Capitolo ventitre

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"Ok, te lo dirò, ma dovrai ascoltarmi fino alla fine e non dovrai arrabbiarti, ok?" Gli chiesi con tono chiaramente preoccupato.

"Ok, fiorellino." Mi rispose.

Feci un respiro profondo avvicinandomi di più a lui, quando mi prese e mi fece sedere sulle sue gambe.

Arrossii e mi agitai nel tentativo di spostarmi, ma la sua presa sui miei fianchi si rafforzò, facendomi arrossire ancora di più.

"Ti ascolto," mi disse, disegnandomi piccoli cerchi sulla vita.

"Ok... umm. Quando avevo-" iniziai, fermandomi quando una voce sconosciuta ci interruppe.

"Ciao! Sto entrando, la porta è aperta." Mi girai per vedere chi potesse essere.

"Damon! Wow. Chi è questo splendore?" Sgranai gli occhi nel vedere la persona di fronte a noi, aveva gli occhi azzurri ed i capelli castani, come quelli di Damon.

La stretta di Damon si rafforzò e lo sentii irrigidirsi.

"David?" Domandò Damon.

"L'unico e il solo, hai intenzione di rimanere seduto lì o di venire a salutare tuo fratello?" Sgranai gli occhi ancora di più quando disse che erano fratelli. Non sapevo che ne avesse uno. Ora che ne ero a conoscenza, riuscivo a vedere le somiglianze.

Mi alzai dalle gambe di Damon con le guance ancora rosse, mentre lui andava a salutare suo fratello.

"Cosa ci fai a New York?"

"Beh ho da fare dei lavori  e vorrei fermarmi qui dato che c'è anche Alley."

Damon annuì e David si voltò verso di me.

Fece un sorrisetto e mi si avvicinò.

"Bene, immagino che tu debba essere veramente speciale dato che Damon ti ha permesso di entrare nella sua casa," mi fece l'occhiolino.

Damon lo guardò male e lui ridacchiò in risposta.

"Um.. Sono Rose," mi presentai, prima di tendergli la mano.

La prese e se la portò alle labbra, baciandola.

"Un bellissimo nome per una bellissima ragazza," ammiccò. Guardai Damon e vidi che stava fissando suo fratello. Spostai la mano imbarazzata e mi diressi verso  di lui.

"Grazie," sussurrai.

Damon mi strinse la vita con fare possessivo e mi avvicinò a lui.

"David! Lei è la mia ragazza e non voglio che ci flirti. Capito?" Gli disse Damon, enfatizzando la parola 'ragazza'.

"Ragazza eh? Non ti biasimo, è veramente bella," gli disse.

"David!"

"Ok, ok. Capito," ridacchiò David, prendendo i suoi bagagli.

"Bene, vado in una delle stanze a fare irruzione," disse prima di incamminarsi, ma si fermò e ci guardò, "oh, ci sono anche altre valigie vicino alla porta," disse prima di salire le scale e scomparire dalla nostra vista.

Damon andò alla porta e prese i miei borsoni.

"Andiamo nella tua stanza così possiamo parlare senza essere disturbati," mi disse dolcemente. Annuii con la testa e lo seguii di sopra.

Una volta che raggiungemmo la mia stanza appoggiò le valige a terra e si sedette sul mio letto.

Mi prese le mani tra le sue e le baciò.

"Ora fiorellino, perché volevi scappare da me?" Mi domandò.

Feci un respiro profondo e lo guardai negli occhi, prima di iniziare.

"Ti ricordi cosa ti raccontai riguardo il mio patrigno?" Gli chiesi.

I suoi occhi si scurirono e la sua presa sulle mie mani si fece più stretta, mentre annuì.

"Beh, non ti ho detto tutto." Affermai.

Spalancò gli occhi e mi domandò, "perché non l'hai fatto?"

"Prima di incontrare il mio patrigno e prima che mia madre morisse avevo un ragazzo," iniziai.

Non disse nulla, ma la sua mascella si irrigidii e mi strinse a lui.

"Il suo nome era Rick. Era gentile all'inizio, ma un giorno divenne possessivo e si trasformò in un pazzo. Continuava a picchiarmi ed a torturami, costantemente,  senza che mia madre lo sapesse."

"Cosa?" Damon scoppiò dalla rabbia.

Gli appoggiai una mano sul braccio cercando di calmarlo.

"Avevo troppa paura a lasciarlo, non sapevo cosa avrebbe potuto fare. Quella notte, quando mia madre morì ne avevo abbastanza di quella situazione e gli scrissi che la nostra relazione era finita. Ero una stupida se pensavo che mi avrebbe lasciata andare."

"Fece irruzione nella mia stanza mentre stavo piangendo ed iniziò a picchiarmi come sempre, ma quella volta, fece anche qualcos'altro," la mia voce si ruppe e le lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi.

Il suo sguardo passò dalla rabbia alla preoccupazione e mi strinse le guance tra le sue grandi mani.

"Cosa ti ha fatto?" Mi chiese.

"M-mi ha visto violentata," piansi contro il suo petto.

"Cosa? Non posso credere che qualcuno ti abbia fatto tutto questo. Che lo abbia fatto in generale!" Urlò arrabbiato, stringendomi contro il suo petto.

"Sono sporca, non vado bene per te D-Damon."

"No Rose, è lui ad essere un verme. Tu sei pura ed innocente. Non è stata colpa tua, ti prometto che pagherà per ciò che ti ha fatto!" Mi diede un piccolo bacio sulle labbra, ma lo allontanai. Non avevo ancora finito.

"Devo continuare."

"Va bene così-" iniziò, ma lo interruppi.

"No, voglio che tu conosca tutta la storia," sussurrai. Lui annuì ed io proseguii.

"Dopo quella volta, la polizia arrivò e lo arrestò. Doveva stare in prigione per 10 anni ed io ero sollevata, sapendo che non avrei dovuto più avere a che fare con lui, ma sfortunatamente non era finita."

"Il mio patrigno prese il suo posto ed iniziò ad abusare di me. Dopo un paio di anni scoprii che il mio patrigno aveva pagato la cauzione a Rick, tirandolo fuori dalla prigione in cambio di soldi. Fece anche un affare col quel pazzo, mi vendette in cambio di soldi."

La mano di Damon si strinse più forte attorno alla mia vita ed i suoi occhi si scurirono dalla rabbia.

"Quella notte lo rividi per la prima volta dopo anni e mi disse che mi voleva sposare, ma non potevo farlo, avevo finalmente trovato il coraggio di scappare e prenotai un volo per New York. Dopo due giorni o giù di lì mi trovai per la strada, e fu in quel momento che ti incontrai," finii con un sospiro.

"Ma perché mi stavi lasciando?" Mi domandò.

Deglutii e mi asciugai le lacrime.

"All'inizio pensai che non mi avrebbero più ritrovata, vivevo finalmente ed ero felice, ma una notte, mentre eravamo nella tua casa al lago mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto che diceva che sarei stata presto sua e che se non me ne fossi andata avrebbe fatto del male a qualcuno a cui io tenevo, non potevo permettere che   si accanisse su di voi, soprattutto su di te, Damon"

Damon borbottò qualcosa e mi abbracciò stretta.

"No, non permetterò che qualcuno di faccia del male e non ti permetterò neanche di andare via, ti ho promesso che ti avrei protetta e ho intenzione di farlo, sul serio. Sei mia." Il mio battito cardiaco aumentò e sentii un sorriso spuntarmi sulle labbra nel sentire le sue parole.

Lo guardai e sorrisi ancora di più, facendo addolcire il suo sguardo.

"Sono tua."

Running Into Mr Billionaire -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora