Look Back - TRE

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Kate si svegliò la mattina successiva ancora intrecciata al corpo di Castle. Sentiva il suo respiro profondo dietro il suo collo sbuffare tra i suoi capelli, il braccio che le cingeva la vita facendo avvicinare la sua schiena al torace di lui, le sue gambe tra quelle del marito. Era sorpresa di come anche adesso si incastrassero perfettamente come a formare un unico corpo. Prese la mano di Castle abbandonata su di lei. Gli piaceva accarezzare e maneggiare le sue dita morbide, giochicchiare con la fede, erano il suo antistress personale, in più di un senso, pensò maliziosamente mordendosi il labbro ripensando a quello che avevano fatto fino a poche ore prima e di come quelle si muovevano su di lei e in lei. Sorrideva tra se e se, appagata, soddisfatta.

La sera precedente, infine, erano riusciti a parlare. Si erano confidati molto più di quanto pensava sarebbero riusciti a fare parlando di quello che li spaventava ed anche di alcune cose del loro passato. Si erano poi stuzzicati e cercati ma non erano caduti improvvisamente nel turbinio della passione. Avevano avuto tempo per coccolarsi e quando Castle si era poggiato sui suoi seni, abbracciandola e tenendola stretta a se, era riuscita a sentire una tale unione con lui più forte ed intima di un amplesso, perchè era perfettamente presente ai suoi sensi e sentiva tutta la forza e la dolcezza del suo abbraccio, il desiderio di amarla e di essere amato. Era Castle, il suo grande uomo bambino che si mostrava contemporaneamente in ogni sua sfaccettatura e lei le amava tutte. Molte volte aveva pensato come la sua vita con Rick fosse cambiata e come di conseguenza fosse cambiata lei: se c'era una parola che poteva descrivere ottimamente come si sentiva, la prima parola che le veniva in mente era completa. Castle la faceva sentire completa, sotto tutti i punti di vista e mai come ora ne era assolutamente certa. Era in questo periodo che se ne era resa conto in modo incontrovertibile. Aveva avuto modo di leggere nei mesi precedenti come l'atteggiamento dell'uomo potesse cambiare nei confronti della propria moglie, arrivando ad essere timido o addirittura intimorito dalla sua gravidanza e dalla presenza tra loro di una nuova vita in lei, arrivandola a vedere solo nel suo nuovo ruolo di madre. Suo marito, invece, non era mai stato così. Si era dimostrato sempre il solito Castle, anche durante il periodo della sua amnesia, un uomo che era letteralmente adorante, che non aveva mai smesso di farle capire in ogni modo quanto fosse donna prima ancora che futura madre, quanto fosse desiderabile e desiderata. Non si trattava solo di sesso. Non che non fosse importante, lo era e tantissimo soprattutto in quel periodo in cui Kate si sentiva sempre molto vogliosa delle attenzioni particolari del marito. Era il modo in cui la guardava, come le parlava, come gli piaceva giocare con lei, come non era assolutamente intimorito dal suo corpo, ed anzi la stuzzicava e la stimolava ancora di più e lei così si sentiva bene con il suo corpo in continuo cambiamento, da quando aveva riacquistato la memoria tutti i suoi timori erano spariti, anche grazie a Castle ed alle sue attenzioni particolari. Ed anche la sera precedente aveva voluto giocare con lei. Quando si alzarono dal divano Kate era convinta che sarebbero andati subito in camera a continuare quanto avevano iniziato lì, in posizione molto più comoda, soprattutto per lei, ma Rick aveva altre idee e sul suo visto dopo la tenerezza da cucciolo bisognoso di coccole era apparso quel sorriso malandrino di chi aveva qualcosa da nascondere che presto avrebbe rivelato. L'aveva condotta sì in camera e lì si era seduto su una poltrona che si trovava esattamente davanti al grande specchio in fondo alla parete. Le aveva preso le mani e condotta davanti a se. La guardava, seminuda, con solo i pantaloni addosso e lei non poteva non guardare anche oltre lui, vedendo la sua immagine riflessa dietro Rick e riusciva a farla stare talmente bene che non ne era per niente turbata. Castle le aveva detto tante volte che doveva imparare a guardarsi con i suoi occhi così avrebbe visto quanto era bella: non era arriva ancora a quei livelli, però non si imbarazzava più.
Rick prese una busta che teneva lì dietro e gliela passò. "Niente regali di compleanno" aveva protestato lei, e lui aveva ribattuto che quello era un regalo per lui, non per lei. Quando l'aprì un sorriso malizioso comparve anche sul volto di Kate e capì esattamente il senso delle sue parole. Un babydoll rosso di pizzo con un tanga ed un paio di sandali dello stesso colore con tacco alto allacciati sulla caviglia. Lei lo guardava in attesa di sapere cosa volesse. "Indossali" gli disse con tono perentorio, così Kate prese quelle cose e fece per andare in bagno a cambiarsi, ma Castle la fermò. "Indossali qui" la sfidava con lo sguardo e lei accettò la sfida. Si tolse i jeans sbottonandoli lentamente senza mai togliere lo sguardo da Castle che la guardava compiaciuto, lasciandoli cadere ai suoi piedi e scalciandoli via e poi fece lo stesso con gli slip, ma ancora con maggiore lentezza, piegandosi provocatoriamente a raccoglierli e lanciandoglieli. Si avvicinò a lui e con un dito gli accarezzò il mento, chiudendogli poi la bocca rimasta socchiusa mentre la guardava. Rick allungò una mano per accarezzarla ma Kate lo bloccò. Non era solo lui a giocare. Si vestì, molto lentamente, indossando prima il tanga, poi il babydoll, aperto sul davanti e tenuto insieme solo da un nastro di raso rosso che chiuse con movimenti lenti. Infine si avvicinò alla sua poltrona, appoggiò un piede sul bordo in mezzo alle sue gambe ed indossò una delle scarpe ripetendo la stessa azione con l'altra e poi, finalmente vestita come voleva lui, gli si fermò davanti, molto vicino, con le mani sui fianchi ad aspettare il suo verdetto, che leggeva già chiaramente sul suo volto. Quei vestiti le rimasero addosso per molto meno tempo di quanto aveva impiegato lei ad indossarli per farlo impazzire ed evidentemente c'era riuscita a pieno.

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