Capitolo centoventitre.

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"No, tu chi sei" ribatte sfacciatamente.

Mi guarda dalla testa ai piedi, con l'aria di una ragazzetta snob.

"Ascolta Nathan, ci sentiamo più tardi" mormoro infastidita, ignorando il fatto che mi stia chiamando a ripetizione.

"Io qui ci abito. Non sono tenuta a darti nessuna spiegazione" incrocio le braccia al petto.

"Chi sei tu piuttosto.." farfuglio.

Dall'aspetto la si può definire una di quelle stronzette griffate, tutte tirate a lucido. Scarpe e borsa costosa, occhiali alla moda e abiti scollati.

Dio, che cattivo gusto ha mio fratello.

"Amber. Cerco Jack Johnson, suppongo tu sia sua sorella. È in casa?" chiede masticando una gomma.

Cosa che mi sta dando sui nervi.

"Per sfortuna lo sono. E no, non si trova in casa" faccio un sorriso sornione.

"Posso sapere dov'è andato?"

"Credo che se avesse voluto che tu lo sapessi, lo sapresti. Non credi?" mormoro.

Mi guarda offesa, come se le avessi appena sbattuto in faccia una triste verità.

"Dì a tuo fratello quanto è fortunato a far parte della mia vita. E digli di chiamarmi se vuole rimanerci. Okay?" ribatte con tono altezzoso.

"Ce l'ha il tuo numero? 144 HotLine?" faccio una risatina.

"Davvero spiritosa" ribatte.

"Si, come no. Ciao.." le chiudo la porta in faccia.

Questa ragazza farà grandi cose nella vita.

Appena rientro nel salone, cado di peso sul divano e richiamo Nathan.

"Finalmente.." sussurra, ma dal suo tono più che preoccupato mi sembra arrabbiato.

"Sei arrabbiato con me, per caso?" faccio una smorfia.

"Si."

"E perché mai se fino a qualche minuto fa eri in vena di romanticherie?"

"Non mi piace il fatto che riattacchi il telefono.." borbotta.

"Per questo sei arrabbiato?" scoppio a ridere.

"Si, per questo. E credimi, se fossi lì con te non staresti ridendo in questo momento.." si lascia sfuggire.

"Ma tu non sei qui. E poi cosa dovrebbe essere? Una minaccia sessuale? Non credi di essere un po' troppo pieno di te?" sorrido.

"Dimentichi che conosco i tuoi punti deboli. Posso fare quello che voglio quando voglio.."

"Non credo proprio" sussurro.

"Si invece.." ribatte sicuro di sé.

"No, e dovresti seriamente smetterla di essere così presuntuoso.." ribatto.

"Non è una questione di presunzione. So esattamente che quando sei arrabbiata con me ti si forma una ruga al centro della fronte. E so per certo che con un mio bacio le tue barriere si dissolvono nell'aria.."

"Mi piace quando sei dolce.." sussurro, giocherellando con una ciocca di capelli.

"Chi era alla porta poco fa?" chiede.

"Nessuno, una ragazza che cercava mio fratello Jack."

"Ahh" prende una pausa.

"Ed era carina?" chiede, e riesco a percepire la sua risata dall'altro capo del telefono.

Forte come due ma sei solo una. (WATTYS2016) Where stories live. Discover now