Always Fighting - QUATTORDICI

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Jim rimase ad ascoltare lo sfogo della figlia.

- Mi stai parlando sempre come al tuo avvocato?

- Sì. Perché così qualsiasi cosa ti dico tu non avrai nessun obbligo di riferirla e rimarrà confidenziale tra avvocato e cliente.

- Credo che dovresti valutare altre soluzione Katie. Te lo dico anche da avvocato.

- Far mettere FBI e Polizia sulle tracce di Campos che tiene mia figlia? Mettere in pericolo la sua vita? Non posso farlo, non posso giocare con la vita di Lily sperando di arrivare in tempo

- Avresti detto questo ad una persona che fosse venuta per denunciare un rapimento? Che giocavate con la vita dei loro parenti?

- È diverso papà!

- Certo che è diverso, perché è tua figlia! Perché sei venuta a parlare con me Katie? Cosa vuoi sentirti dire, che stai facendo la cosa giusta? Se me lo chiedi come avvocato non posso mai dirti di sì.

- E come padre?

- Avrei fatto tutto per te Katie. - Jim si sporse sulla scrivania mettendo una mano sopra quelle della figlia strette a pungo - E se te lo stai chiedendo, anche tua madre avrebbe fatto qualsiasi cosa.

- Mamma è morta per quello in cui credeva.

- Sì, perché tua madre era testarda, più di te, forse. Ma non avrebbe mai messo a rischio la tua vita. La sua sì, non la tua, sono situazioni diverse. Ma soprattutto tua madre non avrebbe mai voluto che tu lo facessi per lei. Vedi, Katie, forse adesso puoi capire quello che ho cercato di dirti per tanti anni, quando provavo a spiegarti che mettendo a rischio la tua vita non avresti mai fatto quello che voleva tua madre e non era quello il modo per renderle giustizia. L'amore di un genitore per il proprio figlio va al di sopra di tutto, anche della ricerca della verità e della giustizia, anche dei propri principi. Lo capisci adesso Katie, vero?

- Sì... - ammise sospirando

- Perché non vuoi che Castle sia coinvolto?

- Se mi dovesse accadere qualcosa, di qualsiasi tipo, Lily deve avere suo padre vicino e Castle deve potersi prendere cura di lei. Appena che lei sarà casa al sicuro, io mi andrò a costituire. Per questo tu devi essere informato, come mio avvocato.

- Pensaci bene Katie... Pensa a qualsiasi alternativa e soprattutto non fare niente di avventato.

- Non ti preoccupare papà. - Kate strinse la mano di suo padre

Kate rientrò al loft dopo aver schivato l'immancabile capannello di giornalisti sotto casa. Stava cominciando a non farci quasi più caso. Avrebbe giurato che la casa fosse vuota mentre sentiva solo i suoi passi, ma dalla porta di camera che dava sullo studio vide Castle. Lasciò le sue cose disordinatamente sul letto e lo raggiunse. Sentiva basse le loro voci provenire dal computer di Castle e le risate. Non doveva nemmeno vedere lo schermo per sapere cosa stesse facendo.

- Mia madre è alla scuola, Alexis è uscita. - Castle l'avvisò cosicché si sentisse libera di parlare mentre continuava a fissare le immagini sullo schermo.

- Ho avuto molte più informazioni di quanto sperassi ed ho chiamato Campos ma... - Kate si fermò, non sapeva come spiegare a Rick la sua titubanza.

- Ma? - Chiese Rick distogliendo gli occhi dallo schermo e guardando sua moglie in piedi vicino a lui.

- Ma non sono riuscita a dirgli tutto. Ho preso tempo.

- Capisco...

- Sicuro Rick? Capisci che non sono riuscita a dire a Campos quello che voleva sapere per liberare nostra figlia? Come fai a capirmi che non riesco a farlo nemmeno io?

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