Capitolo 47 - L'incappucciato di bianco

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Sembra praticamente lo stesso ambiente del sogno che feci qualche giorno fa, quello dove trovai la lettera. La prima persona su cui riesco a posare gli occhi è River e lo saluto avvicinandomi il più velocemente possibile. È davvero una strana sensazione averlo davanti a me, sapendo tutto quello che è successo nel mondo reale: «Ci sono riuscito, Ruby è viva. Le canzoni del mio Elekt non sono bastate, sono servite le tue». «Lo so, grazie al tuo Elekt sono riuscito a rivederla un'altra volta. Adesso è persino sveglia... Non rimpiango nulla. Piuttosto come sta?». «Ha ripreso a muoversi in modo più fluido, ma è pur sempre preoccupata per te. Sa praticamente tutto del gioco, e quindi anche di cosa comporterebbe la mia vittoria...». Rimane un momento in silenzio. Poi esclama: «Stai tranquillo che un modo lo troviamo» e dopo pochi secondi continua con «Allora a che punto siete? In quanti siete rimasti?». «Ci siamo alleati con Flake e abbiamo sconfitto Esil e Rew. Flake si è sacrificata per noi, per darci più possibilità di vittoria per il combattimento finale contro Ivan e Vale». Subito dopo aver finito di parlare vedo Flake avvicinarsi. «Lei è Flake, davvero una ragazza in gamba. Flake, lui è River, colui che mi ha salvato la vita. Voi due avete fatto sì che io arrivassi fino a questo punto. Se io domani combatterò, lo farò soltanto per voi, per ridarvi ciò che è vostro». Annuiscono entrambi. «Ora scusatemi ragazzi ma ho altre persone da dover salutare, torno tra poco». Procedo di qualche passo e incontro Rew e Yui, mano nella mano. Mi vedono e si avvicinano con passo lento ma deciso. «Come ve la passate?». Rew leggermente infastidito mi risponde: «Beh, siamo morti e intrappolati qui dentro, come dovrei passarmela? Però qui c'è Yui, quindi non mi lamento. Tu invece come sei messo?». «Siamo in quattro, domani si terrà scontro finale, dopodiché ritornerà tutto come prima, prima che il gioco avesse inizio». Rew sembra calmarsi e a fare l'imbarazzato: «Mi dispiace per aver dato di matto, solo ora mi rendo conto che ero stato abbindolato da Esil, sono stato uno stupido». «Tranquillo, in un modo o nell'altro tutti siamo caduti nella sua eloquenza. Tanto ormai è andato, e la sua entità non si trova neanche in questo Elekt, quindi dormi pure sogni felici». Ci diamo la mano e saluto anche Yui, dicendole che mi è dispiaciuto non essere arrivato in tempo per salvarla. Mi fa capire che è tutto a posto e proseguo. Chi altri dovrei incontrare?

...

Tomio... «Amico mio... Da te lo voglio l'abbraccio però». Mi sorride e ci abbracciamo nell'imbarazzo totale. «Ti aggiorno sulle novità: domani vincerò lo scontro finale e una volta concluso chiederò come premio un ritorno alle origini, quindi farò in modo che questo gioco non sia mai esistito. Tornerete tutti vivi, compreso tu». «Io ho sempre creduto che tu fossi superiore agli altri, nessuno farebbe ciò che stai facendo tu. Persino io mi ero già messo a pensare a quale fantastica cosa avrei potuto chiedere se avessi vinto il gioco. Spero non cambi mai». «Non lo farò, tranquillo». Ci battiamo il pugno per salutarci, come facevamo anni fa, e proseguo.

...

«Ethan». «Ehi 7». «Chiamami Koh». Annuisce. Non so che dirgli. In pochi secondi però prende lui stesso l'iniziativa: «Ti chiedo ancora scusa per ciò che è successo, mi sono fatto prendere in giro da quei due...». «Tranquillo, ho saputo altre storie riguardo quei maledetti, sono davvero senza scrupoli, considerati fortunato che non ti hanno voluto uccidere subito, però dovresti iniziare a pensare con la tua testa. Hai un cervello, usalo per essere padrone di te stesso». Poggio la mia mano sulla sua spalla e passo avanti. Mi ritrovo di fronte al DJ. «Toby se non sbaglio». «Esatto». «Mi dispiace di esserci intrufolati nella tua discoteca durante una tua esibizione, è tutto un casino da spiegare, ma in un modo o nell'altro è stata tutta opera di un'altra giocatrice che ci ha messo contro. La colpa è anche nostra che ci siamo caduti». «No... Sono stato stupido io: pensare di continuare a usare l'Elekt, o meglio il prototipo, per far sentire pieni di energia i miei fan. Ho dato troppo nell'occhio, e non ho mai voluto realmente combattere. Sono stato troppo ingenuo». «Far sentire gli altri pieni di energia? Ma se sembravano degli zombie?». «Solo esternamente, invece loro provavano le stesse sensazioni di un giocatore che usa l'Elekt, con la differenza che erano soggiogati a me». «Beh amico, presto uscirai di qui quindi ci si vede». Proseguo.

...

Infine eccoli, quelli che proprio non volevo vedere: Eden, Gary, la professoressa F e il bambino pazzo, ovvero la mia prima vittima. Non ho per niente intenzione di parlare a queste persone, perciò torno indietro. Tutti sembrano essere scomparsi, non trovo più i miei amici. In questa strana stanza buia però intravedo qualcosa, una sagoma bianca. Avvicinandomi quest'ultima prende forma: è un uomo incappucciato, tutto colorato di bianco. Non riesco a vedergli il viso, proprio come non riesco a vederlo al Creatore. «Chi sei?». Non risponde. Esce dalla tasca un foglio di carta. Riconosco la lettera, è la stessa dell'altro sogno: "Una volta vinto il gioco il Creatore ti metterà davanti a due scelte. Prendi un giorno in più. Se riuscirai metteremo fine a tutto questo". Però questa volta c'è scritto qualcosa in più: "Patto Backup". È l'alternativa al desiderio, quello che farebbe tornare tutto alla normalità ma a delle condizioni. Non riesco ancora a capire il significato del giorno in più, quindi cerco di chiedere spiegazioni maggiori, ma tale sagoma bianca non intende parlare. Alzando un braccio mi poggia la mano sulla testa.

...

Mi sveglio. È ancora notte fonda, perciò mi levo l'Elekt e torno a dormire. Ci svegliamo tutti di mattina presto. Mi trovo già nel cellulare un messaggio da parte di Vale con orario e luogo. Ci prepariamo, lasciamo Elia andare per la sua strada visto che è costretto dalla madre ad andare a scuola, mentre noi ci dirigiamo in quel luogo. Dopo pochi minuti finalmente riusciamo a raggiungere il posto, è una piazza un po' fuori mano, stranamente deserta, ma ancora non c'è nessuno. Probabilmente è davvero un'imboscata. Ci prepariamo ad accendere l'Elekt e a indossare le cuffie. Finalmente spunta da un locale Vale. Ci guarda soddisfatta, come se aspettasse questo momento da tanto. Non dice nulla, quando improvvisamente: «Sono loro». Escono dai vari locali degli uomini in divisa, armati. Avevamo ragione, questo era il suo piano fin dall'inizio. Ora non ci resterà che cominciare il combattimento contro di lei per far bloccare il tempo. Tra gli uomini armati che ci circondano qualcuno col megafono dice: «Abbassate lentamente ciò che indossate e poggiate tutto a terra, con le mani bene in vista e non vi verrà fatto nulla». Sì certo, chi ti crede.

...

Vale è senza Elekt... NON POSSIAMO BLOCCARE IL TEMPO SE NON HA L'ELEKT ACCESO!

The Elekt - Il giocoWhere stories live. Discover now