Always Fighting - VENTITRE

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La stanza era buia, illuminata solo dalla luce della luna quasi piena che filtrava dalle finestre lunghe e strette sotto il soffitto.

Kate alzò la testa indolenzita, sentiva i muscoli del collo tirare come fossero stati sottoposti ad un lungo sforzo: erano alti quei soffitti, molto alti con delle tubature che si snodavano lungo tutta la superficie. Piegò la testa di nuovo verso il basso perché le sembrava di essersi sottoposta ad uno sforzo enorme, aveva il fiatone ed il cuore che batteva forte, troppo forte. Si rese conto solo in quel momento che le sue braccia erano legate dietro la schiena ed il bruciore forte ad un avambraccio la investì come all'improvviso, destandola da quel torpore in cui si trovava. Ci mise un po' per mettere a fuoco quello che era accaduto.

Lily.

L'ultima cosa che ricordava era lei che passava sua figlia a Vikram e gli ordinava di correre via, di andarsene. E quei passi che sentiva raggiungerla, il tentativo di scappare dal varco nella rete e poi più niente. Realizzò che il dolore al braccio poteva essere l'ustione che si era provocata a contatto con i fili metallici elettrificati. Capì dallo shock che aveva subito che sicuramente quel sistema era stato modificato ed ampliato altrimenti non poteva causare quel genere di reazione. Provò a muovere le gambe ma anche queste erano bloccate alla sedia dove si trovava. Presa dalla rabbia provò a divincolarsi per qualche secondo, ma capì che era inutile e cercò di modulare la respirazione per calmarsi.

Cercava di capire cosa aveva sbagliato, cosa non aveva considerato. Era certa che non ci fosse nessuno nella casa tranne Maria, Hector e Lily, la telecamera non aveva rilevato la presenza di nessun altro corpo ed era impossibile che i due si fossero svegliati dopo la dose di narcotico che aveva inserito nella camera, aveva controllato le imposte, erano chiuse quindi non si era disperso. Dormivano forse con i tappi nel naso per sicurezza? Non aveva considerato questa ipotesi, poteva essere quello il motivo? Allora perché non erano intervenuti subito, quando era in casa con Lily? Si concentrò, cercando di ricostruire mentalmente le ultime cose che aveva sentito e visto, facendo il difficile sforzo di togliere tutte le immagini di sua figlia e concentradosi sull'ambiente circostante. Ma, no, non erano loro, i passi che aveva sentito erano molti di più di quelli di due persone e soprattutto non sembravano i rumori di due appena svegliati che le correvano incontro, ma uomini con abbigliamento tattico e scarpe pesanti, forse stivali o anfibi militari. Da dove erano venuti? Dovevano per forza essere dentro il perimetro dell'abitazione, ma perché non aveva rilevato la loro presenza nè in giardino nè nella casa? Lasciò andare quei ricordi, non riusciva a trovare un appiglio per capire cosa era andato storto, pregava solo, dentro di se, che Vikram ce l'avesse fatta, che fosse scappato e che ora Lily fosse a casa con suo padre. L'aveva tenuta tra le sue braccia solo pochi minuti che le erano bastati per farle capire ancora una volta perché aveva fatto tutto quello e l'avrebbe rifatto altre mille volte anche sapendo che sarebbe finita così. Lily era al sicuro con Castle, ne era certa, non era solo una speranza, lei lo sentiva. Aveva fatto quello che doveva e lo sguardo di sua figlia, la sua piccola mano che le aveva toccato il volto, valevano tutto. Se la immaginava tranquilla adesso, dormire nella sua culla con Rick che rimaneva lì fermo a guardarla, anzi no, sapeva che lui l'avrebbe presa e fatta dormire con se, come faceva sempre quando erano soli e per lei non c'era niente di più bello di vedere di nascosto la sua piccola dormire sopra il suo papà. Ripensava all'angoscia provata solo pochi giorni prima, quando c'era lei in quella camera, sola, senza sapere nulla di loro, senza il suo mondo. Anche in quel momento era sola, però aveva la certezza che loro fossero insieme, a casa e al sicuro ed era questa l'unica cosa importante, tutto quello per cui avrebbe lottato con le unghie e con i denti, saperli a casa al sicuro.

Le prime luci del giorno filtravano dalle finestre, si era accorta di aver passato lì già molte ore e cominciava a sentire in maniera distinta dolore alle braccia e alle gambe per la posizione imposta. Si chiedeva cosa volessero da lei e quanto ancora dovesse stare lì prima di mettere fine a quella storia, sapeva che era solo questione di tempo ed era certa che più il tempo fosse stato lungo, più sarebbe stato difficile.

Always TogetherWhere stories live. Discover now