Capitolo finale - La scelta finale

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«Congratulazioni Koh, mi hai reso davvero orgoglioso, ti rimane un'ultima cosa da fare, ricordati del giorno in più, se tutto va bene non sarai più solo». Chi sta parlando?... Vedo tutto nero. La voce però non mi è del tutto nuova, anche se si capisce che è modificata è innaturale. Continua: «Non parlare della mia esistenza con nessuno, specialmente al Creatore. Sappi che sono un tuo alleato, con l'unica missione di far terminare questa serie di giochi della morte. Non li organizza per divertimento, ma per ottenere un potere incredibilmente distruttivo. Ciò che posso dirti adesso è solo che per ottenerlo ha bisogno di racimolare il potere di 150 Elekt, tutti devono essere usati almeno una volta per un minimo periodo di tempo. Siccome potrebbe essere pericoloso per la sua salute usare 150 Elekt diversi ha ideato questo gioco, sottraendo al vincitore un Elekt che ne possiede il potere di 30. Considerando che ogni gioco ha 30 giocatori e che si è appena concluso il terzo gioco, con il tuo ha raggiunto quota 90. Per arrivare al suo obiettivo finale mancano 2 giochi, quindi dobbiamo fermarlo il prima possibile. Il come ancora non lo so, ma ci riusciremo». Non ci sto capendo nulla, continuo a vedere tutto nero e a sentirmi debole, ma provo una strana sensazione, simile a quella onirica, quindi credo di essere ancora svenuto, ma non riesco comunque a dire una sola parola. «Tra poco ti teletrasporterai dal Creatore, lì sarà tutto più chiaro. Se fa come nelle edizioni precedenti del gioco ti spiegherà un po' di cose, adesso non ho più tempo, ci si vede Koh. Hai fatto un ottimo lavoro». Non riesco né a parlare né a muovermi, ma non sento più il dolore dovuto allo scontro.

...

Mi ritrovo steso su un pavimento piastrellato. Mi alzo e mi guardo intorno. Sembra una sorta di laboratorio. «Salve, numero 7». Mi giro rapidamente e mi trovo alle spalle il Creatore, incappucciato e vestito di nero, come sempre del resto. Me ne allontano e aspetto che dica qualcosa. «Congratulazioni per aver vinto, mi sono già appropriato del tuo Elekt. Allora ragazzo, da ciò che ho visto credo tu sia un tipo molto curioso, quindi risponderò a qualche tua domanda». Non so da dove cominciare... Allora domando la prima cosa che mi viene in mente: «Che fine hanno fatto i vincitori delle edizioni precedenti?». «Hanno avuto ciò che hanno chiesto, non sono cattivo, mantengo sempre le mie promesse». Non so perché ma non ne sono tanto sicuro... Allora chiedo: «È possibile far tornare in vita qualcuno?». «Tra poco ti spiegherò meglio questo punto, prova con un'altra». Ok... Allora: «In base a cosa scegli i giocatori?». «Bella domanda. Osservo la città in cui devo far cominciare il gioco e prendo le persone con segni particolari. Chi desidera ardentemente qualcosa, chi l'ha persa ed è motivato a riaverla, chi vive nel rimorso, chi nel disprezzo. Ognuno di voi ha una storia da raccontare, triste o felice che sia, quindi vi metto alla prova per poi far conquistare al migliore ciò che più desidera, ottenendo quindi un gioco molto movimentato». Eppure io non credo di aver avuto una vita così particolare, l'unico fatto degno di nota è stato il mio primo OFF quando ero più piccolo, ma non ho né rimorsi né qualcosa che desidero davvero tanto, proprio per questo per la maggior parte del gioco non avevo ancora pensato a cosa chiedere come premio: non combattevo per vincere, ma pensavo solo a sopravvivere. Effettivamente se qualcuno è motivato a volere qualcosa potrebbe anche non farsi scrupoli in gioco, quindi è proprio nella natura umana essere disposti a sacrificare chiunque li circonda per ottenere qualcosa per proprio interesse personale. Se così non fosse stato il gioco sarebbe fallito alla prima edizione, eppure eccoci qui alla terza...

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«Ti vedo pensieroso, ti cedo un'ultima domanda e poi arriviamo al punto». «Come hai ottenuto quel potere?». «Come voi ottenete i vostri, con un Elekt, con la differenza che il mio non ha limiti». Allora quella che ho sognato è un'entità vera, non un frutto della mia immaginazione. Adesso ne ho la conferma.

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Si mette le mani nelle tasche e fuoriesce delle sfere energetiche, una per ogni mano. «Tocca a te, scegli il tuo premio, nella mia mano destra c'è il desiderio, puoi chiedere soldi, fama, donne, tutto ciò che vuoi, in un modo o nell'altro ti accontenterò. Nella mano destra c'è il Patto BackUp, credo di averlo già citato. Grazie a questo tutto tornerà alla normalità e il tempo si riavvolgerà fino a pochi istanti prima che il gioco cominciasse». «Scelgo quest'ultimo». «Sicuro? Perché ci sono delle condizioni... La prima: una volta tornato indietro nel tempo si svolgerà di nuovo tutto il gioco e nel caso dovessi vincerlo di nuovo... Torneremo indietro nel tempo definitivamente e non dovrai mai più combattere». Non può essere... Questo vuol dire che se dovessi scegliere quest'opzione dovrei nuovamente uccidere tutti gli altri 29? Non so se potrei essere così fortunato da vincere il gioco una seconda volta... «La seconda: non sarete 30 ma 60. Ai 30 che giocavate già verranno aggiunti altri 30, per rendere le cose un po' più difficili». Bastardo, così le possibilità di vincere diminuiranno ulteriormente... Ma non importa... Devo salvare tutti i miei amici... Proverò a fermarlo nella prossima edizione con l'aiuto di quella voce misteriosa. «La terza: se dovessi vincere tu, io smetterò ufficialmente di organizzare questi giochi. E con questo ho concluso». Pensandoci, se la voce onirica avesse ragione, facendo un gioco con 60 persone, il Creatore arriverebbe al suo scopo finale nella prossima edizione, proprio per questo non avrebbe più motivo di organizzare questi giochi, ma rifiutando abbandonerei i miei amici e non potrei più riuscire a fermarlo... «Tempo scaduto, qual è la tua scelta?».

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«Accetto, Patto BackUp sia, ma a una condizione». «Una condizione? Dipende...». «Visto che dobbiamo tornare indietro nel tempo, vorrei prendermi un giorno di relax, quindi ti chiedo di far tornare indietro il tempo di un giorno in più». Spero di essere stato abbastanza convincente... «E così sia, non mi costa nulla dopotutto». Preme la sfera energetica situata nella sua mano sinistra e tutto si fa bianco. «A presto, Settimo Giocatore».

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Mi ritrovo sul mio letto, è mattina. Controllo la data... Perfetto! Sono tornato al giorno prima dell'inizio del gioco! Chiamo a Elia: «Ci sono riuscito! Ho vinto il gioco!». «Koh, è mattina, stavo dormendo, non mi importa a che gioco giochi, me lo dici quando ci vediamo...» e mi chiude il telefono in faccia. Possibile che non si ricordi nulla di quello che è successo? Quindi se ha perso la memoria lui vuol dire che è successo anche agli altri? Esco di casa in fretta e mi dirigo a casa di Hannie. Arrivato alla sua porta suono il campanello e aspetto.

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Mi apre alla porta e mi fissa per pochi secondi. Le sorrido imbarazzato. Continuando a fissarmi, dai suoi occhi, come se fosse stata assopita per molto tempo, comincia a scorrere una fontana di lacrime, quindi mi salta addosso. Non aspettandomelo cado a terra con lei sopra. A questo punto mi bacia e ricambio immediatamente, ci rialziamo e la abbraccio. Non riesco a trattenere le lacrime: «Sono felice di rivederti». A quanto pare chi ha partecipato al gioco ricorda tutto, per questo Elia, che non aveva un Elekt, non ha alcun ricordo. «Abbiamo vinto, ma ci troviamo con un problema: il gioco si deve rifare, ma con il doppio dei giocatori...». Le spiego tutto l'accaduto e delle condizioni del patto. Inizialmente era perplessa, ma quel viso pieno di stupore si tinge subito in determinazione. «Bene, allora... Che la musica abbia inizio!».

-FINE-

The Elekt - Il giocoWhere stories live. Discover now