Capitolo ventidue

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Quando ci alziamo lo spirito di poco prima si materealizza davanti a noi.
"Siete stati molto bravi, ragazzi." Ci dice. "E veloci. Ora potete andare, siete liberi. Un'ultima cosa, poco dopo che siete entrati, una ragazza vi ha seguito, per caso la conoscete?"
Non ho bisogno di sapere altro, so chi è la ragazza: è Izzy.
"Cosa le hai fatto?" Le chiedo con voce rauca, giuro che se le è successo qualcosa...
"Niente, però l'ho rinchiusa in una delle mie celle."
"Liberala!"
"No, è entrata senza permesso!"
"Lasciala andare!" Le urlo dietro mentre inizia a svanire.
"Buon viaggio, ragazzi." Lo dice come se nulla fosse successo, come se la mia migliore amica non fosse rinchiusa chissà dove. Jace mi posa una mano sulla spalla e io mi volto per guardarlo.
"Devo trovarla, Jace. Tu non capisci, lei è la mia migliore amica, l'unica di cui posso fidarmi ciecamente, alla quale raccontare ogni mio problema. È stata lei l'unica persona che mi ha aiutato a rialzarmi quando ero caduta. Non posso stare senza di lei, la mia vita sarebbe inutile. Ti prego aiutami."
Ormai sono in lacrime, lui mi abbraccia e non dice niente, ma va bene così, un abbraccio racchiude tutto ciò che si vorrebbe dire a parole, un piccolo gesto che fa la differenza.
"La troveremo, te lo prometto." Dice alla fine. Annuisco, asciugandomi le lacrime.
Mi avvicino al muro, lentamente come attratta da una forza sconosciuta. Arrivata di fronte appoggio le mani alle pareti e sento una strana energia scorrermi nel corpo. Faccio scivolare la mani lungo la parete, come se si muovessero da sole. Ad un tratto mi fermo, sotto le dita percepisco dei segni: due cerchi concentrici uno interno all'altro. Prendo la pietra, che avevo infilato nella tasca dopo aver curato Jace, e la posiziono nel cerchio più piccolo e come prima si sprigiona un'intensa luce, sento rumore di ingranaggi e una porta si apre davanti a me.
"Jace!"
Lui si avvicina a me.
"Andiamo." Mi dice. Mi prende la mano ed entriamo. La porta si chiude dietro di noi con un tonfo, facendomi fare un salto per lo spavento. Ci inoltriamo nel corridoio, che illumino con la pietra di Jace. Non è molto grande, per riuscire a passare dobbiamo camminare uno dietro l'altro, io sono in testa e Jace subito dietro di me. Alla fine del corridoio, c'è un'altra porta, ma non è neccessario usare chissà quale strumento per aprirla, perché appena la spingo in avanti si spalanca.
Usciamo in un atrio non molto grande e davanti a noi si apre un lungo corridoio pieno di celle.
"Dovremmo essere nel luogo giusto, ora dobbiamo trovarla e tirarla fuori da qui." Dico.
Ci inoltriamo nel corridoio, in ogni cella c'è qualcuno o qualcosa: persone che ormai hanno perso la speranza e che vedendoci ci guardano speranzosi.
Una ci è venuta incontro, quasi sperando di riuscire a raggiungerci nonostante le sbarre e ci ha implorato di salvarlo.
Ci sono anche esseri fantstici e mostri, che ci osservano mettendomi inquietudine.
"Izzy!" Decido di chiamarla, se no non so quando riusciremo a trovarla. Nessuno risponde, ritento un'altra volta.
"Clary!?" Sento rispondere da una voce in lontananza.
"Izzy! Sono qui!" Mi metto a correre, devo trovarla. Una mano sbuca da una cella, è la sua.
"Izzy sei qui?"
Lei esce dal buio e si avvicina.
"Sei qui!" Mi dice. "Pensavo che non ce l'avresti fatta!"
Ha qualcosa di strano, c'è qualcosa che non mi quadra. Gli occhi, non sono i suoi! Hanno un colore più chiaro. E come mi ha parlato, avrebbe fatto riferimenti Fandom, utilizzando com'è solita fare, "Per l'angelo" e non mi avrebbe mai detto che pensava che non ce l'avrei fatta. Lei è sempre stata quella ragazza che quando mi perdevo mi riportava sulla retta via, convincendomi che sarei riuscita a superare ogni ostacolo e che la mia vita sarebbe stata fantastica.
"Tiriamola fuori" dice Jace.
"No, non è lei."
"Clary, ma sono io, Izzy!" Mi dice il mostro.
"Non sei tu, io conosco bene la mia migliore amica."
Intorno alla finta Izzy si forma una specie di foschia e lei scompare sostituita da un essere mostruoso.
"Liberami!" Dice urlando e sbattendo le sbarre con il vano tentativo di  toglierle.
Mi allontano a passo svelto, mentre l'essere continua a urlarmi dietro implorandomi di salvarlo.
"Clary!" Mi chiama Jace. Io non rispondo e continuo a percorre questo corridoio a passo svelto con il solo obbiettivo di trovare la mia amica. Tuttavia Jace mi raggiunge, mi afferra per le spalle, mi gira verso di lui e mi dice:
"La troveremo, te lo prometto." Annuisco, ho iniziato a perdere la speranza dopo aver incontrato il mostro e ora mi sto davvero chiedendo se lo spirito non ci abbia preso in giro.
"Andiamo." Mi dice Jace prendendomi di nuovo per mano.
Quando finalmente arriviamo al fondo del corridoio c'è un piccolo cartello, con una freccia e con su scritto: "nuovi arrivati".
Ora sono sicura che la troveremo, devo mantenere in vita ogni bricciola della mia speranza per Izzy! Per la mia Parabatai!

La chiave di un futuro passatoWhere stories live. Discover now