Capitolo ventidue

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La mattina dopo James era talmente di malumore da trattare male perfino Sirius, Remus e Peter. Agitando la bacchetta molte volte e pronunciando alcuni incantesimi che a Hogwarts i più grandi insegnavano ai più piccoli nei corridoi, aveva fatto immobilizzato tutti gli oggetti cari dei suoi amici sul soffitto.
-James, smettila! Reagirai così ad ogni santa partita di Quiddich?- chiese Remus.
-E anche se fosse?-.
-Beh, non farlo. Diventi un rompiscatole- disse Peter, mentre si infilava un maglione di lana.
-Vero, amico. Devi stare traquillo- accordo' Sirius, passandosi una mano tra i bei capelli neri.
La reazione di James, fu appunto, un incantesimo (-Incollum soffittum!-) che fece appiccicare sul soffitto alcuni oggetti dei suoi amici. In verità non era solo la partita a fargli questo effetto. Si era pentito dell'incontro con Lily. Perché aveva fatto il bambino dicendo: 'O me o Mocciosus'?
Era un giorno piuttosto annebbiato e umido, gli occhiali di James si appannavano. E, per lo più, non era ancora abituato al cento per cento a portarli. Martin, il capitano, sembrava molto triste e avvilito, nonostante tutti gli allenamenti riusciti bene nel corso della giornata. Quando inforcarono le scope e si levarono comincio' a piovigginare.
-Tutto a porto James?- urlò Martin dall'altro lato del campo -Grace! Ricorda di non sbandare! Michy, attento a Roll, il battitore dei Corvonero!-.
Erano già alti nel cielo. James si tolse gli occhiali e li strofino' contro la divisa umida. Doveva stare attento, questa volta. Sentì i fischi di incoraggiamento dai Malandrini nelle tribune e si tranquillizzo'.
Spero' con tutto sé stesso che anche Lily fosse seduta là a guardarlo. Molto probabilmente era là. Il fischio di inizio vibro' nel campo. Indossò gli occhiali e si mise saldo sulla scopa. Iniziò a scrutare tra la nebbia, deciso a catturare il boccino. Passò una mezz'ora di inutilità. Gordondoro stava perdendo per 40 a 70.
Dopo un po' James si accorse che qualcosa svolazzava dieci metri più in là di dove si trovava. Si tuffo' veloce nella direzione. Sapeva che ce la avrebbe fatta: il Cercatore dei Corvonero non era nelle vicinanze.
-L'ho preso!- urlò nello stadio, con il boccino che sbatacchiava nella mano destra -Abbiamo vinto, l'ho preso!-.
Grida di gioia di levarono dalle tribune, mentre i giocatori dei Corvonero si dirigevano verso terra delusi.
Quella sera si svolse una festa tra i Grifondoro. Molti adoravano James, brindando senza senso 'ai Malandrini'. Tra i divanetti occupati della Sala Comune James vide Lily intenta a parlare con una ragazza del secondo anno. Era convinto che nulla sarebbe andato male, ormai.
-Ehi, Evans, hai un attimo?- chiese, passandosi una mano tra i capelli. Quando vide la faccia meravigliata di lei, rimase orgoglioso di aver usato il suo cognome. La ragazza del secondo anno si allontanò.
-Dimmi, James. Ah, sì, dimenticavo. Complimenti per la partita. Comunque non voglio parlare con te, dovrebbe essere chiaro da ieri sera-.
-Sì sì, smettila di blaterare. Ieri è da dimenticare. Invece, mi chiedevo, ti andrebbe di passare qualche pomeriggio con me fuori nel parco?-. Era fin troppo convinto di un 'sì, grazie James. Ne sarei onorata'.
-No- disse, sorridendo. E se ne andò.

I MalandriniWhere stories live. Discover now