Capitolo otto

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Dopo ore di cammino siamo arrivati alla base, due uomini sconosciuti mi hanno separata da Jace e mi hanno portata in una camera. Mi hanno dato della roba pulita e mi hanno detto che tra una ora e mezza devo essere pronta, perché sarebbe venuto Jace a prendermi e se ne sono andati senza aggiungere altro. Così mi sto facendo una bella doccia calda, ne ho proprio bisogno. Mi lavo per bene, soprattutto i capelli che sono messi malissimo, incrostati di fango e sangue e pieni di nodi. Quando esco mi asciugo e mi infilo i vestiti puliti. Dopo essermi pettinata per bene e aver asciugato i capelli, mi corico sul letto, ho ancora mezz'ora quindi mi farò un sonnellino. Qualcuno bussa, guardo l'ora, ma mancano ancora venti minuti, ho sbagliato a calcolare i tempi?
"Avanti!" Rispondo. La porta si apre ed entra Jace.
"Ciao, come va? Ti sei ripresa?"
"Si dai, mi sento meglio. Dobbiamo già andare?"
"No, è che volevo passare un po' di tempo con te, da soli."
"Siamo già stati tutto il giorno da soli." Gli dico ridendo, lui contraccambia. Sembra un po' imbarazzato, ma non lo vuole far notare.
"Vieni, siediti pure qui." Gli dico, indicandogli il posto sul letto accanto a me. Lui si siede.
"Allora raccontami qualcosa di te!"
"Cosa? Ti ho già raccontato della mia magnifica infanzia."
"Non intendevo questo." Gli rispondo. "Per esempio chi sono i tuoi amici qui dentro, i tuoi hobby, le tue vicende amorose, cose così."
Lui mi sorride.
"Allora iniziamo dagli amici, non ne ho molti, ma quelli che ho sono molto importanti per me, diciamo che fanno parte della mia famiglia. Si chiamano Tobias e Gideon, una volta Alexander era uno della famiglia per me, ma poi ci ha tradito per il nemico. Così mi sono rimasti quei due, sono scemi, quando li conoscerai capirai, ma sono molto simpatici e questo ripaga la loro stupidità. Riguardo ai miei hobby... beh... adoro suonare."
"Che cosa suoni?" Gli chiedo.
"Il pianoforte."
"Wow, ma è bellissimo!"
"Si è un passatempo stupendo, mi distrae dai problemi della vita reale. Poi mi hai chiesto riguardo alle mie vicende amorose giusto?"
"Sí esatto." Gli dico ridendo. "Immagino che avrai avuto tipo una ragazza al mese a cui poi hai spezzato il cuore."
"Non esserne troppo sicura... e se ti dicessi che non ho mai avuto la ragazza?"
"Nemmeno una?" Gli chiedo sbalordita, ma com'è possibile? Un ragazzo bello così non ha mai avuto una fidanzata!?
"No, tu saresti la prima." Non ci arrivo subito, ma quando capisco lo guardo sbalordita. Ha davvero detto quello che le mie orecchie hanno sentito? Non sto sognando, vero!?
Lo guardo.
Lui mi guarda.
Io lo guardo e infine mi bacia, un bacio appassionato, magico.
Alla fine, in tono teatrale, mi chiede:
"Signorina Clarissa Mongestern vorrebbe essere la mia fidanzata?"
Secondo voi dovrei pensarci un attimo? Ma figuriamoci!
"Si, lo voglio." Gli dico gettandogli le braccia al collo. Riamniamo un po' così, niente e nessuno potrà rovinarmi la giornata.
"Dobbiamo andare." Mi dice, mi prende per mano e usciamo dalla camera.

La chiave di un futuro passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora