Capitolo sedici.

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Un volta a casa, durante il pomeriggio ripensai alla conversazione con le mie perverse amiche di banco.
La mia curiosità mi portava a farmi un sacco di domande senza nessuna risposta. La mia inesperienza in quel campo mi sembrò infantile e frustrante al tempo stesso. La mia unica fonte di salvezza poteva essere soltanto Internet, non avevo il coraggio di parlare apertamente di sesso con mia madre, ne tanto meno avrei dato la soddisfazione alle mie amiche di chiedere a loro ciò che mi interessava.
Non potevo nemmeno fare affidamento su Dan, avrebbe capito che c’era qualcosa sotto e come me lei era inesperta in materia. Così decisi di fare qualche ricerca tramite web. Presi il computer e chiusi la porta a chiave, non volevo rischiare assolutamente che qualcuno entrasse all’improvviso mentre stavo effettuando le mie ricerche particolarmente spinte. Mi misi seduta con le gambe intrecciate e digitai sul motore di ricerca “prima volta: la penetrazione”.
Io, Carrie.. che facevo ricerche di quel genere. Risi.
Uscirono vari siti da cliccare, ne aprì uno e lessi che durante l’amplesso entrambi dovrebbero effettuare il pettig, ovvero carezze intime e baci sensuali. Per poter effettuare una penetrazione senza dolore o difficoltà la donna o la ragazza in questione, avrebbe dovuto essere lubrificata con la sua stessa eccitazione. Oh, gesù.
Aprì un altro sito e lessi che si potevano fare giochi erotici per surriscaldare l’atmosfera e aumentare il desiderio. Ne aprì un altro ancora e specificava quali erano le varie tecniche dei preliminari: connilingus, fellatio e pensai alla domanda che fece Marina senza alcun pudore.
Decisi che non l’avrei mai fatto, l’idea mi faceva venire la nausea. Stanca ormai di tante parole, decisi di dare un'occhiata ad alcune foto e rimasi alquanto scioccata. Misi le mani davanti agli occhi come una bambina e chiusi subito la pagina..
Non avevo mai visto un uomo nudo e quelle immagini mi destabilizzarono per alcuni minuti. Il mio cuore andava a mille, la mia faccia era bollente e mi sentii in colpa come se avessi commesso un brutto crimine. Mi guardai attorno per accertarmi che non ci fosse nessuno per davvero. Mi sentivo così immatura, così impreparata. Avevo diciotto anni e non ero mai andata più in là di un bacio con un ragazzo, diciotto anni e non sapevo nemmeno come fosse fatta l’anatomia umana di un uomo. Forse era un bene, forse era un male. Quale ragazzo si prenderebbe la responsabilità di essere la tua prima volta..stupida Carrie, pensai.
Dopo aver passato due ore sui libri e dopo aver cenato, io e Dan decidemmo di uscire per una birra al volo. Indossai un paio di pantaloncini di jeans strappati, una felpa bianca e le mie sneakers abbinate.
Mentre stavo per uscire e raggiungere Dan che mi aspettava fuori casa mi fermò mio fratello. 
“Dove vai?” chiese frettolosamente.
Mi bloccai all’istante.
“Esco, perché?” chiesi curiosa.
“Ho sentito che hanno aperto dei locali davvero forti sulla tredicesima. Che dici ci facciamo un salto?” mi chiese eccitato.
“Davvero?” chiesi meravigliata. Perché Dan non mi aveva informato di questa cosa?
“Si, dammi dieci minuti. Faccio venire Carter con la sua macchina e ci andiamo insieme” propose infine filando un camera sua a prepararsi. Avrei dovuto sopportare per la milionesima volta la presenza di Carter, non sapevo come guardarlo in faccia dopo che mi aveva deliberatamente rivelato che voleva scoparmi nei bagni del Joya, ma decisi comunque che sarei stata più forte e più matura. Non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi a disagio. Sarei stata io a mettere a disagio lui.
Uscì dalla porta per informare Dan del cambio di programma, ma lei non rifiutò affatto. Dan era appoggiata al cofano della macchina come me quando sentimmo arrivare una macchina. Ci girammo e vedemmo Carter al volante di un Suv nero. Carter adora le macchine, i motori e tutte quelle cose che comprendono chiavi inglesi e merdate simili.
Il padre possiede una grande officina e lui lavorava con lui nell’attività di famiglia.
“L’hai rubata per caso?” chiesi scherzando.
“Sangue e sudore.." rispose ridendo.
“È bellissima..” balbettò Dan.
Capisco tutta quella emozione per una macchina che costava tantissimi soldi. Dan non è una di quelle ragazze frivole e materiali, ma ha comunque l'occhio lungo per i ragazzi piazzati bene con il conto in banca,
Ma vostro figlio dovrà somigliare al guidatore non alla macchina, ricordatelo.
“È molto bella.." dissi io alzando gli occhi al cielo, non volevo che si montasse troppo.
“Grazie..” sussurrò con ono ironico.
"Siete le prime donne ad entrarci..” disse infine ammiccando un sorrisetto.
“Ah, e io cattiva che pensavo già ne avessi scopate parecchie su quei sedili..” dissi indicando la macchina con il mento.
“Sei sempre così dolce" mi prese in giro.
“Sempre" sibilai incrociando le braccia al petto.
“Quando la smetterete di litigare mi chiamate per favore? Assomigliate ad una di quelle coppie che litigano troppo e scopano poco, ma quelle poche volte che lo fanno ci vanno giù pesantie” disse Dan quasi stizzita dai nostri continui battibecchi.
“Vaffanculo.." sputai irritata mentre Carter rideva senza guardarmi.
Sapeva che avrei potuto semplicemente decapitarlo se avesse detto una sola parola.
“Bla, bla..” disse aprendo la portiera del passeggero accanto a Carter, si sedette al suo fianco e continuò a borbottare sottovoce. Io non volevo assolutamente sedermi su quei sedili dove sicuramente Carter aveva scopato, ma l’idea di viaggiare per mezz’ora al suo fianco, sotto il suo sguardo insistente, non era per niente allettante. Quindi riposi la mia immaginazione e mi sedetti con Manuèl suoi sedili posteriori. Quando arrivammo a destinazione parcheggiamo l’auto in un vicoletto nelle vicinanze. Ci trovammo a percorrere una stradina e arrivammo in questa specie di piazzola con tanti locali che si affacciavano all'esterno, per ogni locale c’erano ragazzi all’interno e gruppi di persone fuori che fumavano, bevevano e si rilassavano. Ogni locale aveva una musica diversa che rimbombava, tutti si divertivano, scherzavano. Alcuni ragazzi erano appoggiati sulle macchine, altri pomiciavano. Trovammo un angolo perfetto per noi, dove si poteva vedere tutta la situazione, scrutare ogni minimo particolare. Mi sedetti con Dan sopra ad uno degli sgabelli e incominciai a fumare, di nuovo. Prima o poi avrei dovuto smettere.
“Allora, volete qualcosa da bere?” chiese Manuèl.
"Stasera offro io..” disse infine tutto eccitato. 
“Una Corona va più che bene” urla nel suo orecchio per la musica troppo alta.
“E tu Dan?” chiese.
“Due Corone. Ghiacciate possibilmente..” gli rispose Dan con uno sguardo assassino.
Carter mi si avvicinò piano all’orecchio.
“Fate attenzione, non parlate con nessuno. E soprattutto non muoverti" mi ordinò lanciandomi un'occhiata torbida.
“Vuoi che mi metta un sacco in testa in modo che non mi veda nessuno?” chiesi in modo ironico.
“Non essere stupida e fai come ti ho detto..” disse con tono minacciatorio e poi si inoltrarono nel piccolo localino dove eravamo sedute fuori.
Era piccolo ma evanescente. Un sacco di luci colorate lo illuminava e ne veniva fuori una musica House da perdere le orecchie, quello non è mai stato il mio genere. Aveva un insegna particolare e strana, il disegno di un baffo e sopra c’era scritto “The mustache!”
Che buffo, pensai.
Dopo poco arrivarono con le nostre ordinazioni, la Corona fece un ottimo lavoro scrollandomi di dosso quella sensazione di intorpidimento. Per non parlare del mio cervello.
Ad un tratto Dan incominciò a picchiettare sulla mia coscia. Mi girai verso di lei e guardò nella direzione opposta, ovvero di fronte a noi un gruppo di ragazzi.
E i miei occhi lo trovarono subito.
Tra tutti indossava una camicia bianca, un paio di jeans, i soliti capelli biondi e il suo sguardo brucia cuore. Era impegnato a parlare con il suo strano gruppo di amici e non faceva verso di guardare nella mia direzione.
Lo cercavo con lo sguardo ma fù tutto inutile.
Carter e Manuèl erano intenti a parlare con una ragazza piuttosto bassina, più nuda che vestita. Indossava un vestito rosso fuoco e dei sandali con il tacco abbinati sotto. Una brava ragazza proprio.
“Perché lo guardi?” mi chiese Dan indicando Nathan con il mento.
"Da quando guardare è diventato proibito?” chiesi alzando gli occhi al cielo.
“Da quando sai chi è..” quasi urlò per farsi sentire.
“Dan, sto facendo del mio meglio per non fare stronzate” sbottai alzando le mani.
"Lo guardo soltanto” aggiunsi infine.
Approfittai che i miei accompagnatori erano impegnati, così mi alzai e decisi di andare a prendere un'altra Corona.
“Dove vai?” mi chiese Dan prendendomi per il gomito.
“A prendere da bere.."
“Vengo anche io con te."
Ci addentrammo in quella trappola mortale, la poca aria che si respirava era contaminata dal fumo. Si sentiva puzza di Marijuana e di alcool in abbondanza. C’erano ragazzi che si strusciavano, si dimenavano e ballavano. Attraversammo tutta quella gente e ci diriggemmo al bancone, dove un ragazzo con un paio di baffi simili all’insegna che si trovava fuori ci diede altre due Corone. Stavamo appoggiate al bancone quando mi sentii sfiorare i capelli. Mi girai di scatto per vedere di chi si trattasse.
“Ciao bambolina.. Posso offrirti da bere?” disse un tizio con il fiato che puzzava di alcool e con gli occhi tutti fatti dal fumo.
“No, grazie" risposi seccata da quel gesto.
“Che vuole questo?” mi chiese Dan ad un orecchio per non farsi sentire. Dov’era finita la sua sfacciataggine nel mandare a fanciullo gli uomini?
“Shh" feci per farla zittire. "Stai tranquilla."
“Dai bambolina non deludermi..” continuò ad infastidirmi.
Mi girai completamente verso di lui, stanca della sua continua oppressione. Lo scrutai attentamente. Alto, magro e sbarbato. Indossava una camicia lercia sudatissima. Aveva le mani pelose e i peli dal petto che spuntavano dalla camicia aperta.
“Senti, apprezzo il fatto che tu voglia provare a conquistarmi ma uno: il mio nome non è 'bambolina'. Due: sto già bevendo con la mia amica. Tre: lasciami in pace prima che chiami qualcuno" lo minacciai.
Mi girai verso Dan che mi guardava sbigottita. Non aprì nemmeno bocca per la seconda volta che mi sentii tirare per un braccio. Mi ritrovai completamente faccia a faccia con il tizio che avevo liquidato in malomodo pochi istanti prima. La mia faccia era vicina alla sua e potevo sentire quanto puzzava di alcool e di sudore. Mi teneva stretto il braccio facendomi male.
“Bambolina" mi ammonì.
“Ehy, lascia la mia amica” si intromise Dan dandogli una pacca sul braccio.
Mi divincolai dalla sua stretta e nemmeno un attimo dopo una mano prese il mio braccio e mi spostò di lato. Mi sentii come un pacco postale, spostata un po' dappertutto.
“Amico” lo ammonì Carter.
"La ragazza sta con me” ringhio tra i denti.
Era incavolato nero.
“Bel bocconcino la tua amica..” disse guardandomi in modo malizioso. Mi si accapponò la pelle.
“Ora, sparisci prima che tu possa farti male..” lo avvertì Carter.
Il tizio se ne andò lanciandomi un occhiata da brivido. Carter si girò completamente verso di me.
“Che cazzo Carrie, non posso lasciarti un attimo da sola che ti ritrovo con uno sconosciuto appiccicato addosso?” mi sgridò.
“Scusa tanto se quel tizio era ubriaco e tra tante ragazze qui dentro ha deciso di importunare proprio me..” sbottai.
“Non oso immaginare se non fossi arrivato in tempo cosa sarebbe potuto succedere.." disse come infastidito.
“Mi sarei difesa da sola, come ho sempre fatto. Non c’era bisogno che interpretavi la parte del cavaliere con l'armatura scintillante..” borbottai.
“Carter, questa volta Carrie ha fatto la brava, ne sono testimone. Ce ne stavamo per fatti nostri a bere quando è spuntato quel barbone dal nulla e ha incominciato ad infastidirla“ mi giustificò Dan.
Lui addolcì la sua espressione arrabbiata e mi guardò. Davvero credeva che io avrei potuto fleartare con un tipo del genere? Nonostante tutto, senza di lui non so cosa avrei fatto. In quei casi la paura ti congela all'istante. Magari tirargli un bel calcio piazzato nelle parti basse l'avrebbe messo K.O.
“Grazie" sussurrai flebilmente abbassando lo sguardo.
“Dai, ragazzi mettiamoci una pietra sopra e facciamo quello che dovevamo fare quando siamo venuti. Cioè divertirci. A proposito ma dov’è Manuèl?” chiese Dan guardando tra la folla.
“Al momento è occupato" ci informò con tono malizioso. Sicuramente si stava sbattendo la piccola troietta con il vestito rosso da sgualdrina.
“Ovviamente..” dissi con tono canzonatorio.
Cercai di scacciare l’immagine di mio fratello addosso a quella sciaquetta. Bevvi tutta la mia Corona e poi uscimmo fuori all’aria aperta.

Forte come due ma sei solo una. (WATTYS2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora