l'assicuro!».
The West Wind: «Certo che possiamo! Come diavolo ti è venuto in mente di andartene così!?».
Enrico La Talpa: «É uno scherzo, vero? Perché sappi che ti odierò, se non lo è!».
Il Pessimista: «Ma certo che è uno scherzo! Chi mai se ne andrebbe dal giornale in un modo simile!».
Quetzalcoatl: «Se è perché cambi scuola o città o Paese, puoi comunque rimanere! Non ti bandiamo di certo, anche se non potrai più far parte delle nostre critiche su questo liceo... Potrai farne sul tuo. Internet c'è anche là, no? Non te ne vai certo a vivere fra le tribù africane! Quindi, non hai alcuna scusa!».

Anch'io ho cercato di fermarla, anche se con poca convinzione, dato che non sapevo se desideravo di più se rimanesse Ed o Dy. Certo, io potevo vederla tutti i giorni a scuola, dato che è mia vicina di banco, per cui per me non poteva essere così grave come per gli altri. Ma, dato che lei non sapeva che Jolly sono io, volevo fare la mia parte: «Ci mancherai davvero e mancheremo anche a te, qualsiasi sia il motivo del tuo addio. Ma se è proprio necessario che tu te ne vada, allora io preferisco non saperne la ragione, così non potrò giudicarti per aver abbandonato il giornale».
Lo Spettatore: «Grazie, Jolly... Mi mancherete tutti. E sappiate che non me ne vado per colpa vostra! È solo mia, la colpa. E vi prego di rispettare la mia decisione. Vi assicuro che c'è un motivo valido, ma preferisco non dirvelo...».
The Dreamer: «Io non posso crederci... Ci stai abbandonando... Così: su due piedi».
Enrico La Talpa: «Ti ho avvisato. Ora ti detesto. Nessuno può andarsene così, senza il nostro permesso».
The West Wind: «Anch'io ci sono rimasta davvero male. Non so se ti perdonerò mai. Credevo che fossimo... beh, una bella compagnia...». Lo Spettatore: «Lo siete stati! Ve lo giuro, ma ora non posso più rimanere».
The West Wind: «Non osare andartene senza darci un motivo!».
Lo Spettatore: «Qualsiasi cosa direi non potrebbe giustificarmi. Me ne vado perché non sono più in grado di rimanere per un motivo strettamente personale, che non ha niente a che fare con il giornale». The Dreamer: «Aspetta! Non puoi andartene oggi! Manca ancora una persona da salutare: non puoi andartene senza salutare Il Corrotto!».
Lo Spettatore: «Mi dispiace ragazzi. Il Corrotto rileggerà la conversazione, e capirà che ho un buon motivo per andare via e che non è per voi - né per i presenti, né per gli assenti - che me ne vado, ma per mia scelta. E se Il Corrotto tarda un po' a tornare, Jolly, salutalo da parte mia e digli che abbandono il giornale».
Temeva che Ed non tornasse più sul giornale, per paura di incontrarci lei... Ma Ed non avrebbe mai abbandonato il giornale senza prima salutarci tutti, e il rischio non c'era.

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