"A che pensi?" La sua voce dolce riuscì a riportarmi alla realtà.

Le sorrisi dolcemente prima di aprire bocca. "Sei bellissima."

Le sue guance si colorarono di un rosa chiaro prima che abbassò lo sguardo verso i suoi piedi.

"Non voglio sembrare una maniaca o qualcosa del genere è solo che sto apprezzando qualcuno a cui tengo molto ed è meglio farlo ora se in futuro non potrò più farlo," il suo viso affondo nel mio petto e alcuni grugniti uscirono dalla sua bocca.

"Perché devi essere così dannatamente dolce?" Si lamentò.

"Sai, non sei la prima ragazza a dirmelo," dissi ridacchiando.

"Oh, davvero?" Ritornò seria. "E chi sarebbero quest'altre?"

"Camz, stavo scherzando. Mi piaci quando sei gelosa," dissi stuzzicandola.

"Ti odio," disse mordendomi il braccio. "A volte sai essere davvero fastidiosa."

"Sai, questo me lo dicono seriamente in tanti," confessai sentendo la sua risata affondare nella mia felpa.

Alzò lo sguardo per qualche secondo e incominciò ad osservarmi con un sguardo perso. Appena quegli occhi color cioccolato si fermarono sui miei, sentii il mio cuore saltare qualche battito e appena vidi le sue labbra allargarsi in un tenero sorriso mi convinsi che stavo per morire.

"Perché mi hai chiesto di rimanere?" Sussurrò.

"Provo a proteggerti," feci spallucce. "Perché?"

"Grazie," rispose evitando la mia domanda. "Hai mai chiesto a qualche altra ragazza di rimanere a dormire da te?"

"Mai."

"Perché?"

"Perché non ho mai avuto un motivo per passare una notte con loro se non per andarci a letto. Voglio proteggerti e sono anche stanca di passare solamente un paio di minuti insieme qui e lì e poi vederti andare via," le ricordai. "Non fraintendermi, quel poco tempo che passiamo insieme durante la giornata mi piace, è solamente che a volte vorrei solamente sdraiarmi sul divano con te e riempirti di coccole e magari parlare e conoscerci sempre meglio ogni giorno che passa."

Affondò il viso nel collettò della mia felpa e rise dolcemente tra sé e sé, provò a nascondere il sorriso che voleva mostrare sul suo viso ma riusciv a vederlo comunque nei suoi occhi. Sembrava veramente felice, come se avesse aspettato di sentire quelle parole dal primo giorno che ci siamo conosciute.

"Okay," quasi sussurrò. "Allora parliamo."

Avvolsi le mie braccia stringendola ancora di più. Ancora non capivo come riuscisse a farmi sentire nel modo in cui mi stavo sentendo in quel momento, il quale era molto difficile da spiegare.

"Mi piaci quando non sei una testa di cazzo," confessò ridendo.

"Ho scoperto che è incredibilmente difficile essere tristi quando tu mi stai intorno," ammisi.

"Aww, è una mia impressione o Lauren sta diventando una brava ragazza?" Mi stuzzicò.

"Okay, ora stai esagerando," scherzai. "Sono ancora la testa di cazzo che ero quando mi hai incontrata. Sono solo... più felice."

"Cosa ti rende felice?"

"Odio questa domanda," mi lamentai.

Tolse la mano che era appoggiata sul mio fianco e la intrecciò con la mia, poggiandola sul suo petto proprio vicino al battito del suo cuore.

"Cosa ti rende felice? Qualsiasi cosa al mondo."

"Credo i miei amici, ho dei ricordi pazzeschi con ognuno di loro, tu compresa. Credo che il ricordo più bello è quando sono andata a fare il mio primo tatuaggio con Lucas. Mi ha aiutata a sceglierglielo. Ora ho un ricordo permanente di quel giorno."

"Che significato hanno i tuoi tatuaggi?" Chiese.

Lasciai andare la sua mano e abbassai leggermente il collo della felpa, rivelandone il tatuaggio della luna e del sole.

"Questo è il primo che ho fatto," le dissi. "Quando l'ho fatto non aveva un significato in particolare, capisci? Pensavo solamente che fosse carino, quella stessa sera ci siamo drogati e Lucas disse qualcosa riguardo a come la luna riflette la luce del sole, e... non lo so, pensai che fosse veramente bello. Mi ricordai di come vediamo il sole durante il giorno e la luna durante la notte pensando che sono entrambi due cose diverse quando in realtà fanno parte dello stesso ciclo. E anche quando il sole se ne va riesci ancora a vedere la sua luce sulla faccia della luna. Credo che rappresenti la teoria dell'anima gemella, il modo in cui c'è qualcuno lì fuori che è destinato a mostrare la sua luce su di te ogni giorno."

"Credi che tu abbia un'anima gemella?"

Annuii.

"Sai, sei molto più intelligente di quanto fai credere alle persone," ammise. "La tua mente è molto bella quando lasci le persone entrarci."

"Si tratta solo di un tatuaggio," scossi la testa.

"Gli altri invece?"

Alzai la felpa per rivelare la scritta sulla mia gabbia toracica. Questo momento contiene tutti i momenti. Non sapevo davvero quale fosse il suo significato ma sapevo che fosse importante. Doveva esserlo.

"Credo sia rivolto a quel momento della tua vita dove passi per l'inferno o per una brezza fresca come se non fossero affari di nessuno, ma un giorno, qualcosa di così importante accadrà che farà sembrare tutto il resto meno importante. Tutto quello che succede nella vita ti porta a qualcosa di più grande. Sto ancora aspettando quel momento, e non sono sicura se è per questo che l'ho fatto o solamente perché la frase mi è rimasta impressa."

"E quello sul braccio?"

"Non lo so," sbuffai, "Ancora devo capirne il significato. L'ho fatto in una serata come quella che ho fatto il primo ma non ero drogata o ubriaca. Ho avuto solamente la visione di questa linea che appariva spesso nella mia mente e mi è sembrata così importante da tatuarla. Ma non riesco a darle un significato. E non sono sicura se mai ci riuscirò."

"Mi piacciono i tuoi tatuaggi," ammise. "Ho sempre pensato che non avessero un significato in generale, ma i tuoi sono diversi. Sei come un capolavoro... sia fuori che dentro. Non riesco ad immaginarti senza."

"Hai mai pensato di fartene uno?"

"Recentemente," fece spallucce. "Ci ho pensato. Non so come potrei sembrarci con uno."

"Credo che ci staresti davvero bene."

Mi sorrise spostando una ciocca di capelli, che cadeva davanti al mio viso, dietro al mio orecchio.

"Ci credi davvero nell'anima gemella?"

"Si," annuii. "Per me è dura non crederci."

"Come fai a capirlo quando ne trovi una?"

"Non lo so," ridacchiai. "Credo che lo sai e basta."

E io lo sapevo.

A/N: SCUSATE PER LA PAUSA CHE HO PRESO

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