Always Fighting - TRE

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Beckett arrivò al distretto con animo molto più leggero del giorno precedente, forse perché aveva già rotto il ghiaccio, o più semplicemente perché sapeva che quella giornata sarebbe stata meno lunga: avrebbe visto Castle e Lily a pranzo. Non sapeva perché non ci aveva già pensato, in fondo fare una pausa pranzo era tra le cose che le spettava, se la passava con suo marito e sua figlia non c'era nulla di male.

Appena aperte le porte dell'ascensore e messo piede al dodicesimo, però il suo entusiasmo si smorzò immediatamente. Un gran via vai di uomini concitati non le faceva pensare a nulla di positivo e soprattutto si chiedeva perché c'era tutta quella confusione e nessuno l'aveva avvisata.

Fermò un agente che sembrava barcamenarsi un po' spaesato. L'aveva già visto nel suo periodo in cui era rientrata prima di andare in maternità: John Hamilton, per tutti al distretto era Johnny, era il più giovane lì e le faceva un po' tenerezza.

- Agente Hamilton, cosa sta succedendo?

Il ragazzo sobbalzò trovandosi davanti il capitano che lo guardava dall'alto verso il basso per merito dei suoi alti tacchi e della statura dell'agente non proprio notevole, con le mani sui fianchi ed una voce più severa di quando avesse dovuto, di certo non era lui il responsabile di tutto.

- Ca... Capitano Beckett... Una delle piste che stavamo seguendo si è rivelata valida. Abbiamo trovato Ramon Campos, i detective Ryan ed Esposito sono andati con una squadra ad arrestarlo, lo stanno portando qui adesso.

- E perché nessuno mi ha avvisato? - Chiese brusca.

- Io... Io non lo so Capitano... - Rispose il ragazzo intimidito. Certo, lo sapeva che lui non poteva saperlo, si appuntò mentalmente di dover mettere le cose in chiaro con i due detective.

- Va bene, vai pure. - Il ragazzo si congedò mettendosi sull'attenti e lei andò nel suo ufficio sbattendo la porta alle spalle. Era veramente frustrata di non essere stata avvisata, lei era il loro Capitano, il loro superiore, non nella squadra, ma del distretto. Avevano il dovere di metterla al corrente degli sviluppi della situazione, come loro avevano sempre fatto sia con Montgomery e soprattutto con la Gates. Non voleva paragonarsi a loro, non pensava di esserne ancora degna, però pretendeva che il suo ruolo fosse rispettato al di là di ogni rapporto di amicizia che c'era tra loro. Erano bastati quei pochi minuti per spazzare via il suo buon umore mattutino: non sarebbe proprio stato una giornata meno lunga, tutto il contrario pensò.

Il suo cellulare squillò e quando vide che era il numero di Ryan fece appello a tutto il suo sangue freddo per non sbranarlo per telefono. La informò di quello che già sapeva. Il blitz era andato a buon fine, Campos era sotto la loro custodia e lo stavano portando al distretto per interrogarlo. Poi Ryan disse una frase che fece perdere definitivamente le staffe a Beckett.

- Ehy Kate, se vieni al distretto lo puoi interrogare tu.

- Ryan io sono al distretto e gradirei essere informata prima quando ci sono questi sviluppi. Come è prassi che sia per il capitano del distretto.

- Beckett, noi veramente pensavamo che tu, ecco... Fossi impegnata con Lily...

- Ryan, voi non dovete pensare. Voi dovete chiamarmi. Punto. Ne riparliamo dopo quando sarete qui.

Esposito e Ryan arrivarono circa un'ora dopo. Kate non sapeva niente di dove fossero, nè di cosa era successo, nel frattempo però, la notizia doveva essersi diffusa anche perché insieme alla sua squadra del distretto c'era stato il supporto delle forze speciali della polizia di New York. Aveva passato quasi tutto quel tempo al telefono con i suoi vari superiori, ad inventarsi risposte a fatti che non conosceva minimamente, facendo, pensò, anche più volte la figura della stupida, cosa che odiava profondamente. Annotava mentalmente anche quello tra le cose di cui i due detective gli avrebbero dovuto dare conto.

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