Capitolo uno

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ROSE POV

Passai davanti allo stesso bar ancora ed ancora, 'era quella la terza volta o la quarta?' pensai. Non lo sapevo. Tutto quello che sapevo era che stavo vagando per queste strade da giorni ormai. Non sapevo quanto fosse passato, ma sembrava essere solo ieri quando ero, finalmente, riuscita a scappare.

Ricordo ancora i suoi occhi scuri, freddi e il suo malvagio sorriso, solo a pensare a lui sentii un brivido lungo la schiena. L'aria fredda che colpiva il mio viso mi fece tornare alla realtà, scossi la testa cercando di dimenticarlo e continuai a girovagare per quelle strade.

Passai davanti ad alcuni ristoranti di lusso che fecero brontolare il mio stomaco. Era passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che avevo mangiato. Un'anziana signora era stata così gentile da darmi alcuni dollari per comprarmi un sandwich ed una bottiglia d'acqua. Dopo quello, non avevo più mangiato nulla.

Beh, in realtà ci sono abituata. Prima di scappare non mangiavo per lunghi periodi di tempo, dato che il mostro non voleva che avessi davanti agli occhi nulla di buono, non voleva neanche che uscissi dalla mia stanza, mi sentivo come in carcere.

Dopo circa 10 minuti iniziò a piovere ed io iniziai a tremare a causa del freddo che mi circondava. I vestiti che stavo indossando non mi aiutavano per niente. Guardai i miei pantaloni larghi e strappati e la canottiera sporca. Quest'ultima era bucata in tanti punti dato che ero caduta a terra più volte.

Ero un disastro pensai, ma una voce interruppe i miei pensieri, prima che potessi riflettere su altro.

"Ehi, bellissima." Alzai lo sguardo e vidi un uomo in piedi vicino a me, non era solo. Ce n'erano circa sei, ma non feci un tempo a contarli, ero troppo spaventata dalla loro presenza.

Erano spaventosi ed io ero terrorizzata dal fatto che la storia avrebbe potuto ripetersi. Feci alcuni passi indietro quando uno di loro parlò "ehi, dove pensi di andare?"

Non ci pensai due volte ed iniziai a correre. Le gambe mi facevano male, ma continuai lo stesso, ci provai almeno.

"Sta scappando, prendetela!" Urlò uno di loro agli altri. Iniziai a sentire il rumore dei passi dietro di me, ma non mi voltai, continuai a correre fino a che non mi ritrovai in un vicolo ceco.

"Dai piccola, non vogliamo farti del male. Vogliamo solo divertirci, sarà la miglior esperienza della tua vita." Il mio stomaco si contorse nel sentire le sue parole. Lacrime salate cominciarono a cadermi sulle guance e scorrermi fino al mento, l'unica cosa che volevo era scappare da lui, invece mi ero cacciata in un'altro problema, forse più grande.

Tutto divenne tranquillo, perciò pensai che forse mi avrebbero lasciato andare o qualcosa del genere. Decisi di uscire dal vicolo per spostarmi in un'area abitata, alla fine, sarebbe stato più sicuro.

Appena feci un passi sentii una mano stringersi intorno alla gola. Urlai ed iniziai a scalciare.

"Per favore, lasciatemi andare!" Piansi. "Vi giuro che non ho soldi."

"Chi ti ha detto che vogliamo i soldi?" Rise. "Vogliamo solo divertirci un po'." Lui e gli altri sei uomini iniziarono a ridere, mentre io pregavo per la mia stessa vita. Non sapevo se sarebbe finita presto, ma sapevo che era un gran disastro, perciò forse farla finita era meglio.

Ma non potevo morire, mia mamma mi diceva sempre 'combatti per la tua libertà e non permettere a nessuno di rovinare la tua strada, il tuo cammino." Provai a respirare quando realizzai di essere immobilizzata al suolo. Non volevo che le sue luride mani mi toccassero perciò alzai un piede e lo colpii là dove non batte il sole.

"Ahi! Piccolo pezzo di merda. Volevo essere gentile con te, ma adesso vedrai." Mi urlò, cercando di alzarsi. Prima che potesse aggiungere dell'altro corsi via, cacciandomi in un guaio, per quanto fosse possibile, maggiore.

"Prendetela." Gridò sempre lo stesso uomo agli altri. Erano circa le 11 di sera e quindi c'era scuro, non riuscivo a vedere cosa ci fosse difronte a me, ma questo non mi fermò.

Improvvisamente mi scontrai contro un muro, che sembrava essere d'acciaio. 'Aspetta, questo da dove viene fuori?" Pensai. Iniziai ad andare nel panico, sentii i passi degli uomini farsi sempre più vicini quando realizzai che quello a cui ero andata a sbattere non era un muro, ma un corpo.

Alzai gli occhi e vidi un uomo bellissimo. Il suo sguardo dapprima freddo si ammorbidì subito dopo, per poi assumere un'espressione confusa.

"Sei qui." Sentii dire dall'uomo che mi stava inseguendo. Il mio cuore iniziò ad accelerare i battiti e guardai l'uomo contro il cui ero andata a sbattere, sperando che non mi lasciasse qui, a morire.

Running Into Mr Billionaire -Traduzione-Where stories live. Discover now