I Think We Can Be More

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Solo. Da solo, ma nessuno riesce  a fare tutto da solo..

Ero ancora scioccata dal fatto che c’era voluto così poco per avere un lavoro che quasi mi maledicevo per non aver provato prima a cercarne uno! Salii in macchina e notai che ormai erano le sei di pomeriggio, e decisi di passare da Nando’s, per prendere due pizze, una per me e una per Meredith. Sapevo la sua preferita, ormai sapevo tutto di lei, come lei sapeva tutto di me. Decisi di prendere le pizze, perché non volevo farle cucinare ancora la cena per me. Di solito non mangiava mai con noi, ma dato che mi faceva la cena alle otto, di solito lei mangiava dopo, quindi non avrebbe iniziato a cucinare prima delle sette e mezza, e io avevo il tempo di tornare a casa prima, quindi decisi di non avvisarla, tanto per farle una sorpresa.

‘Meredith sono a casa!’ urlai una volta entrata per poi appoggiare, al tavolino che c’era vicino alle scale, il portafoglio e le chiavi della macchina, comprese quelle di casa.

Nessuno mi rispose, quindi decisi di avviarmi alla cucina, per poter appoggiare un attimo le pizze, dal momento in cui scottavano un casotto, dopo di che mi diressi in tutte le stanze e non trovai nessuna traccia di Meredith. Preoccupandomi chiamai mio zio.

‘Pronto?’

‘Zio, dov’è Meredith?’ chiesi subito io.

‘Le ho dato un giorno libero, doveva andare a trovare sua sorella, perché sta male!’ 

‘Ah okay..’

‘Scusa se non te l’ho detto prima, ma non pensavo fosse un problema, se vuoi torno a casa, così non stai da sola!’ 

‘Non ti preoccupare, chiamerò Nathan! Comunque non ho paura a stare in casa da sola, solo che volevo farle una sorpresa e sono tornata a casa con due pizze. Tranquillo zio, passa una buona serata, ti guarderò alla televisione!’ dopo di che spensi la chiamata, e mandai un messaggio a Nathan con scritto se voleva passare la serata da me e dopo pochi minuti arrivò subito la sua conferma.

Dopo neanche una mezzoretta suonò il campanello, e io convinta che fosse Nathan, corsi subito alla porta e una volta aperta, mi ritrovai davanti uno con gli occhi verdi e i capelli ricci. Di sicuro non era Nathan okay, ci siamo arrivate tutte, ma lui cosa ci faceva qui?

‘C-ciao Harry, mio zio non è in casa..’ dissi io, collegando il fatto che magari poteva essere lì per mio zio.

‘No, a dire il vero mi ha chiesto lui di venire qui, non voleva che rimanessi da sola, e  non voleva che tu rimanessi da sola con un certo Nayten?’ mi chiese lui, cercando di ricordare le parole dette da mio zio.

‘Nathan.’ Lo corressi. ‘Comunque va bene allora, entra pure..’ dissi, non proprio al settimo cielo, spostandomi dalla porta e facendolo entrare.

Dopo aver chiuso la porta, tirai fuori subito il telefono dalla tasca e inviai un messaggio a Nathan scusandomi, ma che mio zio mi aveva mandato la guardia del corpo, e per scherzare, gli dissi che sarebbe stato meglio cento volte di più lui della guardia che mi ritrovavo. Non potevo dirgli che era Harry, si sarebbe ingelosito e non lo biasimo. Harry è davvero un bellissimo ragazzo.

‘Non avevo in programma niente di che stasera, solo di guardare lo zio in tv..’ dissi io, entrando in salotto, dove Harry era già arrivato. Continuai ad osservarlo, ma lui non mi rispose, guardandosi in giro, soprattutto l’enorme scrivania di legno che era riempita da vari libri e alcune foto di me da piccola insieme a mio zio.

‘Ho preso due pizze da Nando’s, erano indirizzate a me e a Meredith, ma dato che lei non c’è..’ dissi ancora, lasciando sottinteso il fatto che se magari mi rispondeva, mi faceva un favore. ‘Il gatto ti ha mangiato la lingua?’ chiesi ancora, soffocando una risata che avrei voluto fare uscire.

Intrecci Del Destino di Carlotta CorviWhere stories live. Discover now