Che ingenuo, penso io.

<<Cominciò a pagarmi per dargli tutte le informazioni che gli servivano, così ci vedevamo una o due volte alla settimana ed io gli riferivo quello che sapevo. Non mi rendevo conto di quello che stavo facendo, insomma, credevo fosse un tuo parente e quindi non pensavo di fare qualcosa di sbagliato nel raccontargli di te, capisci?>>

Doppiamente ingenuo.

<<Ma poi le cose iniziarono a quadrarmi sempre meno; le sue domande si facevano sempre più specifiche, strane. Al che mi chiamai fuori, o almeno, ci provai...>> d'un tratto si blocca e vedo il suo pomo d'Adamo ingrossarsi quando deglutisce pesantemente, come se stesse ingoiando un enorme rospo. <<Ma a lui la cosa non andava a genio e quindi iniziò a minacciare di fare del male a me e amia sorella dicendo che non potevo tirarmi indietro proprio ora...>> lascia la frase in sospeso.

<<... Ora?>>

Mi guarda e diverse rughe d'espressione compaiono sul suo volto preoccupato. <<Ora che ha ha quasi tutto ciò che gli serve>>.

Rabbrividisco a quelle parole e il respiro mi si spezza al punto che ho bisogno di alzarmi e fare qualche passo indietro per ritrovare un po' d'aria nel mio spazio vitale.
Vorrei gridare, piangere e spaccare tutto ciò che mi circonda, ma cerco di controllarmi, stringendo i pugni tanto da graffiarmi i palmi e cominciando a camminare avanti ed indietro nel piccolo spazio intorno a me.

Mi sento piccola, indifesa ed una parte di me vorrebbe prendere Darren a schiaffi per quello che ha fatto; non solo ha invaso la mia privacy, ma lo ha fatto per Bruce! Per Bruce! Ma la mia parte più razionale e ragionevole mi suggerisce di non prendermela con lui perché, in fin dei conti, è solo una vittima, come lo è stato Tyler e lo sono stata io e come, evidentemente, continuo ad esserlo mio malgrado.

Conosco il tipo di minacce che Bruce possa infliggere; immagino che Darren abbia voluto solo proteggere se stesso e sua sorella e nessuno meglio di me può capirlo per questo.

Non siamo, poi, tanto diversi.

Lo sento tirare su col naso. <<Cassie>> mi richiama all'attenzione, distogliendomi dalla fitta rete dei mie pensieri. <<Bruce non è tuo zio, vero?>>

<<No. Non lo è.>>

Si alza in piedi, incespicando un po' prima di trovare l'equilibrio. <<Ti ha... Ti ha fatto del male?>>

Mi mordo il labbro tanto da sentire il sapore metallico del sangue nella mia bocca, i ricordi si fanno spazio nella mia mente. <<Ci ha provato>> rispondo, infine.

Le labbra pressate in una linea sottile. <<E credi che voglia provarci di nuovo?>> domanda. È preoccupato per me?

<<Non lo so, Darren>> asserisco facendomi piccola nelle spalle. Ma vorrei scoprirlo, penso.

D'un tratto, il rumore di uno squillo si propaga per tutta la stanza, facendo sobbalzare entrambi per la sorpresa.
Darren recupera il telefono dalla tasca dei jeans, <<È Bruce>> annuncia storcendo il naso. <<Non rispondo>>.

<<Devi farlo>> lo esorto io.

Il ragazzo mi guarda sgranando gli occhi come se fossi pazza -e forse un po' lo sono davvero-. <<Cosa? No! Vorrà sicuramente incontrarmi ed io non voglio più farmi vedere da lui>>.

DisasterWhere stories live. Discover now