Always Hope - CINQUE

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Kate non seppe dire quanto tempo era passato.
Poteva essere un attimo, un'ora o anche più, da quando il dottor Yedlin le aveva detto che era arrivato il momento e l'ostetrica le sorrideva incoraggiandola. Ma le sembrò di non sentirli più, come se comunicassero con lei da un'altra dimensione, al di fuori della sua dove c'era solo lei, isolata da tutti, anche da Castle che sentiva presente vicino a lei, sentiva il suo braccio che le cingeva le spalle e la mano stretta nella sua, sentiva che le parlava ma non coglieva nemmeno il senso di una parola, era come se fosse in un altro mondo. Non nel suo dove lei era sola e correva verso il suo appuntamento con la vita. Poi si ritrovò a spingere ed urlare, credeva almeno di averlo fatto alla fine, per un tempo che non seppe quantificare e poi più nulla. Silenzio nella sua mente, silenzio tra i medici che non la incitavano più ed anche Castle smise di parlare. Si ridestò dal suo mondo, affaticata ed indolenzita. Cercò con lo sguardo gli occhi di Rick, intento a guardare oltre, non curandosi di lei. Gli prese di nuovo la mano con forza reclamando la sua attenzione e solo ora che lui si girò per un breve istante potè perdersi in quegli occhi blu colmi di lacrime accompagnati da un sorriso gioioso e stupito che doveva essere la copia del suo. Ebbe solo il tempo di darle un bacio sfiorando appena le sue labbra. Kate avrebbe voluto prolungare quel contatto, ma entrambi furono immediatamente attirati da quel pianto squillante che proveniva poco lontano da lì.

Castle non seppe come riuscì a tagliare il cordone ombelicale con le mani che tremavano senza riuscire a staccare lo sguardo da quel piccolo perfetto esserino che si dimenava.
Guardò sua figlia e poi alzò lo sguardo verso Beckett e non capì ancora quale era il vero miracolo, se quella piccola vita o il fatto che fosse stata proprio lei a metterla al mondo.
Le si era avvicinato il dottore, la stava rassicurando che la piccola stava bene e le fece i complimenti per come si era comportata, le disse che era stata fortunata per quel parto rapido, anche se a lei non era sembrato proprio così, ma ora non contava più nulla.
Rick tornò da Kate faticando ad allontanarsi da Lily. Si chinò su sua moglie e lei sprofondò la testa sul suo petto. Si sarebbero voluti dire tante cose e finirono per non dirsi nulla. Era stata tutta una questione di istanti. Rimasero così fino a quando non si avvicinò un'infermiera dando finalmente ad un'impaziente Kate sua figlia. Castle si allontanò di un passo, lasciandole il suo spazio, quando vide Kate stringerla con braccia incerte un po' goffamente e cercarlo voltandosi verso di lui, sorridendo con quel sorriso che non avrebbe dimenticato mai per tutta la sua vita. Lo diceva sempre ma quello era stato il più bel sorriso visto sul volto di Kate. Avrebbe voluto fare mille foto ma pensò solo a vivere quel momento, a guardare la perfezione di Kate che stringeva la loro bambina. Gli sembrava una scena irreale tante volte l'aveva sognata.
Lo sguardo che Kate rivolse a Castle era pieno di tutto quello che avevano vissuto per arrivare fino lì e lei era arrivata quel giorno al suo appuntamento con la vita: Lily Castle era nata poco prima delle sette di sera in ottima salute. Era un piccolo essere perfetto di poco meno di tre chili e 46cm di lunghezza.
Kate le accarezzò il viso sfiorandolo appena con un dito e Lily aprì la bocca e gli occhi esplorando il mondo e le parve, quando i suoi occhi si incrociarono con quelli di sua figlia, che non aveva mai visto nulla di più bello. Aveva smesso di piangere appena l'aveva presa tra le braccia, come se si fossero riconosciute, come se sapesse che lì, stretta al petto di sua madre sarebbe stata al sicuro da tutto quel mondo nuovo ed enorme. Le prese la piccola mano che si agitava, con le piccole dita lunghe e sottili e si stupì della forza con la quale le strinse il suo, afferrandolo saldamente senza lasciarlo.
Castle si avvicinò passando inosservato a Kate totalmente focalizzata sulla piccola accarezzò lievemente la testolina di Lily con i pochi capelli scuri. Osservò il suo profilo, il naso e le labbra e più la guardava più le pareva perfetta e uguale a Kate. Non poteva volere di più.
- Hai fatto un capolavoro Kate... - Si era preparato tante cose da dirle ma non le disse nulla di tutto quello che aveva pensato. Era tutto banale e scontato o almeno così gli sembrava davanti a quella meraviglia. Beckett si voltò verso di lui, con il suo sorriso timido per quel complimento che le pareva il più bello mai ricevuto. - ... Io credo di stare sognando, Beckett - Era quasi senza fiato Castle, totalmente sopraffatto da loro che non si era nemmeno accorto dell'infermiera vicino a Kate che stava aspettando per riprendere Lily. Rick riconobbe subito, invece, lo sguardo di sua moglie quando l'infermiera le disse che doveva portare via la loro bambina e temette anche per qualche istante che si alzasse da quel lettino e le saltasse addosso rivendicando il possesso di sua figlia, ma evidentemente anche lei era troppo stanca per farlo. La lasciò infine mestamente lasciando che stringesse il suo dito fin quando il suo braccio poteva seguirla e poi fu la donna ad aprire la sua manina per lasciare andare la madre. Fu una questione di pochi istanti e pianse di nuovo e Castle pensò che veramente Kate stesse combattendo una battaglia interiore per non far valere i propri diritti, probabilmente li avesse avuti avrebbe mostrato anche pistola e distintivo per farsi ridare subito sua figlia.
- Vi lascio qualche minuto da soli. Poi ci occuperemo di lei, Kate... - disse l'infermiera prima di spingere oltre la porta la culla di Lily.

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