Capitolo diciannove

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Si direbbe che i componenti di una stessa famiglia si debbano assomigliare almeno un poco. Ma nei Potter non funzionava così.
Willie Potter, il padre di James, aveva i capelli biondastri e gli occhi blu; era molto simile alla moglie, Martina, una donna piccola e esile.
E poi c'era James. I suoi capelli non erano lisci, ma ricci e ribelli, di un nero intenso. Gli occhi portavano un bel colore marrone scuro.
-Assomigli tanto a mia madre, James- era solito dirgli Martina Potter.
Quella mattina il sole si rivelava davvero troppo pallido, ma in compenso la neve scendeva fitta e brillante. Era il giorno dopo Natale e James era ancora a casa con i suoi genitori. Sarebbe tornato a Hogwarts solo il giorno dopo. Scese le scalette a pioli e si precipitò al tavolo di mogano. Sua madre stava muovendo la bacchetta circolarmente verso la padella, intenta a preparare la colazione.
-Oh, ciao James. È arrivata una lettera per te- disse, puntando Worth, il vecchio gufo di famiglia.
James stava per andare dall'animale, quando la voce squillante di sua madre risuonò nuovamente nella stanza.
-Oh, no signorino! Prima fai colazione insieme a me e a tuo padre!-.
In quello stesso momento Willie Potter, piombò nella stanza. Con i baffi spolverati di una leggera patina nevosa, si sedette al tavolo. Non disse nulla, ma James era abituato. Non gli aveva mai attribuito un ruolo importante nella famiglia. Quando sei un mago, non è sorprendente vedere il bacon che vola dalla pentola ai piatti. E, se sei un mago, non ti stupisci sentir parlare due adulti di Draghi.
-Sì, Billie. Me lo ha detto Rosmilda, la vecchia strega pallida del Ministero. Dice che ne abbiamo trovati ben nove, tutti insieme-.
-Sono tutte fesserie- rispose burbero Billie alla moglie, addentando un pezzo di pane.
Quando finalmente James poté aprire la lettera, ne aveva perso l'intusiasmo. Tuttavia, nel vedere la fronzolosa scrittura di Silente, il preside, la curiosità si riaccese.
'Signor Potter,
È pregato di farsi trovare a Diagon Alley alle cinque di questa sera. I signori Lupin, Minus e Black sono già stati avvisati.
Il preside Albus Brian eccetera Silente.
Ps: mi piacciono i conigli.'
James sbottò in una risata davvero troppo sonora. Che diavolo aveva in mente Silente?
Comunque, per una volta tanto, alle cinque in punto si fece trovare a Diagon Alley, l'immensa via di cui i Babbani non potevano godere. Immensi negozi, magazzini e librerie colorate e vivaci svettavano sbilenche ai lati delle strade non asfaltate.
Quando Sirius vide James, rimase un attimo perplesso, affrontando la fronte.
-E quelli che diavolo sarebbero?- chiese allarmato, puntando con l'indice il naso di James.
-Si chiamano occhiali. Sono...-.
-Occh cosa?-.
-Occhiali- disse, spingendoseli un pochino più in su sul naso. Li aveva comprati con sua madre il giorno precedente. -Servono per vederci meglio-.
-È roba Babbana giusto?-.
-Sì, ma si sta diffondendo anche tra i maghi-.
-È vero! Anche Silente ce li ha. Volevo chiedergli cosa fossero, ma poi ho rinunciato-.
-Anche la McGrannit li porta- disse James.
In un attimo arrivarono anche Peter e Remus, i quali si aggiunsero alla conversazione sugli occhiali rotondetti di James. Li provarono a turno, meravigliati.
Silente li aspettava in una locanda, seduto ad un tavolo in un angolo. Si sedettero e bevvero la Burrobirra che era stata ordinata.
-Bene, ragazzi. Vi ringrazio di essere venuti. Vi starete domandando il motivo della convocazione-.
Seguì un successivo moto di 'Sì'.
-È molto semplice. La posso riassumere in due parole-.
James capì dall'aria del vecchio che non era una bella notizia.
Il preside sospirò e disse:-Stramberga Srillante-.
Si poteva leggere esplicitamente le facce contratte dalla rabbia di James, Sirius e Peter. Fissavano tutti storto Remus. Lui, ancora prima delle vacanze, aveva avuto la brillante idea di mettere un cartello alla fine del tunnel, come entrata nella Stramberga, la stanza nel Platano Picchiatore.
-Non è come sembra, professore-.
-Io invece credo di sì. Non credevo che ci fosse qualcuno talmente intelligente nella scuola da scoprire il segreto del Platano-.
Ebbero un attimo di sollievo.
-Ma mi sbagliavo. Voi quattro insieme potete diventare davvero troppo... sì, pericolosi-.
-Noi li possiamo studiare. Per la questione degli Animagus- disse James.
-Infatti. Ho deciso che potete tenervela. Però dovete mantenere un patto: nessuno vi deve vedere. Ho attuato alcuni incantesimi ti protezione. C'è la parola d'ordine, per entrare, ma voi sapete già quale è-.
Rimasero perplessi. No che non la sapevano. Il preside si smaterializzò, lasciandoli silenziosi.
Silente era stato furbo: ora dovevano trovare la parola d'ordine.

I MalandriniWhere stories live. Discover now