CAPITOLO 17

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Entro in camera e vedo Hannah che si sta preparando per uscire.

<<Oh, finalmente! Sto andando a fare un giro al centro commerciale per ritirare il regalo di compleanno di Matt. Vuoi venire? Ah, a proposito! Darà una festa, questo sabato, e mi ha chiesto di invitarti, ci saranno tutti! È in occasione sia della sua festa, che di Halloween!>> dice lei euforica.

<<D'accordo, verrò. -poi mi viene in mente che mi ha fatto due domande- Sia alla festa che al centro commerciale, dammi solo il tempo di lavarmi la faccia e cercare la borsa.>> dico io.

<<Va benee!!>> fa lei.

Prendo il mio zainetto nero di Zara e ci metto dentro portafoglio, fazzoletti e la chiave della stanza. Il cellulare lo terrò in tasca.

Usciamo dall'accademia e Hannah va verso il parcheggio.

<<Oh, non sapevo avessi una macchina!>> le dico, sorpresa.

<<A sedici anni si prende la patente, genio. Ce l'hanno tutti, qua. Tu no?>> mi chiede lei.

<<Oh, no... Non credo mi serva, starò qui solo per tre anni.>> dico.

<<Hai ragione, la mia macchina è quella là!>> e indica una Range Rover più bianca del latte. Mi lascio scappare un "wow" e lei sorride.

<<Me l'hanno presa i miei genitori. Li conoscerai presto, non abitano lontano da qui. Non sono la simpatia fatta a persona, te lo dico subito.>> e sorride.

<<Beh, se hanno una figlia come te, saranno di sicuro fantastici!!>> dico io.

<<Oh, smettila! Così mi fai arrossire>> fa lei, scherzando.

Saliamo in macchina e lei inizia a raccontarmi un po' della sua famiglia. Ha un fratello più grande che si chiama Josh, e una sorella più piccola di nome Eveline. I suoi genitori si chiamano Mark e Kim; sono due avvocati e per questo non sono a casa tanto spesso. Sua sorella frequenta una scuola elementare vicino a casa, mentre suo fratello è andato al college in Pennsylvania.

<<Oh, mia zia abita lì!>> dico io.

<<Hai una zia americana? E come mai sei in Canada, e non da lei?>> mi chiede.

<<Oh, è perché è stata la scuola a decidere il mio collocamento. Sono stata piuttosto fortunata, direi. Ho visitato un liceo di lì qualche anno fa, quando sono andata a trovarla, e non era il massimo.>> dico ridendo.

<<Beh, sono contenta che ci fosse un posto libero all'accademia, allora.>> e mi rivolge un sorriso amichevole.

<<Ehi! Tu ora sai tutto della mia famiglia, ma io non so nulla della tua, a parte il fatto che probabilmente ai tuoi genitori piace la pizza!>> dice lei divertita.

<<Cosa sono questi stereotipi?! -rido- Comunque, i miei genitori si chiamano Maria e Flavio, e hanno un bar. Ho un fratello maggiore che si chiama Mattia e alterna l'università e il lavoro al bar. Non vive più con noi da un po', ma continua ad aiutare i miei e mia nonna al bar. Oh, mia nonna si chiama Elda e ha 82 anni, ti piacerebbe molto! Ho due gatti, Wiz e Gigino, e un cane che si chiama Chicca. Mia nonna ha due tartarughe, ma non hanno un nome preciso. Non siamo ricchi o cose del genere, e quindi l'opportunità di studiare all'estero la sognavo e basta, e invece è successo davvero.>> le racconto. Lei annuisce e sorride, ma non dice nulla.

Arriviamo al centro commerciale una ventina di minuti dopo. In macchina abbiamo continuato a parlare delle nostre famiglie e poi ci siamo messe a cantare le canzoni alla radio; Hannah è rimasta sorpresa dalla mia voce e mi ha detto che dovrei fare un qualche tipo di talent show. Io mi sono limitata a riderle in faccia.

Il centro commerciale è gigantesco: non ho mai visto nulla di simile. Ci saranno almeno quattro piani e sono tutti strapieni di negozi di qualunque tipo. Facciamo un giro in un negozio di vestiti che si chiama "Forever 21" e io trovo un vestito per la festa. Arriva fino alle ginocchia ed è in pizzo bordeaux; è stretto in vita e la gonna invece è morbida, le maniche sono lunghe e si stringono prima del polso per poi aprirsi come un fiore lungo tutta la mano. Hannah si è illuminata quando me l'ha visto addosso e ha detto che se non l'avessi comprato mi avrebbe portato in aeroporto e mi avrebbe spedita a casa all'istante.

Giriamo per altri negozi e io compro altre cose: un paio di boyfriend jeans a vita alta strappati sulle ginocchia, una maglietta bianca con lo scollo a barca, tre paia di skinny jeans di tre tonalità diverse di blu e un altro paio neri e poi alcune magliette di vari colori.

Arriviamo davanti a quello che mi sembra un negozio di roba da football e Hannah entra. C'è un ragazzo piuttosto alto e con la barba dietro a un bancone in legno. Magliette di ogni squadra sono appese ai muri, che sono ricoperti di fotografie di campioni diversi.

<<Salve! Ho ordinato la maglia firmata dai Toronto Argonauts, sono Hannah Grey.>> Il ragazzo la guarda, poi controlla un foglio sotto al bancone.

<<Ah, sì. E' arrivata giusto questa mattina, vado a prenderla.>> e si avvia verso il retro.

<<I Toronto Argonauts?>> chiedo io, curiosa.

<<Oh, sì. Sono la squadra locale di football e Matt li adora. I suoi genitori gli hanno preso due biglietti per il suo compleanno, ci andrà con suo padre, penso.>> mi dice lei, poi il ragazzo torna e le mostra la maglietta. La mette dento una busta che pinza insieme e poi ci mette un fiocco rosso sul manico.

<<Fanno 150$. Preferisci pagare in contanti o con carta di credito?>> chiede lui.

150$?! Per una maglietta?!

<<Carta, grazie mille!>> Hannah paga e poi ci avviamo verso il parcheggio.

Usciamo e fuori è già buio. Guardo l'ora e mi accorgo che sono già le sette e mezzo.

<<Tra mezz'ora si cena, grazie a Dio! Ho una fame!>> dico, e insieme ridiamo e saliamo in macchina.

Dimmi che non finirà// Shawn Mendes IN REVISIONEWhere stories live. Discover now