Capitolo ottantacinque.

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“Dov’è Nathan?” domando.
“Sta per arrivare..” mi informa mia madre.
L’attesa è snervante.
Per non parlare del fatto che non ricordo nulla. Ho un mal di testa fortissimo e sono piena di lividi.
Non riesco a respirare e mi manca continuamente l’aria.
Non riesco a stare stesa su questo letto un minuto di più.
“Puoi chiamarlo per favore?” piagnucolo.
“Carrie..” ansima mia madre.
“Sta per arrivare.." ripete.
Cerco di mettermi seduta e per sbaglio tiro il laccetto della flebo. “Carrie devi stare buona. Non ti aiuterà comportarti in questo modo..” mi ammonisce aggiustandomi la flebo.
“Non c’è la faccio più, sto impazzendo..” ansimo.
“Voglio andarmene da questo posto.”
“Non puoi..” ribatte.
“Sei sotto controllo. Cerca di stare tranquilla. Tuo padre è dovuto andare al lavoro e Jack mi ha appena chiamato. Non può saltare la scuola..” spiega.
“Voglio alzarmi..” brontolo.
“Oh.. Signore..” alza gli occhi al cielo.
“Non puoi Carrie…” aggiunge.
Toc toc.
Il mio sguardo saetta alla porta.
“Che succede qui?” domanda mentre entra in camera.
“Mia figlia fa i capricci..” borbotta mia madre.
Lo guardo e non sembra reale.
Non indossa più i vestiti che aveva stanotte. Sono felice che sia qui con me.
“Le abitudini sono dure a morire..” scherza.
“Posso parlarle io. Esca a prendere un caffè..” suggerisce Nathan. “Okay, te la affido” sorride.
“E tu fai la brava” mi punta il dito contro.
Esce dalla porta e finalmente siamo soli. Si avvicina lentamente e si siede al mio fianco.
“Dove sei stato?” domando a bassissima voce.
“A cambiarmi” sussurra.
“Come sta l’astronauta?” chiede con un leggero sorriso dipinto sul volto.
“Perché astronauta?” sorrido.
“Perché starà viaggiando nella tua pancia come in una navicella spaziale..” ride.
“Almeno per questo sono contento sia un maschio..” borbotta.
“Non essere maschilista, anche le donne viaggiano nello spazio..” lo ammonisco con tono dolce.
“Femminismo estremo, eh?” bofonchia.
“Vuoi dirmi dove sei stato stanotte?” domando posando la testa sul cuscino.
“Non preoccuparti per me adesso” abbassa gli occhi.
“Devi rimetterti in forze..” sorride.
“Non per me, per l’astronauta” aggiunge indicando la pancia.
“Vediamo” sussurra avvicinandosi al mio ventre.
“Astronauta?”
“Mi senti?” domanda mentre io gli accarezzo i capelli.
“Io e la tua mamma ti stiamo aspettando” sussurra.
E poi lo sento, pum. Un calcetto bello forte. Ama la sua voce, proprio come la amo io.
“Sì è mosso..” sussurro prendendogli le mani e posizionandogliele sul pancione.
“Lo senti?” chiedo emozionata.
“Si” sussurra e si lecca le labbra.
“Che cosa hai detto?” sussurra alla mia pancia.
“Vuoi sapere come è fatta la tua mamma?” domanda e io non smetto di ridere.
“Vediamo..” dice guardandomi.
“È bella. Molto bella. Ha i capelli castani e la pelle dorata” sussurra.
“Come? Vuoi sapere se è dolce?” dice di nuovo.
“Aspetta” smette di parlare e si avvicina alla mia bocca.
Mi da un bacio leggero, un soffio. A stento lo percepisco.
Ma è tutto quello che volevo da quando ho aperto gli occhi.
“Sì, è dolce come lo zucchero filato..” ridacchia.
“Vuoi sapere che cosa si prova a stare con lei?” ride maliziosamente.
“Oddio Nathan..” biascico.
“Che vuoi dire a tuo figlio?” sussurro scioccata.
“Vuole sapere che cosa si prova quando ti sto vicino e quando ti stringo..” dice semplicemente.
“Tu vuoi saperlo?” mi domanda.
Sono scioccata da questa sua dolcezza improvvisa. Non è mai stato così romantico e dolce. Rimango senza fiato mentre annuisco lentamente e mi mordo il labbro inferiore.
“Sei sicura di volerlo sapere?” domanda di nuovo.
“Si” sibilo.
“Voglio essere sincero con te. Al cento per cento. Niente più bugie..” chiarisce.
“Ti ricordi cosa è successo?” chiede.
“Mia madre mi ha detto che sono caduta dalle scale. Questo lo ricordo.. è tutto il resto che non riesco a ricordare” bofonchio.
“Dove ti trovavi?”
“A scuola.”
“Con chi hai parlato l’ultima volta?” ha uno sguardo serio.
Provo a fare chiarezza nella mia testa. Riesco a ricordare il volto di Sara. Abbiamo chiacchierato riguardo il suo ex fidanzato e poi.. E poi cosa?
“Allora?”
“Ricordo Sara e poi..” sussurro con lo sguardo perso,
E poi.. cazzo no. Non può essere. I miei occhi si sbarrano.
“È stata lei?” domando a bassissima voce.
Non riesce a guardarmi negli occhi.
“Si."
“Sara mi ha raccontato che avete discusso e poi ti ha spinto..” rivela.
“Ti prego… lasciami da sola” chiedo.
“Carrie.. io..” farfuglia.
“Ti prego. Sono stanca..” mormoro e lentamente mi giro sul lato destro per chiudere gli occhi.
Attende qualche secondo ma poi fa come gli ho chiesto.
Lascia la stanza e piombo nel silenzio.
So che non dovrei farlo, ma sono esausta di essere forte.
Crollo del tutto e bagno il cuscino con le lacrime. 

Forte come due ma sei solo una. (WATTYS2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora