Capitolo 28

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Casa dolce casa!
Sono appena rientrata, lascio le mie valigie all'entrata e subito mi tuffo su quel fantastico divano, che mi è mancato davvero tanto.
La mia mente è ancora su quelle labbra: non è stato facile staccarmi, riesco ancora a sentire il suo sapore, quel sapore che mi provoca sensazioni di cui solo dio è a conoscenza.

«Ehi piccola e tu quando sei arrivata?»
Mi giro d'assalto, noto Stive in accappatoio vicino alla porta della camera.
«Stive mi sei mancato tantissimo!» corro e lo abbraccio talmente forte da togliergli il respiro.
«Hey Desy anche tu mi sei mancata, ma se continui a stringermi così mi strozzerai!»
«Sono appena arrivata,» dico «ma non credevo di trovati qua, altrimenti avrei bussato prima di entrare. Sei solo, vero?» giro per la casa in cerca di qualcuno con aria divertita.
«Non è che hai qualche tipa nascosta?» gli chiedo puntandogli il dito contro.
«Dai smettila non c'è nessuno!» lo scruto con gli occhi, titubante.
«Sicuro? Non è possibile per un gran figo come te. Dimmi la verità Stive, dove l'hai nascosta?»
Continuo a cercare.

Abbiamo appena finito di pranzare, Stive è sul divano. Sta lavorando sul suo nuovo libro, non credo che riuscirà a scrivere tanto perché oggi gli ho dovuto raccontare tutto quello che è successo durante il mio viaggio di lavoro. Era davvero sconvolto: non sono andata proprio nei particolari anche perché le cose da raccontare erano tante e non mi andava di caricarlo troppo. La parte più difficile però è stata raccontargli di Neyt, so quanto lui lo abbia fatto soffrire e mi dispiace tanto, ma non immaginavo che potesse succedere. Quando l'argomento è finito su Neyt e quello che era successo tra noi la sua espressione non era delle migliori, anche se me lo immaginavo.

Continuava ad urlare, dicendomi che avrei dovuto chiamarlo. Ho cercato di fargli capire che anche se lo avessi fatto non sarebbe cambiato nulla, perché ormai era già successo, e che purtroppo quella non era stata la mia prima volta! Ma ovviamente non lo dissi ad alta voce. Non è stato facile raccontare ciò che mi è successo di nuovo, anche perché non sapevo come avrebbe reagito. So che devo prima o poi, ma oggi non mi andava.
Dopo essermi fatta un bagno caldo noto un messaggio sul cellulare,

"Messaggio di Neytan"
Ciao piccola, disturbo?
Che ne dici se più tardi ci vediamo?
Sempre se ti va! ;)

"Messaggio di Desyrè"
Ehi ciao mi piacerebbe tanto
Ma siamo appena tornati e non mi va di lasciare Stive di nuovo solo. Scusami :(

Mi dispiace davvero tanto aver detto di no a Neyt, ma dopo aver visto Stive ancora scosso lo pregai di uscire e andare in un locale per passare un po' di tempo insieme, per liberarci dai nostri pensieri. Anche se mi sarebbe piaciuto vederlo di nuovo, ci siamo lasciati da poche ore e già mi manca il suo profumo.

Il cellulare riprende a suonare, questa volta ha preferito chiamarmi piuttosto che inviare messaggi. «Ehi ciao.» dico con voce dispiaciuta.
«Ciao piccola peste, già ti sei stufata di me?»
«No che dici Neyt non è così, è solo che...» mi fermo.
«Cosa Desy, cosa?»
«Nulla è che Stive è un po' scosso dopo il mio racconto e volevo farlo distrarre un po', tutto qua. E poi non credevo che tu saresti voluto uscire stasera.
«E tu da quando pensi per conto mio?»
Sorrido all'ultima frase, riuscendo a immaginare il suo sguardo, quello che solo "Neytan Carter" può fare.
«Neyt la smetti di prendermi in giro?»
Lui ride, ed io prego a Dio di scacciare via quelle fantasie dalla mia mente prima che sia troppo tardi. «Ok ok posso sapere almeno dove andate?»
«Perché?»
«Nulla semplice curiosità.»
«Beh che dire credo al solito posto, perché l'ultima volta non sono riuscita a godermela del tutto e tu sicuramente sai il perché.»
«Desyrè potresti aiutarmi a capirlo? Perché non ne ho proprio idea.» chiede ridendo. Quando sente che il mio tono è leggermente infastidito mi dice:
«Piccola da quella sera ne è passato di tempo.»
«Scusami ma devo proprio andare.»
«Ok a dopo piccola.»

Continuo a prepararmi, anche se non riesco a togliermi dalla mente le parole di Neytan. Cosa avrà voluto dire con "a dopo"? Non credo che quella sua testolina abbia pensato di venire in quel locale. Sa bene che tra lui e Stive non scorre buon sangue, anche se non mi dispiacerebbe se le cose tra loro tornassero come un tempo. Sicuramente sarà difficile, molto difficile, anche se io cercherò in tutti i modi che questa cosa diventi possibile.

Siamo appena arrivati in questo bellissimo locale, questa sera è ancora più affollato rispetto all'ultima volta, l'aria è decisamente mite e devo dire che si sta veramente bene. Stive è stupendo e non passa inosservato: indossa un pantalone nero a sigaretta, con una camicia bianca molto aderente che fa risaltare i suoi bei pettorali. Noto che le ragazze non riescono a togliergli gli occhi da dosso, e io mi diverto a quella scena sentendomi molto lusingata. Continuiamo a bere i nostri drink, ma proprio non riesco mantenere per niente l'alcol. Stive se ne accorge dal modo in cui mi guarda.
«Desy va tutto bene? Mi sa che da ora in poi ordinerai solo acqua, non mi va di portarti a casa in braccio ubriaca marcia, stasera voglio divertirmi; ho lavorato troppo in questi giorni in cui non c'eri, quindi posa questo bicchiere e andiamo a ballare che ho solo voglia di sfrenarmi e di non pensare ad altro.»

Ci sfreniamo tanto da rimanerne sfiniti e devo dire che sono davvero meravigliata del mio stato. Ma cosa ci hanno messo in quei drink? Sembriamo due pazzi usciti dal manicomio quando torniamo a sederci al nostro tavolo. Cerco di prendere fiato anche se mi è molto difficile visto la gente che si sta moltiplicando ogni secondo.

La serata procede perfettamente anche se devo dire che mi sento un po' a disagio visto le brutte occhiatacce delle ragazze. Ma che hanno da guardare? Se potessero mi ucciderebbero solo perché Stive ride ad ogni cosa che dico. Noto uno strano sorriso sul volto di Stive.
«Lo fai apposta vero?»
Finge di non capire ed io lo guardo con aria minacciosa.
«Vedi cara Desy... sarà meglio per te stasera ritornare a casa da sola perché cara, dolce e piccola peste mi stai bruciando la piazza, e non credo che il mio "amico" qui sotto ne sarà contento.»
Ridiamo a quello che ha appena detto, e mi accorgo che siamo letteralmente ubriachi dopo le ultime parole pronunciate.
«Sarà meglio per noi smettere di bere.»
Poi improvvisamente il suo volto cambia espressione: dall'essere contento all'essere sfacciatamente incazzato.
«Ehi cos'hai? Perché quella faccia?» mi giro cercando di capire il perché di quell'espressione, ma quando lo faccio anch'io rimango imbambolata.
«Buonasera piccola, Tutto bene? Ciao anche a te Stive, come va?»

Nulla Può SuccedertiWhere stories live. Discover now