Capitolo 35 - Oggi pranzo fuori

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Non so come ma la mia intuizione disperata ha funzionato: le canzoni dei giocatori morti sono l'unica cosa rimasta legata a loro in questo mondo, quindi in qualche modo sono riuscito a farla svegliare usando qualcosa che possedesse un profondo legame a River che a sua volta è legato a questa sfortunata ragazza. Provo a parlarle: «Ehi, tutto bene?». Tiene gli occhi fissi sul soffitto, poi lentamente li gira in mia direzione, tenendo la testa saldata sul cuscino. Inizia a fare una pseudo espressione perplessa, probabilmente perché non mi conosce.

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La porta della stanza viene aperta con violenza e dei dottori ed infermieri appena entrati mi chiedono di uscire per qualche momento. Hanno il viso veramente spaventato, come se il suo risveglio fosse dato per impossibile. Esco dalla stanza e si sigillano dentro, mettendomi seduto nelle poltroncine del corridoio. Avendo il corpo attaccato a tutte quelle macchine, queste avranno segnalato i cambiamenti dello stato vitale della ragazza, ed è per questo che i dottori hanno potuto sapere immediatamente del suo risveglio. River, ho mantenuto la mia promessa, però so che non basta... Vedrò di poter fare qualcosa in più.

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Dopo qualche minuto di attesa la porta si riapre e uno dei dottori si rivolge a me dicendomi che posso rientrare, fissandomi in modo piuttosto sospetto. Aspetto che tutti i dottori escano per rimettermi accanto a questa ragazza, che dal braccialetto scintillante vedo si chiama Ruby. Ha ancora gli occhi aperti, ma non più sbarrati, però sono sicuro che ancora non sta capendo cosa le è successo. «Sono Koh, un amico di River. Come ti senti?». Ora ha iniziato ad agitarsi. Non dovevo nominare River... «Ehi Ruby, calma... Riesci a parlare?». È ancora attaccata al respiratore, non ci prova neanche. Si guarda intorno, probabilmente per cercare River, ma non lo trova. Torna a fissare il soffitto senza sbattere ciglio. Non ha senso che io rimanga qui per oggi: «Ok Ruby io vado, vedi di riprenderti. Se ti va posso passare domani a farti una visita. Ci si vede». Mi alzo, le sorrido e apro la porta ma...

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«D-do... dove... è R-Riv... Ri-River?». Mi pietrifico. Rimango immobile in questa posizione a causa di queste poche parole. Si è sforzata di parlare, dopo che il suo corpo è rimasto inattivo per un anno, ma il problema vero è: COSA LE DICO ADESSO? Non posso dirle che River è morto, o almeno non ancora. È praticamente tornata in vita da pochi minuti... Al momento non mi resta che mentire: «River è in un viaggio con alcuni cugini, tornerà presto, anche se non mi ha fatto sapere la data, ma sarà felicissimo di sapere che hai aperto gli occhi». Dannazione... Non so se dicendo tutto questo le farà più male quando saprà la verità... Stavo improvvisando e mi è uscito questo, dovevo semplicemente renderlo più credibile possibile. Resta in silenzio per un po' ma infine mi risponde: «T-Torna». Mi salgono i brividi per tutta la schiena. «Lo farò, promesso». Le sorrido nuovamente e la saluto, uscendo definitivamente dalla porta. Però il senso di colpa non fa che aumentare... Adesso che le ho mentito per non farla traumatizzare però so che andrò in contro a delle conseguenze, probabilmente domani stesso che tornerò da lei.

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Sono appena uscito dall'ospedale e mi faccio un giretto. È la mattina di martedì. Mancano 5 giorni alla domenica, limite di tempo del gioco. Siamo rimasti in 7. Dalla mia parte ho Hannie, accompagnata dalla ragazza misteriosa Flake. I nostri principali avversari sono Vale, la mia ex ragazza che dopo una settimana dall'inizio del gioco ha tradito la mia fiducia tentando di uccidermi, e Ivan, il ragazzo bendato, cieco da un occhio a causa del mio primo OFF anni fa, scatenatosi dopo aver visto Hannie in pericolo. Poi c'è Rew, nostro ex alleato, allontanatosi dalla nostra alleanza perché considera Hannie la vera colpevole della morte della sua ragazza. Infine c'è Esil, quel pezzo di merda che non sta da nessuna parte, in nessuna alleanza. Agisce perennemente in solitudine e manopola le menti dei giocatori, fingendosi amichevole e facendogli credere di essere un alleato disposto ad aiutarli.

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Ho deciso: oggi pranzo fuori. So che non dovrei stare in giro, dopotutto c'è chi spia cosa dico e chi spia dove sono, ma non mi importa, al minimo allarme sono pronto a uscire tutto l'occorrente per combattere. Arrivo in un fast food e prendo il panino più grande e condito del menù. Inizio a gustarmelo, seduto in un tavolino sulla sedia con le spalle al muro, in tal modo tale che nessuno può venirmi da dietro, chiunque mi si avvicini riuscirò a vederlo. Finito il panino mi sento davvero sazio, mi alzo dal tavolino, faccio pochi passi per uscire da questo piccolo locale che mi ritrovo faccia faccia con una persona. Nel momento in cui mi sono trovato questo tizio a pochi centimetri da me, come se stessimo per sbattere l'uno contro l'altro, stavo guardando verso il basso. Però alzando lo sguardo lo vedo in faccia...

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IVAN? MA COSA CAZZO?

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