Capitolo quattro

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Rose POV

Sono passati due giorni dal mio incontro con Mr. William. So che mi ha detto di chiamarlo Damon, ma non mi fidavo di lui  perciò mi rifiutai di chiamarlo con il suo nome. Mi disturbava sapere che aveva su di me un effetto che nessun altro aveva mai avuto. Con un solo sguardo, riusciva a farmi venire i brividi lungo la schiena.

Non mi sentivo così da tanto tempo, avevo paura di quelle sensazioni, ne sarei rimasta ferita e tradita. D'altra parte ero sicura che mi avesse aiutato solo per pietà, non c'era alcun motivo per il quale potesse provare la mia stessa attrazione, perché lui era il play-boy di New York, per lo più era quello che avevo sentito e visto mentre girovagavo per le strade.

Non potevo crederci di non averlo riconosciuto subito. Immaginavo che chiunque non si sarebbe fatto scappare l'amministratore delegato di una famosa compagnia che l'ha salvata ma sono stupida e sbadata.

Sbadata, questa parola mi fece venire un nodo alla gola. I ricordi di quando Rick mi chiamava così affollarono la mia mente. All'inizio era gentile e dolce, ma poi si era trasformato in un mostro, grazie a Dio sono riuscita a liberarmi di lui qualche anno fa.

Dovevo smetterla di pensare a lui e al mio patrigno, le due persone che mi hanno rovinato la vita con le loro stesse mani. "Se solo ci fossi tu mamma." Sussurrai. Mi mancava molto, sentii i miei occhi inumidirsi al solo pensiero della mamma e del suo bellissimo sorriso. Se fosse qui non mi permetterebbe di fare la senza tetto o di girovagare per le strade.

Scossi la testa per cacciare via questi pensieri e continuai a camminare. La mia vita era uno schifo, ma avevo bisogno di ricominciare, di rimetterla apposto, non per me, ma per mia mamma.

Beh, sono a New York. Non mi potranno mai trovare qui, è una città dove vivono migliaia di persone. Non immaginerebbero mai che potessi traferirmi qui, potrebbero pensare che sia tornata in California, ma ero abbastanza intelligente da lasciarmi quel luogo alle spalle e venire qua.

È stato un lungo viaggio arrivare fino a qui. Fortunatamente con i miei risparmi di anni che nessuno sapeva avessi sono riuscita a comprare un biglietto, quella notte ed a scappare via senza niente nelle mani a eccezione del mio telefono nel caso di una qualche emergenza. Quando arrivai qui mi fermai, con i soldi che avevo avanzato, in un motel molto economico. Riuscii a rimanerci per quattro giorni, dopo di che rimasi per strada. Poi c'è stato l'incidente con quegli uomini che ha fatto sì che conoscessi Mr. William che mi ha riportato a vivere sulla strada, di nuovo.

Mi sentivo inutile, non è un sentimento che provo raramente, ma era andato via per il breve periodo che riuscii a scappare di casa. Mi sentivo realizzata ed era così che speravo di sentirmi più spesso.

Non vivrò per sempre per strada, sono l'unica padrona della mia vita e non ho intenzione che finisca in questo modo.

Presi un lungo respiro e chiusi gli occhi per un secondo prima di riaprirli e continuare a camminare per le vie di New York alla ricerca di un lavoro. Non mi importava se dovevo far la cameriera o lavorare in un fast food, mi serviva un lavoro e per il momento avrei fatto qualsiasi cosa.

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Sono passate diverse ore ma, sfortunatamente non sono ancora riuscita a trovare nulla. Forse perché sono una senzatetto e non ho terminato il college, ma non è colpa mia. Volevo veramente andare all'università, era il mio obiettivo nella vita ma lui me la fece abbandonare dopo il primo anno, perché gli sembrava fossi felice, e lui non voleva questo per me.

Ma questo non significava che fossi una stupida. Ho finito le scuole superiori, per quanto il diploma non servisse più a molto. La mia media era eccellente ed ero anche stata ammessa in diverse università. Nessuno voleva assumere una vagabonda, ma non potevo farci nulla.

Running Into Mr Billionaire -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora