Capitolo 3 - Amici d'infanzia

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UOAH! Mi sveglio con l'affanno. Stavo dormendo? Ho sognato tutto? L'ultima cosa che ricordo è Vale che viene scaraventata via... É tutto troppo strano per essere vero... «Ti sei svegliato finalmente eh?». Più spaventato che altro urlo senza pensarci: «CHI SEI?». Riesco a mettere a fuoco, credo di conoscerla, ma solo di vista. «Ti sei fatto prendere in giro eh? Forse aveva davvero ragione, voi ragazzi siete così stupidi...». Sono ancora steso dove mi sono addormentato sull'asfalto, ecco perché sto così scomodo. Fortunatamente siamo in una zona privata, non passa praticamente nessuno da queste parti. Cerco di alzarmi ma mi gira la testa e sento ancora il bruciore alla schiena. Per essere riuscita ad intervenire, questa ragazza deve per forza essere una giocatrice, perché durante un combattimento, per tutti i non giocatori, il tempo si ferma. Riesco a tenermi in piedi e lentamente mi avvicino al luogo dove avevo nascosto l'Elekt per il combattimento, per evitare spiacevoli inconvenienti. Ma... Non c'è! Mi giro verso di lei e lo vedo nella sua mano. «Se solo non ti conoscessi ti avrei già fatto fuori, purtroppo ti devo un favore e... Non mi piace fare la parte della cattiva». Me lo lancia e lo prendo al volo. Sono estremamente confuso.

...

Voglio capire cosa è successo: le chiedo che fine abbia fatto Vale, rispondendomi che è scappata, non poteva lasciarmi stecchito per terra e per questo non l'ha inseguita. Per me Vale è morta... Non posso più considerarla la mia ragazza, da oggi lei sarà la solo la giocatrice numero 12, mia nemica. Se non fosse stato per questa ragazza sarei morto. Le chiedo: «Che numero sei nel gioco?». «Sono 4, piuttosto ti ricordi il mio vero nome? Non è la prima volta che ci incontriamo sai?». Impallidisco. Qualche giorno fa sentii un annuncio sull'Elekt: un giocatore era stato ucciso dal numero 4, quindi lei ha già ucciso la sua prima vittima. Lo avrà fatto per difendersi o per vincere il gioco? Non mi deve interessare al momento, il vero problema adesso non è questo, ma quello che già possiede due poteri. Non posso fidarmi facilmente di lei, devo essere sicuro di chi ho davanti, anche sono sicuro di conoscerla, ma non mi ricordo completamente nulla su di lei.

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Ho capito! Lei è Hannie. Passavamo le estati insieme a giocare da piccoli... È cambiata tantissimo esteticamente, ma i suoi occhi sono rimasti gli stessi. Ma se è davvero lei di che favore sta parlando? Credevo di essere stato solo una comparsa nella sua vita, se non un vero e proprio ostacolo dopo il casino combinati anni fa... Mi rivolgo a lei: «Sei Hannie giusto?». Mi risponde sorpresa: «Allora non mi hai eliminato completamente dalla testa, meglio così. Questo è il mio numero, nel caso ti servisse aiuto chiama pure. In un gioco come questo bisogna avere degli alleati, ma è comunque importante fare attenzione alle persone che ti si avvicinano, o sbaglio?». Dopo avermi dato un foglietto con un numero di telefono mi da le spalle e si allontana.

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Decido di tornare a casa. Voglio soltanto riposarmi per bene, ma senza riuscirci perché mi passano per la testa troppi pensieri, perlopiù preoccupazioni. Questo gioco mette alla prova la psiche di ogni partecipante. Solo pochi sono in grado di accettare un gioco come questo, mentre gli altri perdono il controllo... Potrebbe essere successo lo stesso a Vale, come per il numero 26, che vedeva se stesso come il re del mondo... Chissà quante persone si credono invincibili, chi invece teme per la propria vita stando in disparte. Ma non uccidere gli altri giocatori porta a uno svantaggio colossale: più il tempo passa e più forti diventano che uccidendo acquisiscono altri poteri. In tutta questa pressione o uccidi o vieni ucciso...

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Ricordo come ho ottenuto l'Elekt... Stavo dormendo, facendo un bel sogno, quando improvvisamente tutto diventò nero e un uomo incappucciato mi si avvicinò, porgendomi l'Elekt e affermando: «Benvenuto nel gioco THE ELEKT. Numero 7, buona fortuna!». È scontato dire che non capivo molto di quello che stava accadendo. Aggiunse: «Il gioco ha un tempo limite e necessita di un vincitore, non potete fare i furbi, siete tutti costretti a giocare. Dopotutto per il premio finale ne varrà la pena, fidati di me!». Concluse con un sorriso e tornai nel sogno che stavo facendo per pochi secondi prima di svegliarmi. Aprendo gli occhi mi trovai con l'Elekt in mano e delle cuffie al collo. A pensarci mi tornano i brividi. Non credevo a quello che mi era appena successo. Una volta indossate le cuffie la prima volta sentii una voce che spiegava nel dettaglio il gioco per intero: 30 giocatori; un potere ciascuno; uccidi e sarai premiato; rompi l'Elekt per sconfiggere il nemico. Il tutto detto come se non fosse davvero un gioco dove non si rischia realmente la propria vita. Eliminare qualcuno significa eliminarlo davvero dalla faccia della terra. Basta, non voglio più pensarci. Rientro a casa con un gran mal di testa e mi butto sul letto, senza neanche cambiarmi, e mi addormento.

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Mi sveglio a causa della suoneria del mio cellulare. Qualcuno mi sta chiamando: è Hannie! Come fa ad avere il mio numero? Prendo il cellulare e rispondo. «Ti andrebbe di fare un combattimento due contro due? Ho già adocchiato una coppia di giocatori. Naturalmente ci divideremo il bottino, puoi fidarti. Stai tranquillo, io non ti tradirò, ti devo troppo per ciò che hai fatto per me l'ultimo giorno che ci siamo visti, anni fa. Allora che ne dici?». Ancora con questa storia? Non ricordo praticamente nulla di ciò che facevamo ogni giorno, ricordo solo lei. Comunque sia se avesse voluto uccidermi lo avrebbe già fatto e, basandomi su ciò che ricordo posso dire che lei non è cattiva. Inoltre eravamo molto legati. Accetto. «Benissimo, domani ci organizziamo per bene, intanto raccolgo informazioni. Grazie per essere anche questa volta dalla mia parte...». Chiude la chiamata.

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Ho capito a cosa si riferisce! Ora ricordo tutto: 8 anni fa le salvai la vita.

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Nuove info:
4 - Hannie

The Elekt - Il giocoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu