Capitolo due

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Damon POV

Uscii dall'hotel a cinque stelle in cui mi trovavo e mi godetti l'aria fresca. Mi ricordai dell'incontro con la cameriera sexy del ristorante in cui avevo cenato con un sorrisetto stampato sul volto. Nessuna ragazza poteva negare quanto fossi attraente ed uno sguardo verso loro da parte mia le faceva liquefare.

Non per essere vanitoso, ma nessuna poteva resistermi. La maggior parte delle ragazze venivano con me, non per il mio aspetto, ma per i miei soldi. Non era un segreto il fatto che fossi un uomo ricco e per questo le persone non si facevano scrupoli pur di averne un po'.

Questa è la ragione per la quale non sono mai uscito due volte con la stessa ragazza. Ho evitato di sprecare tempo e inutili sforzi. Tutte le ragazze che venivano a letto con me, sapevano che erano l'avventura di una notte e nulla di più.

Scossi la testa per allontanare questi pensieri e continuai a camminare verso la mia macchina. Mi fermai, notando che non era più nel posto in cui l'avevo lasciata.

Decisi di chiamare Carl, il mio autista. Mi fa innervosire il fatto che sia in ritardo. Gli avevo detto di essere qui alle 11. Si prenderà le conseguenze delle sue azioni dopo.

"Salve, signor Williams." Mi salutò con voce spaventata.

"Carl, dove sei?" Gli chiesi in tono freddo. Sono sempre stato professionale con i miei dipendenti, non mi sono mai permesso di mostrargli qualche emozione. L'ho imparato con il passare del tempo, se mostri un qualsiasi sentimento, poi le persone pensano di poter ottenere tutto da te e di conseguenza pensano anche sei debole.

"Mi dispiace signore, si è bucata una gomma e ho bisogno di un po' di tempo per riuscire a fissare quella di scorta." Rispose. Feci un respiro profondo per calmarmi.

"Ok, tu preoccupati della macchina intanto, ci penso io a me stesso." Esclamai senza emozioni, prima di riattaccare.

Digitai il numero di Xavier ed aspettai che rispondesse. Xavier è la persona più vicina a me e mi conosce bene, anche se, non così tanto da riuscire a vedere attraverso i miei muri.

"Ehi amico, che succede?" Mi domandò con la voce assonnata. "Perché mi stai chiamando?"

"Ho bisogno che mi vieni a prendere all'hotel, la mia macchina ha una gomma bucata e Carl si sta occupando di questo." Risposi.

"Mi dispiace, ma sono con Lexi e lo sai, non posso lasciarla qui sola, mentre dorme." Mi disse.

Mi guardai intorno ed ignorai gli sguardi delle persone, pensai che non mi sarebbe dispiaciuto camminare. Inoltre, avrei bisogno di passare più tempo all'aria aperta, invece di stare sempre chiuso nel mio ufficio e lavorare tutto il giorno, ma quando sei milionario tutto il tempo che hai a disposizione lo devi usare solo per  una cosa: lavorare.

"Ok, allora farò una passeggiata. Casa mia non è poi così lontana da questo hotel." Dissi, in tono tranquillo, il che sorprese me stesso. Se fosse stato un qualsiasi altro giorno mi sarei arrabbiato a morte, ma pensai che un po' d'aria fresca mi avrebbe aiutato a calmarmi.

Riattaccai ed iniziai a camminare per le strade vuote, tranquille ed oscure. Dopo circa 5 minuti sentii delle gridi e delle urla e notai che un gruppo di uomini stava correndo dietro a qualcuno.

Non volevo essere coinvolto perciò continuai a camminare ed a comportarmi come se non avessi visto nulla di inusuale, fino a quando un corpo fragile e delicato si scontrò con il mio petto, facendosi sfuggire un sussulto dalle labbra.

Stavo per inveire contro la persona che mi era venuta addosso quando la guardai e fu come se, il tempo si fosse fermato per un attimo. La ragazza più bella che avessi mai visto si trovava di fronte a me, non so cosa successe, ma i miei lineamenti si ammorbidirono. Guardai dietro le sue spalle e realizzai che il gruppo di uomini che avevo visto prima stava correndo dietro a lei. 

Un momento di confusione mi attanagliò la mente, ma sparì quando sentii uno degli uomini urlare "sei qui, prendetela."

Guardai la ragazza, che a sua volta mi stava fissando con i suoi occhi innocenti che mi stavano implorando silenziosamente di aiutarla. Non so perché, ma sentii il bisogno di salvarla e di proteggerla da quegli uomini psicopatici che la stavano guardando infuriati.

"Ehi, non vogliamo creare problemi, vogliamo solo la ragazza." Disse uno di loro. Le sue parole mi fecero rafforzare la presa sul corpo di lei.

"Per favore non lasciare che mi prendano." Mi sussurrò la ragazza che si trovava di fronte a me, con una voce dolce e le lacrime che le scorrevano lungo le guance. Dovetti trattenermi perché la mia mente mi implorava di allungare la mano ed asciugargliele.

"Andatevene via e lasciate stare la ragazza." Pretesi, in tono arrabbiato. In meno di un secondo li vidi avanzare verso di noi, così la nascosi dietro al mio corpo ed inizia una rissa contro questi uomini malati.

Non sapevano in che guaio si erano messi. Dire che ero forte era un eufemismo, potevo battere questi rifiuti umani in meno di un secondo, e questo grazie al mio corpo muscoloso, che allenavo ogni volta che avevo del tempo libero.

Dopo qualche pugno e qualche calcio erano tutti stesi a terra ed io mi passai le mani sulla schiena. Mi girai per vedere come stava la ragazza e notai la paura nei suoi occhi.

Mi presi un momento per guardarla meglio e scossi la testa quando vidi com' era esausta, i suoi vestiti erano sporchi e strappati e aveva dei lividi su tutto il corpo. Mi vennero in mente una miriade di domande, ma le accantonai per il momento e feci un passo verso di lei.  Fece immediatamente un passo indietro, ma poi si fermò. Come se le stessi leggendo nel pensiero gli corsi incontro e strinsi il suo corpo debole tra le mie braccia, prima che cadesse a terra.

La guardai per un momento e realizzai quanto fosse realmente distrutta, così tanto al punto che volevo proteggerla, ma quello non ero io. Io non ero così e mai lo sarei diventato.

Running Into Mr Billionaire -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora