Capitolo 38 - Complicazioni

1K 68 3
                                    

Può realmente essere Elia il ragazzo di cui parlava Esil? Che ci fa al suo fianco? Dovrebbe stare dalla mia parte. Ho bisogno di sapere. Appena arrivata, Flake ce lo presenta: «Ehi ragazzi, lui è Elia, non partecipa al gioco ma vuole essere utile». So chi è. Quel ragazzo, ovvero il mio compagno di banco, sa tutto di me e di tutte le mie azioni in questo gioco, spero che non abbia parlato... Elia mi guarda con imbarazzo, come se lo avessi trovato a fare qualcosa che non doveva fare. Allora comincia: «Ehi Koh, vieni un attimo in disparte, devo dirti un paio di cose». Sarà meglio, se non ha una buona scusa per essersi messo in questo casino se la dovrà vedere con me. Ci allontaniamo di qualche passo lasciando Flake e Hannie da sole ed eccolo che comincia: «Hai presente che mi sono messo a investigare su questo gioco? Bene, ho trovato questa ragazza con la sua amica, credo si chiamasse Becca, a passeggiare per la città di domenica mattina, quando durante il gioco non avevate i poteri. Ciò che mi ha colpito di loro è che stavano continuamente a guardarsi intorno, allora mi ha insospettito. Anche se il gioco era messo "in pausa" loro tenevano ancora l'ansia dei giorni precedenti, come se un killer dovesse comparire da un momento all'altro. Quindi che mi sono avvicinato tranquillamente a loro e, con fare appositamente timido, le ho chiesto se avessero voluto un caffè. Si sono guardate un attimo con espressione smarrita, poi insieme mi hanno scrutato dalla testa ai piedi e, notando che non portavo nulla appresso con me, mi hanno accettato: non potevo possedere gli oggetti di un giocatore, ovvero un Elekt e delle cuffie, in quanto io non ci partecipo. Abbiamo passato un bel po' di tempo insieme quando ad un certo punto sono sparite davanti ai miei occhi, per poi ricomparire nuovamente al loro posto. Più tardi mi sono fatto spiegare che in quel momento il Creatore aveva consegnato loro le card per la cena. Ero paralizzato, le avevo viste sparire e ricomparire, tanto che loro, non sapendo sul momento come spiegarmelo, hanno fatto finta di nulla. Mi sono fatto dare i loro numeri e sono restato nascosto fino a Lunedì pomeriggio, quando ho chiamato la mia preferita: Flake. Mi aveva detto che stava per tornare a casa e che era distrutta, era quasi in lacrime, lo sentivo dalla chiamata. Allora le proposi di vederci per parlare un po'. Beh. Diciamo che si è sfogata: mi ha raccontato tutto del gioco e di ciò che ha passato, della neonata alleanza con te e di come Hannie abbia tradito la fiducia di Becca uccidendola alle spalle. Tranquillo, su di te ho messo una buona parola, dopotutto ho capito che tu non vuoi uccidere per il gioco, sei sempre stato portato a farlo da qualcun altro, ovvero da Hannie. Purtroppo ho voluto essere sincero con Flake e le ho consigliato di stare attenta a quella ragazza, è davvero imprevedibile». «Ok, bella storia, ma adesso spiegami perché ti sei voluto avvicinare a loro». «Inizialmente volevo saperne di più sul gioco, loro non sembravano cattive. La mia curiosità mi ha persino fatto rischiare: potevano avere i poteri in quel momento e, se insospettite, avrebbero potuto farmi fuori in un solo attimo, ma qualcosa mi ha spinto a farlo, sono stanco della solita vita, voglio qualcosa di nuovo, essere partecipe di qualcosa di grande, e questo è al caso mio». «Nella mia domanda era implicito che volevo sapere perché stai ancora dalla sua parte dopo che hai saputo tutto quello che ti serve. Potevi semplicemente fregartene dopo aver saputo tutto». «Ieri pomeriggio, dopo lo sfogo, mi ha invitato a casa sua e... Una cosa dopo l'altra... Ci siamo baciati...».

...

Cosa mi stai dicendo Elia... NON PUOI FARE QUESTE COSE IN UN MOMENTO SIMILE. Riordino un momento i pensieri e, con il tono più calmo possibile chiedo: «Non ti piace, dimmi che non ti piace, dimmi che ti ha baciato lei in preda allo sfogo». Sta un attimo in silenzio, poi mi sorride come un demente. Cavolo... Questo potrebbe essere un vero problema. Se voglio vincere il gioco è riportare tutto alle origini devo prima ucciderla, come diavolo faccio a dirlo a Elia? «Elia...». «Sì, lo so, la devi uccidere per il gioco, ma sai una cosa? Lei vuole usare il suo desiderio per riportare tutto alla normalità, facendo rivivere tutti quanti, se non sbaglio è lo stesso che vuoi fare tu, quindi che ti uccida lei o che sia tu a farlo non cambia nulla no?». Che idiota, prima era brillante, ora che che ha per la testa una ragazza si è rincoglionito. Cerco di fargli aprire gli occhi: «Sì, lei mi uccide, ma poi come la mettiamo con gli altri giocatori? Se non lo hai capito ci sono altri 4 maledetti ragazzi che farebbero di tutto per ucciderci, anche escogitare la più misera e schifosa strategia per fregarci. Non so lei come sappia combattere, ma io ho imparato a usare i miei poteri perfettamente. Anzi, credo di essere il migliore qui dentro. Non mi farò uccidere per farti felice. Continueremo a essere alleati fino a quando non avremo spazzato gli altri, solo in quel caso vedremo come comportarci». Sospira pesantemente, poi mi dà ragione con un cenno. Infine aggiunge: «Torniamo da loro, Flake aveva intenzione di parlarti, probabilmente ti spiegherà perché vuole portare tutto alla normalità». Ci indirizziamo verso le due ragazze quando vedo Hannie che si avvicina a noi con passo pesante e ci sorpassa, dicendo senza rallentare il passo: «Koh, io quella lì non la voglio nella mia alleanza!» allontanandosi da noi. Lo sapevo che era una cazzata lasciarle sole, anche se per pochi minuti, cosa cavolo è successo?

The Elekt - Il giocoWhere stories live. Discover now