12. DEVO PARLARTI

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Seguìto il solco di un sentiero m'ebbi
l'opposto in cuore, col suo invito;
e forse m'occorreva il coltello che recide,
la mente che decide e si determina.

Eugenio Montale

La "prossima settimana" era ormai arrivata.
Era arrivata troppo presto perché Edmund si abituasse all'idea, troppo tardi per la sua crescente impazienza. Adesso era agitato e non capiva se fosse più preoccupato della reazione di Diana o di quella di Tommaso.

Nei confronti di Diana viveva una situazione contraddittoria ed incoerente: era al tempo stesso felice ed infastidito di poterla conoscere.
Era felice perché avrebbe finalmente avuto il diritto di obbligarla a rivolgergli la parola, e perché nessun ostacolo si sarebbe presentato ad impedirgli di fare la sua conoscenza.
Infastidito, perché aveva il timore che, conoscendola meglio, il suo sentimento per lei crescesse.

Gli venne da ridere, quando vide sfilargli davanti agli occhi proprio Diana, a testa alta, con la sua solita aria sostenuta e snob, ignara del fatto che i pensieri di Edmund stavano prendendo forme alquanto minacciose nei suoi confronti, come poteva essere minaccioso il progetto di diventare suo compagno di classe.

Diana si stava dirigendo verso la sua classe, per incominciare quella giornata che le riservava una brutta sorpresa.
Ma Edmund non stava aspettando lei. Stava aspettando Tommaso.                                     
Voleva essere il primo a fargli sapere che aveva cambiato sezione: voleva anticipare la preside.
Sperò con tutto sé stesso che la preside non avesse già anticipato lui, avvisando la classe il sabato precedente.

In quel momento, lo vide comparire sulla porta. I loro occhi s'incrociarono. Edmund veicolò il suo messaggio attraverso l'aria, spedendolo al suo indirizzo: «devo parlarti».
Ma Tommaso distolse lo sguardo e proseguì imperterrito, in direzione della sua classe.
Perché?! Come era possibile che non avesse capito? No, doveva averlo capito benissimo, ma aveva preferito far finta di nulla.
Tommaso era già stato avvisato? La voce era già girata e aveva già raggiunto anche lui? Si era offeso per non essere stato il primo a saperlo?
Edmund lo seguì con lo sguardo, rabbrividendo, e fece qualche passo veloce nella sua direzione, pronto a chiedergli una spiegazione della sua freddezza e a scusarsi per non avergli fatto sapere prima una cosa che lo riguardava così profondamente.
Ma si bloccò: Tommaso era andato a parlare con Diana. Ora erano entrambi fermi sulla soglia a conversare e a ridere.
Appena Diana comparve nel suo campo visivo, Edmund perse ogni forza.
No, non poteva andare da Tommaso e parlargli, se Diana era presente. Non se la sentiva. Per di più, conosceva bene Tommaso e sapeva che non avrebbe accettato di seguirlo in disparte finché era offeso con lui. Ed era chiaramente offeso.

Edmund distolse lo sguardo da loro, finse di non averli neppure visti e si diresse velocemente e a testa alta verso le scale, per raggiungere quella che ormai era la sua vecchia classe.
Infatti, la preside aveva deciso che Edmund avrebbe trascorso la prima ora nella A per fare la verifica di Scienze, poi avrebbe raggiunto la D per la verifica di matematica.
Per fortuna, erano due materie per le quali Edmund aveva una predisposizione naturale.

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