Capitolo ventiquattro

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Annuii e mi ricordai di quando mi disse che anche lui aveva avuto problemi in passato.

"Cosa successe?" Gli domandai spegnendo la tv.

"Successe qualcosa nella nostra famiglia che ferì molto Damon, quell'avvenimento lo ha fatto diventare l'uomo che è adesso e non è una brutta persona, solo che lo ha reso insicuro e diffidente nei confronti dell'amore," sospirò e si agitò sulla sedia.

"Non ti posso raccontare i dettagli perché sono sicuro che voglia farlo lui, ma volevo che sapessi che se è così oggi c'è una ragione."

Annuii, mostrandogli la mia comprensione.

"Però voglio dirti anche questo, se continui a stargli accanto come stai facendo riuscirai ad abbattere i suoi muri," mi disse dandomi una lieve pacca sulla spalla. I suoi occhi mi guardarono speranzosi e capii che stava cercando di proteggere il fratello minore.

"Non preoccuparti, mi prenderò cura di lui," ridacchiai. Sorrise e mi abbracciò.

"Grazie," sussurrò.

"Di niente."

Dopo qualche secondo mi spostai e lui mi sorrise.

"Allora, da quanto ho capito stasera ti piace prenderlo in giro," affermai.

Rise ed annuì.

"Siamo stati lontani per tanti anni, ma il nostro rapporto è ancora saldo come lo era prima. Adoro punzecchiarlo e farlo arrabbiare," mi disse. "Non è questo che fanno i fratelli?"

"Si, puoi ben dirlo," ridacchiai e annuii.

"Per quanto tempo rimarrai qui?" Mi chiese David. Arrossii per l'imbarazzo ed abbassai lo sguardo.

"Ummm...beh in realtà vivo qui."

Sgranò gli occhio e un piccolo ghigno spuntò sulle sue labbra.

"Vivi qui? Deve esserti veramente affezionato," mi disse.

Per circa un'ora o due continuammo a parlare, non era così male come si era mostrato all'inizio. Era divertente e vanitoso allo stesso tempo, amava mettersi in mostra. Potevo affermare che era veramente preoccupato per Damon, nonostante cercasse di nasconderlo.

Non so cosa successe nel passato di Damon ma spero che quando si sentirà pronto, me lo racconterà lui stesso.

Interrompemmo le nostre chiacchiere quando sentimmo dei passi provenire dalle scale.

Damon comparve davanti a noi ed io rimasi a bocca aperta. I suoi capelli erano spettinati e lui aveva un aspetto molto sexy.

Guardò me e David con un'espressione confusa.

"Cosa state facendo ragazzi?" Ci chiese. Mi alzai e gli legai le braccia attorno al collo.

"Non riuscivo a dormire ancora quindi io e David ci siamo seduti qui ed abbiamo parlato," gli risposi mentre lui annuiva e mi baciava.

"Ehi, sono ancora qua," ci disse David. Arrossii e mi allontanai da Damon, che roteò gli occhi.

"Oh, non ti avevo visto," lo prese in giro Damon, cingendomi la vita con le sue braccia.

David alzò gli occhi al cielo e mi sorrise. "È stato un piacere parlare con te Rose, ma devo andare a dormire. È piuttosto tardi, buonanotte." Mi fece l'occhiolino prima di lasciare la stanza.

Damon sospirò e mi abbracciò. "Mi dispiace, al suo carattere ci si deve abituare."

"Oh, non preoccuparti. È una brava persona." Gli dissi. Lui annuì e poi mi prese per mano.

"Dai, andiamo a dormire anche noi," mi disse.

Annuì e ci incamminammo verso la mia camera. Mi sdraiai sul letto con lui accanto che fece passare un braccio attorno alla mia vita, stringendomi di più a sè.

"Buonanotte fiorellino," mi sussurrò all'orecchio.

Sbadigliai ed annuii prima di cadere in un sonno profondo.

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Mi sedetti su una delle sedie e afferrai un libro che avevo preso dallo scaffale. Lo aprii ed iniziai a leggere la prima pagina quando mi accorsi che non era il libro che cercavo. Mi alzai e lo rimisi al suo posto, guardando se trovavo quello che volevo.

Lo vidi sul ripiano più alto dello scaffale. Feci un paio di saltelli per arrivarci, ma ero troppo bassa.

Dal nulla una mano afferrò il libro e me lo porse. Lo presi ed alzai lo sguardo per vedere chi fosse, notando un ragazzo bellissimo. Aveva gli occhi marroni ed i capelli castani.

Arrossi ed abbassai lo sguardo.

"Grazie," mormorai.

"Di niente, angelo," mi sorrise.

Gli sorrisi e tornai al tavolo in cui ero seduta prima. Mi sorpresi quando vidi lo stesso ragazzo sedersi accanto a me.

"Quindi, vieni spesso qua?" Mi domandò.

"Si, ci vengo ogni giorno," gli risposi.

"Sei nuovo? Non ti ho mai visto prima," gli chiesi. Sorrise ed annuì

"Mi sono trasferito ieri, vengo da New York." Mi disse.

"Veramente? Ho sempre voluto visitare New York," dissi contenta.

Ridacchiò e mi sorrise.

"Ti ci porterò un giorno," sorrise ed io alzai gli occhi al cielo, ridendo.

"Comunque, non so ancora il tuo nome," constatò il ragazzo. Gli sorrisi e chiusi il libro che avevo tra le mani

"Rose Kelley." Gli porsi la mano, che strinse le sue, più grandi.

"È un piacere conoscerti Rose, sono Rick Anderson".
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Running Into Mr Billionaire -Traduzione-Where stories live. Discover now