Capitolo sedici

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James e Peter si alzarono di scatto, con le bacchette in mano.
-Che cosa era?- chiese James, rabbrividendo.
-Non lo so. Ma è sparito- rispose Peter, alzandosi in punta dei piedi per vedere meglio.
Avanzarono fino al Platano, decisi a raggiungere il tronco.
-Non ce la faremo mai!- disse James mentre schivava l'attacco di un ramo.
-Ci dobbiamo dividere!-.
James era quasi arrivato, quando vide un ramo venire dritto verso di lui. Ci saltò sopra. Il ramo rabbioso cominciò a divincolarsi, intento a far cadere James, che si era aggrappato.
-Immobilum!-.
L'incantesimo, come la prima volta, non funzionò. Il ramo continuava a volare veloce, e fu così che James venne scaraventato lontano. Si rialzò barcollante e si diresse deciso verso il tronco. Mancavano solo una decina di metri, quando vide un altro ramo dirigersi verso di lui.
-James! Giù!- urlò Peter, che si trovava poco più a destra di lui.
James ascoltò l'amico e si distese per terra, tremante.
Nel minuto che passò, James credeva di essere perso. Poi successe qualcosa di altrettanto strano. Una pietra dalle grosse dimensioni volò sopra la sua testa e colpì una specie di nodo che era nel bel mezzo del tronco dell'albero. I rami si fermarono all'improvviso.
James si alzò sulle ginocchia e si voltò all'indietro, scoprendo il lanciatore.
Remus stava lì, in silenzio, con un'altra pietra fra le mani.
-Ma sei scemo? Che diavolo credevi di fare?- chiese infine, lasciando cadere la pietra a terra.
-A me sembra che lo scemo qui sei tu. Hai cercato di colpirmi la testa con un sasso!-.
-James! Ma allora sei proprio demente!- disse Remus puntando i rami immobili. 
-Io... non capisco-.
-Ho colpito il nodo del tronco con una pietra. E' l'unico modo ped fermare i rami del Platano Picchiatore. E per la cronaca, ti ho salvato la vita-.
Peter spuntò da dietro un ramo.
-Ci hai salvato la vita. Non gli-.
-Peter? Ma cosa cavolo cercavate di fare?-.
-Storia lunga, amico- disse James.
-Come facevi a sapere che se colpisci il nodo de tronco i rami si fermano?- chiese Peter.
-L'ho letto da qualche parte- rispose Remus.
James e Peter spiegarono a Remus la loro avventura, dalla sfida a quel qualcosa che era sparito. Raggiunsero insieme il tronco e la videro: c'era una cavità che conduceva a un cunicolo.
-Che aspettiamo? Su forza! Andiamo- disse James calandosi nel buco.
-E se è pericoloso?-.
-Peter, non fare il bambino-.
Il cunicolo era abbastanza stretto e buio, per cui accesero le bacchette:- Lumos!-.
Avanzarono nel tunnel, a carponi, senza fiatare.
-Remus hai una vaga idea su dove stiamo andando?- chiese James.
-Ma allora non ci arrivi. Come diavolo farei a saperlo?-.
-Cretino. Avevi detto che avevi letto qualcosa sul Platano Picchiatore!-.
-Al diavolo, James! Ho detto che avevo letto come fermare quei dannati rami!-.
-Remus?! La smetti di pestarmi il mantello?- chiese Peter.
-Oh, scusa. Ma sai come è, non è stata mia l'idea di venire qui giù a...-.
-State zitti!-.
Sbucarono dal tunnel in una specie di locale, tutto rovinato. I quadri pendevano polverosi dalle pareti, poltrone sgualcite erano appollaiate per tutta la stanza.
-Dove siamo?- chiese intimorito Peter.
Poi lo videro. Un gatto dal pelo nero e lucente dormiva sonoramente, su una poltrona.
-Bene, abbiamo trovato la causa di tutto- disse Peter, indicandolo.
James si lasciò cadere a peso morto su un divanetto in peltro, dal quale uscì una nuvola di polvere.
-Mi piace questo posto. Potremmo sistemarlo- disse.
Remus si avvicinò a una parete, dove regnava un telaio di ragnatele.
-Revelo!-.
Ma non successe nulla.
Quando rientrarono a scuola, raccontarono tutto a Sirius, il quale era dispiaciuto di non aver potuto partecipare all'avventura.

I MalandriniWhere stories live. Discover now